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Alto Canavese
22 Gennaio 2023 - 21:40
Un'immagine dal film
Ha quasi undici anni quando, l'8 dicembre del 1943, Elena Colombo viene catturata dai nazifascisti a Forno Canavese assieme alla famiglia. Trasportati a Torino, i genitori sono incarcerati alle Nuove, poi trasferiti a San Vittore e infine, il 30 gennaio 1944, deportati ad Auschwitz. Vanda Foa, la madre, viene subito assassinata, la mattina dal 6 febbraio; Sandro, il papà, immatricolato con il n. 173417, morirà il 30 novembre.
Elena invece, per motivi che forse nessuno riuscirà mai a chiarire, viene affidata ad una famiglia amica, dove resta per tre mesi. Il 9 marzo 1944 le SS la trasferiscono al Charitas, un istituto laico che accoglie l’infanzia abbandonata; due settimane dopo, il 25 marzo, la deportano a Fossoli, da dove partirà per Auschwitz il 5 aprile.
Alcune immagini dal film
Da lì non uscirà più. Ecco, la sua storia è forse il simbolo più potente della barbarie nazifascista. A Elena, la Città di Rivarolo, dove la famiglia Colombo ha vissuto per un periodo, ha intitolato due totem nel centro storico il 2 giugno scorso. Lo stesso farà il Comune di Forno Canavese, guidato da Alessandro Gaudio, che il 26 gennaio prossimo intitolerà alla bambina la scuola del paese.
La storia della piccola Elena e del suo brutale assassinio non è rimasta inosservata, ed è giunta fino alla Rai. E infatti, il 27 gennaio alle ore 16, su Rai3 andrà in onda il film "La cartolina di Elena". Contemporaneamente il film sarà disponibile su Rai Play, e cinquanta minuti dopo il film sarà trasmesso anche su Rai Gulp. Si tratta, infatti, di un film animato pensato apposta per parlare anche ai più piccini.
Una scena dal film
Il cortometraggio, della durata di 25 minuti, si avvale dell’interpretazione di due giovanissimi talenti, Mariandrea Cesari (Mudmonster, Moda mia, Storia di una famiglia perbene) nel ruolo di Cecilia ed Emanuele Casati in quelli di Fabrizio, e ancora, nel ruolo di Laura, l’attrice e doppiatrice Francesca Vettori (voce de La Pimpa, Eric Cartman di South Park e molti altri) e, nel ruolo del guardiano,Guido Ruffa, celebre per aver interpretato per molti anni Lupo Lucio nella Melevisione.
Le riprese si sono svolte a novembre tra Forno e Rivarolo, in collaborazione con la Film Commission Torino Piemonte. Il risultato è una storia toccante ed emblematica dell’orrore della Shoah, "ma ancora poco conosciuta - dicono dalla Film Commission - perché ricostruita solo negli ultimi tre anni, attraverso l’aiuto di numerosi testimoni che con generosità hanno fornito notizie, ricordi e descrizioni, in particolare Piera Billotti, figlia di una vicina di casa di Torino, e Laura Doglione, figlia di Bianca, una staffetta partigiana che conobbe la bambina e la sua famiglia prima della loro deportazione".
Il campo di sterminio
Proprio a Bianca, Elena, poco prima di essere deportata, scrisse un messaggio che, letto col senno di poi, fa venire i brividi. "Devo darti una notizia meravigliosa! Oggi mi hanno annunciato che finalmente potrò raggiungere i miei genitori! Andrò anch’io nel campo tedesco dove lavorano e così li potrò rivedere e stare con loro. Non c’è bisogno che tu mandi pacchi, non preoccuparti più per me. Sono tanto felice! Parto domani per la Germania”.
Elena sarà assassinata sei giorni dopo aver scritto questa lettera. "Il film - anticipano dalla Film Commission - porta alle nuove generazioni la storia di Elena attraverso le vicende dei due giovani protagonisti, Cecilia e Fabrizio, due adolescenti compagni di scuola e migliori amici, che vivono nella Torino di oggi e che, partendo da una vecchia fotografia di famiglia trovata in soffitta provano a ricostruire la storia di Elena e dei suoi genitori. Sulla scia delle tracce lasciate dalla bambina, i due amici affrontano un viaggio da Torino verso Forno Canavese e Rivarolo, arrivando ad incontrare l’unica persona che conosce l’intera storia, Laura. È lei la chiave che permette di ricostruire l’intera vicenda di Elena Colombo, l’unica bambina italiana ad aver dovuto affrontare da sola l’orrore della deportazione e dello sterminio".
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