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Forno Canavese

Ora la scuola primaria del paese si chiama come la bimba uccisa dai nazisti

La cerimonia, toccante e partecipata, si è svolta stamattina

La piccola Elena Colombo

La piccola Elena Colombo

"Essere qui questa mattina mi ha ricordato di quando ero iscritta alla Scuola Ebraica, e avendo la stessa età di Elena lei è stata mia compagna di classe. La nostra amicizia è nata dal fatto che abitavamo vicine, a Torino. I nostri genitori ci venivano a prendere a scuola e facevamo merenda assieme il pomeriggio. Ci siamo poi perse di vista dopo lo sfollamento e io non sapevo più dove fosse".

Le parole di Renata Segre le ricorderanno tutti per un bel po'. Se le ricorderanno i bambini delle scuole del paese, che erano lì assieme ai loro insegnanti, in rispettoso silenzio, con gli occhi puntati su di lei. Se le ricorderanno i sindaci canavesani disposti in fila in cima alle scale della Scuola Primaria di Forno con la fascia tricolore in spalla.

Renata Segre, 90 anni, ex compagna di classe di Elena Colombo

Segre ha novant'anni, è del 1933. Novant'anni li avrebbe avuti pure Elena Colombo, se solo la vigliaccheria nazifascista non l'avesse uccisa in un campo di sterminio a 11 anni. E così Renata, questa signora coi capelli bianchi che stringeva i suoi guanti verdi tra le mani, ha ricordato la sua piccola amica stamattina, alla cerimonia di intitolazione della scuola primaria di Forno ad Elena. 

Il suo intervento, tra tutti, è stato il più toccante, lontano dai formalismi degli uomini delle istituzioni e invece impregnato di un ricordo vero, vissuto. Il ricordo di una bambina, di una sua amica, che la crudeltà umana ha portato via troppo presto, assieme ai suoi genitori, solo perché ebrea.

Uno dei disegni dei bambini per Elena Colombo

"L'8 settembre del '43 ci siamo di nuovo ritrovati, ma da lì in poi Elena non l'ho mai più vista. Ho ritrovato poi delle cartoline che ci scambiavamo ai tempi del fascismo. L'ultimo ricordo che ho è quello di un'estate al mare assieme. Oggi sono qui per ricordarvi la mia esperienza di Elena, che per me è stata un'amica unica". 

L'iter per l'intitolazione della scuola a Elena Colombo era stato avviato dall'amministrazione di Forno diversi mesi fa, su impulso dell'assessore Laura Tomasi Cont. Stamattina, finalmente, quel sogno è diventato realtà. Alle 10 i bambini e i rappresentanti delle istituzioni hanno iniziato a radunarsi.

La rappresentanza di sindaci presenti all'inaugurazione

La cerimonia è cominciata alla presenza del sindaco Alessandro Gaudio, della dirigente scolastica Mariella Milone e del giornalista Fabrizio Rondolino, parente di Elena Colombo, che ha ricostruito la storia della bambina e della sua famiglia grazie a testimonianze scritte e orali.

Presente anche una rappresentanza della Comunità Ebraica di Torino e agli alunni della Scuola Primaria e Secondaria di I Grado del paese; nel pomeriggio, le scolaresche hanno invece fatto una visita a Frazione Milani, presso la baita che ospitò la famiglia Colombo prima della deportazione, dove è stata scoperta la targa commemorativa a loro dedicata, con gli interventi della professoressa Alfreda Da Roit e di Giovanna Moretto, presidente A.N.P.I sez. Forno Canavese.

La storia di Elena Colombo sarà anche al centro di un docufilm che andrà in onda domani pomeriggio alle 16 su Rai3, e che gli alunni delle scuole di Forno hanno potuto vedere oggi in anteprima. 

La famiglia Colombo

Nata il 5 giugno del 1933 a Torino, Elena Colombo trascorse un’infanzia tranquilla e spensierata come quella di tanti bambini, quando la sua esistenza venne sconvolta dalla promulgazione delle leggi razziali e dalla conseguente politica discriminatoria e persecutoria che costrinse tutta la famiglia Colombo a scappare, prima a Rivarolo Canavese, dove Elena conobbe appunto Bianca, e poi a Forno Canavese, dove l’8 dicembre del 1943 furono tutti arrestati.

Per circostanze non ancora chiarite, mentre i genitori furono condotti subito al campo di sterminio di Auschwitz, sullo stesso treno di Liliana Segre, Elena fu affidata ad amici di famiglia con i quali restò per tre mesi prima di essere deportata anche lei ad Auschwitz, dopo aver scritto un’ultima cartolina a Bianca. Lì troverà la morte lo stesso giorno del suo arrivo, il 10 aprile 1944. Aveva 10 anni e 10 mesi.

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