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Inchiesta
02 Marzo 2023 - 10:58
Le sale cinematografiche oggi sono purtroppo sempre più vuote
Per offrire qualcosa di più ai ragazzi “annoiati” di Chivasso si dovrebbe partire dalla riapertura di un cinema.
E’ un po’ questo il senso della lettera che Carlo Nicosia, chivassese e vice presidente Ascom, ha affidato alla nostra redazione lunedì scorso e che, da allora, sui social ha aperto il dibattito.
Rivolete un cinema a Chivasso, dopo la chiusura (per ora ancora temporanea ma chissà) e la mancata riapertura del Politeama dal marzo 2020?
Ovviamente su facebook è una pioggia di like e di pollici alzati, anche se qualcuno fa giustamente notare che risse, episodi di bullismo e vandalismo, ecc.. ecc… ci sono sempre stati anche quando in città i cinema erano tre: Politeama, Moderno e Cinecittà. E che con l’avvento delle piattaforme streaming, da Netflix a Disney+, per non dire di Amazon Prime o della stessa Sky, andare al cinema è diventato un’abitudine per pochi (ancora) affezionati.
“Mi è capitato nelle settimane scorse di andare per tre volte consecutive (due giorni feriali e un sabato) al Medusa Multisala di Torino - si è inserito nel dibattito con un post il consigliere comunale e primario di cardiologia dell’ospedale, dottor Claudio Moretti -. Film di cassetta. Orario serale. Nei giorni feriali 10-15 persone. Sabato forse 40… Come riescano a stare in piedi resta per me un mistero. Forse è finita un’epoca?”.
Il dottor Claudio Moretti è consigliere comunale nell'amministrazione di Claudio Castello
Ha ragione Moretti e chi la pensa come lui? E la politica chivassese che fa, si limita solo a questo pensiero?
Giovanni Campanino, presidente Ascom, è di un altro avviso. Anche lui si è inserito nel dibattito con un post sui social: “Non solo ai ragazzi, ma anche agli adulti, alle famiglie è necessario che Chivasso presenti delle attività di svago. Mi riferisco a sale cinematografiche, a sale giochi, quali bowling e biliardi, spazi per realizzare feste, ecc.
Una città come Chivasso, che è sempre stata un punto di riferimento per il territorio circostante, deve averle. Servono imprenditori che abbiano voglia di investire e una politica attenta a creare le condizioni per pemettere questi investimenti”.
Giovanni Campanino presidente dell'Ascom Chivasso
Dov’è la politica?
Facciamo un passo indietro e ripercorriamo un po’ di storia dei cinema a Chivasso.
"Once upon a time ... in Chivasso" potremmo dire, parafrasando il titolo del capolavoro di Sergio Leone.
C'era una volta una Chivasso diversa, almeno dal punto di vista culturale. Una Chivasso che disponeva di ben 3 sale cinematografiche, due delle quali adibite anche a teatro.
Una Chivasso dove era sempre offerta una possibilità di intrattenimento, dal cinema d'essai alle proiezioni di natura più disparata. Insomma, una Chivasso di certo con un qualcosa in più. Ma purtroppo non è più così.
La crisi economica, ma soprattutto culturale, ha portato alla chiusura ognuno di essi, partendo dal Cinecittà, fino ad arrivare al Politeama, messo in ginocchio dalla pandemia.
Il Cinecittà di piazza del Popolo, dove ora si trova l'agenzia delle entrate, non fu solo un vecchio cinematografo, ma un'esperienza culturale che coinvolse moltissime famiglie chivassesi.
Infatti, molti cittadini costituirono una cooperativa per gestire la sala, inizialmente di proprietà del Demanio, all'indomani della fine della guerra.
Si conta che seicento famiglie avessero almeno una quota. Gli utili non erano molti, ma i soci avevano diritto ad un ingresso gratuito all'anno.
Poi, verso la fine degli anni sessanta, l'idea di Dante Borghesio, all'epoca presidente della Cooperativa Cinecittà, di proiettare solo più film d'autore. Questa decisione, rese il Cinecittà il primo cinema d'essai d'Italia, come riconosciuto dall'Aiace (Associazione Italiana Amici Cinema d’Essai).
La collaborazione con l'Aiace continuò fino alla chiusura della sala, alla fine degli anni '90. La scelta di premiare la qualità piuttosto che la quantità, non premiò dal punto di vista economico. Quando la normativa rese necessari alcuni lavori, come la sostituzione delle poltrone, la cooperativa non ebbe altra scelta che chiudere la sala. Negli ultimi mesi si è nuovamente parlato molto del Cinecittà.
Piazza del Popolo dove c'era il cinema Cinecittà
L'amministrazione comunale, che è subentrata al Demanio nella proprietà, ha infatti intenzione di ristrutturare completamente la sala di piazza del popolo, per dare a Chivasso un nuovo teatro, vista la capienza del teatrino civico di palazzo Santa Chiara.
Di circa 20 anni più anziano è invece il cinema e teatro Politeama, che alzò il sipario per la prima volta nel 1925.
Da sempre di proprietà della famiglia Delgrosso, fu voluto ed aperto dai genitori del defunto Pierangelo.
Al momento è gestito dalla figlia di quest'ultimo, Stefania, che si occupa anche della scuola di danza che ha sede nel teatro. Negli anni ha rappresentato un punto di riferimento tanto per il cinema, quanto per il teatro.
Molte produzioni vi hanno trovato una casa accogliente e attrezzata.
Il cinema teatro Politeama di Chivasso
Ricordiamo che con i suoi circa 350 posti a sedere, rimane lo spazio più ampio in tutta Chivasso per l'organizzazione di eventi culturali. Purtroppo a seguito dei DPCM del marzo 2020 il Politeama è temporaneamente chiuso, con la speranza di poter riaprire in tempi migliori, al contrario di altre sale cinematografiche che hanno deciso di far ripartire le proiezioni appena le norme lo avessero consentito.
Ultimo, ma non per importanza, il Cinema Moderno di Via Roma.
Attivo da molti decenni in città, fu chiuso e demolito nel dicembre 2013, nonostante fosse stato ammodernato e rimesso a norma nell'ultimo periodo di attività.
I lavori di demolizione del cinema Moderno
Al suo posto sorge ora un complesso residenziale, con un centro dentistico. All'epoca della demolizione, molte polemiche erano state sollevate sulla vera necessità di abbattere un edificio storico per costruire nuovi alloggi. Inoltre nel corso degli anni, è capitato che le proiezioni si intrecciassero anche con la vita politica della città.
E' il caso dei primi anni 2000, quando il sindaco Andrea Fluttero vietò la proiezione del noto film Hannibal, con protagonista Anthony Hopkins nei panni del famigerato dottor Lecter, che in una delle scene più forti cucina le cervella di una delle sue vittime.
Andrea Fluttero, ex sindaco di Chivasso
"Ricordo bene il dibattito che scoppiò dopo la mia ordinanza che proibiva la proiezione di quel film. Sapevo benissimo che non fosse una mia competenza - ci spiega il senatore Andrea Fluttero -, ma pensavo fosse necessario dare un segnale alla popolazione. Vedendo certe brutalità, non si è solamente spettatori, ma si rischia di essere influenzati negativamente da quel proliferare indiscriminato di violenza. Feci quella scelta anche da padre di due ragazzi giovani. Dato il grande dibattito che ne scaturì, l'obiettivo era stato raggiunto”.
"Il cinema non morirà mai, ormai è nato e non può morire: morirà la sala cinematografica, forse, ma di questo non mi frega niente". Esordiva così il grande regista Mario Monicelli.
Queste parole ci sono utili a descrivere la situazione della cosiddetta "settima arte" nella città del nocciolino.
Era il 6 marzo 2020 quando, sulle vetrine del cinema Politeama di via Orti, appariva per la prima volta il cartello "Chiusura temporanea". Da allora l'unico cinema rimasto in città non ha riaperto. Un tempo ce n'erano ben tre: oltre al Politeama, il cinema Moderno di via Roma, demolito nel 2013 per lasciar spazio ad un complesso residenziale, ed il Cinecittà di piazza del Popolo. Quest'ultimo recentemente tornato agli onori di cronaca per il progetto di farne un teatro con fondi Pnrr.
Per una città che sfiora i 30 mila abitanti l’assenza di un cinema è una grave mancanza. Per poter vedere un film, i tanti cinefili di Chivasso e dintorni sono costretti a spostarsi verso Torino. Persino Ivrea, la città delle rosse torri, nonostante la popolazione minore, conta ben due sale cinematografiche.
Certamente la pandemia non ha aiutato il settore. Ma indicare il covid come unica causa della crisi del cinema sarebbe riduttivo.
Le sale cinematografiche sono in crisi ormai da tempo, in lotta con le nuove e, per certi versi, più economiche piattaforme streaming.
Nella crisi dei cinema le piattaforme di streaming come Netflix hanno certamente avuto un ruolo determinante
Probabilmente anche la gestione delle sale e la programmazione, che magari non incontrava i gusti dell'utenza, hanno giocato un grosso ruolo in questa partita.
In ultima battuta, l'amministrazione comunale dovrebbe in qualche modo adoperarsi per poter garantire ai cittadino quello che è, a tutti gli effetti, un vero e proprio servizio.
Infatti, il cinema svolge una funzione educativa e sociale non indifferente, oltre che di crescita personale. In un periodo storico come il nostro, di profonda crisi culturale, favorire attività legate al cinema potrebbe essere un'ottima soluzione per ovviare in parte al problema.
Magari organizzando proiezioni di film anche meno recenti, in collaborazione con il cinema e teatro Politeama o adibendo dei locali a disposizione, cercando di offrire prezzi abbordabili e abbonamenti "ad hoc" per i più giovani, affinché possano vedere capolavori che diversamente non avrebbero occasione di conoscere.
La formula del cineforum si è dimostrata vincente anche nelle realtà provinciali, come Ivrea, dove se ne organizzano annualmente ben due. Iniziative di questo tipo non attirano solamente cultori del cinema d'essai, a volte considerato fin troppo elitario, ma anzi, sono un'occasione per riunire e creare socialità.
A Chivasso, si dirà, c’è il “Nuovo Cinecittà”, l’iniziativa dell’Uni3 al teatro dell’oratorio, ma è troppo poco per attirare i giovani in sala.
Insomma, ci sarebbero molte e altre soluzioni ed iniziative che si potrebbero proporre. Ma…
A Chivasso della mancanza di un cinema sembra che non interessi per nulla all’amministrazione comunale.
Mesi fa, durante la passata legislatura, l’opposizione di Liberamente e del Movimento 5 Stelle - poi passato in maggioranza alla tornata elettorale - aveva presentato un’interrogazione sul tema in cui suggeriva un’ipotesi per il rilancio del settore: contattare la proprietà del Politeama per stipulare una convenzione d’uso con il Comune.
Claudio Castello sindaco di Chivasso
“Da un lato questo avrebbe finalmente assicurato, con i dovuti lavori di sistemazione, agli operatori culturali uno spazio con capienze adeguate (il vero tallone di Achille delle strutture cittadine), ed avrebbe consentito a questi la serenità necessaria ad una programmazione degli eventi con prospettiva pluriennale - aveva spiegato Claudia Buo, consigliera comunale di Liberamente -. Dall’altro avrebbe potuto garantire anche la sopravvivenza dell’ultima sala cinematografica cittadina in un periodo di grande incertezza come quello che stiamo vivendo”.
Ma niente, non se ne fece nulla. L’idea non piacque a Castello & company.
“La notizia è una non notizia - commenta oggi Claudia Buo -: nulla è cambiato, e gli amministratori continuano ad essere indifferenti a tutto ciò che non li interessa direttamente.
La città chiede una sala cinematografica e la via per riaverla ci sarebbe.
L’idea (non nuova) è questa: prima il sindaco alza il telefono e contatta la proprietà, e poi stipula una bella convenzione d’uso con il Comune. Qualche lavoro di adeguamento, e voilà! Gli operatori culturali avrebbero a disposizione uno spazio con capienze adeguate, mentre Chivasso vedrebbe riaperta l’ultima sala cinematografica cittadina.
Claudia Buo consigliere comunale di Liberamente
Ed invece no. Sindaco e Giunta preferiscono spendere tre milioni del Pnrr (che non sono un regalo, ma andranno restituiti) in una struttura come il Cinecittà che nel progetto finale, non quello decantato alla città, avrà soltanto duecento posti. Una struttura inutile, visto che già il teatro dell’oratorio ha capienza di trecento post, ma questo è meglio non farlo sapere. Per non parlare poi di quando i lavori avranno termine… campa cavallo!”.
“Ed intanto la nostra città non può più ospitare stagioni teatrali come quelle (partecipatissime), di Livio Viano per mancanza di spazi adeguati, ed il cinema rimane chiuso - conclude Buo -. Nella totale ed imperturbabile indifferenza degli amministratori. Ed in tutto questo, sindaco e vice si preoccupano del posto auto (gratis) nel cortile del Comune, l’assessore ai lavori pubblici ormai dà segni di vita soltanto sui social media, ed infine l’assessore alla cultura che, bontà sua, continua a ripeterci che “Chivasso c’è””.
Clara Marta, consigliera comunale di Forza Italia eletta con la nuova legislatura, suggerisce al Comune di darsi da fare. Come? Ricordando ad esempio che ieri la Regione Piemonte ha aperto i bandi per il comparto dei cinema e delle sale cinematografiche.
Clara Marta consigliere comunale di Forza Italia
“Una sala cinematografica è luogo di aggregazione e di cultura. I nostri giovani ne avrebbero certamente bisogno - spiega Marta -. E' chiaro che ci si scontra con la dura realtà economica. Con le serie tv e lo streaming e dopo la pandemia il Cinema vive una crisi molto pesante. Nel Programma Triennale della Cultura la Regione Piemonte prevede una linea di intervento pluriennale a favore di progetti di promozione e diffusione delle sale cinematografiche - polifunzionali sul territorio.
Proprio ieri la Regione ha annunciato di voler destinare venti milioni di euro per la filiera del cinema: transizione digitale, produzione, sostegno alle sale. Bisognerebbe verificare con precisione se questa o altre misure regionali o europee possono essere finalizzate al sostegno della realizzazione di una sala a Chivasso, affinché un privato possa investire sul territorio sapendo di avere al proprio fianco il sostegno delle istituzioni”.
La Regione Piemonte ha messo sul piatto 20 milioni di euro per tutta la filiera.
L’azione più corposa è quella da 12 milioni di euro che serviranno a favorire e attrarre nuovi lungometraggi e serie tv di finzione e animazione - dunque destinati alle piattaforme streaming -, seguita da altri 8 milioni per tutelare e valorizzare i cinema utilizzando il Fondo europeo di sviluppo regionale con bandi che partiranno entro aprile.
Un’occasione per Chivasso? Mah, staremo a vedere.
ECCO IL COMUNICATO DELLA REGIONE PIEMONTE.
Dopo averlo anticipato nei giorni del Torino Film Festival all’interno di Torino Film Industry, la Giunta regionale ha approvato il documento di impegno per rafforzare le attività di tutto il comparto del cinema e delle sale cinematografiche con un intervento considerato tra i più imponenti degli ultimi anni, che ammonta a 20 milioni di euro.
Alberto Cirio governatore della Regione Piemonte
L’azione più corposa è quella da 12 milioni di euro che serviranno a favorire e attrarre nuovi lungometraggi e serie tv di finzione e animazione (solo grazie al “Piemonte Film Tv Fund” avviato nel 2018 il territorio ne ha ospitati 35 di livello importante negli ultimi quattro anni), seguita da altri 8 milioni per tutelare e valorizzare i cinema utilizzando il Fondo europeo di sviluppo regionale con bandi che partiranno entro aprile. Per avviare la transizione delle sale la Regione fornirà un ulteriore supporto di 400.000 euro.
Il presidente Alberto Cirio e gli assessori alla Cultura Vittoria Poggio e alle Attività produttive Andrea Tronzano ricordano che “quello con il cinema è un legame storico e unico che la Regione desidera continuare a far crescere, anche grazie al prezioso lavoro della Film Commission Torino Piemonte, basti pensare al successo della serie Netflix “La Legge di Lidia Poët” e all’imminente uscita di “Fast and Furious 10”, girato anche a Torino. Per questo motivo investiamo su tutta la filiera con oltre 20 milioni di euro per quella che consideriamo un’industria di eccellenza piemontese che negli anni ha scalato tutte le classifiche di settore”.
Soddisfazione per il varo della misura è stata espressa anche dal presidente di Film Commission Torino Piemonte Beatrice Borgia e dal direttore Paolo Manera, dal presidente Anec Piemonte Valle d’Aosta Arrigo Tomelleri e dal vicepresidente Anec Nazionale Simone Castagno, che l’hanno definita una misura mai vista prima, frutto di oltre un anno di lavoro.
La Regione ricorda anche che nel Programma triennale della Cultura 2022-2024 è stata inserita una linea di intervento pluriennale a favore di progetti di promozione e diffusione delle sale sul territorio, sulla quale verranno investiti fino al 2024 circa 1 milione di euro per renderle luoghi polifunzionali e punto di riferimento per ospitare eventi e manifestazioni culturali, ma anche per incentivare le persone ad andare al cinema, producendo ad esempio un prezzo del biglietto calmierato grazie a convenzioni e collaborazioni che possono essere messe in campo con le scuole o con la rete delle associazioni del territorio. Quindi molto di più di un intervento spot, ma un investimento vero e proprio per accrescere il valore del capitale professionale accumulato in questi anni in Piemonte, dove soltanto per la produzione si contano oltre 400 imprese che danno lavoro a qualche migliaio di persone, 1.300 tecnici professionisti e attori e 94 sale.
Una vera e propria industria che spiega perché il Piemonte è la seconda regione italiana con il maggior numero di giornate di riprese e anche di location dove ogni anno vengono girati film e video. E con ricadute economiche considerevoli: tra il 2018 e il 2022 i contributi a sostegno della produzione di lungometraggi, film tv e fiction (tra contributo bando e spesa complessiva) hanno generato un moltiplicatore di 4,57. Significa che per ogni euro investito ne sono tornati quasi 5 come ricaduta su indotto e territorio.
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La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
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