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Sanità
25 Gennaio 2023 - 23:28
Nel novembre dello scorso anno il Commissario dell'Azienda Zero Claudio Picco ha inviato a tutte le aziende sanitarie una nota per informarle che in un decreto ministeriale (il 77 del 23 maggio 2022) il Governo aveva definito un obiettivo minimo di assistenza domiciliare pari al 10% del totale dei pazienti over 65. In allegato pure una tabella con il conteggio che per il Piemonte era pari a 111.229 anziani e per l'Asl To4 di 12.948.
Numeri svizzeri o, se si preferisce norvegesi. Peccato che a livello regionale gli assistiti fossero a quella data meno della metà, appena 50.000 e questo significa per l'Asl To4, se tanto ci tanto, circa 5 mila.
Il consiglio di Picco ai vari direttori generali (compreso Stefano Scarpetta) fu quello di adeguare progressivamente le attività agendo attraverso gli appalti e l'utilizzo di soggetti accreditati.
"Quanto sopra - scriveva Picco - nella logica della corretta risposta ai bisogni delle persone assistite e dell’appropriatezza delle prestazioni erogate...".
Insomma tante belle parole...
Morale? Son passati già un paio di mesi da quella comunicazione e su questo e su altri fronte pare non essersi mosso quasi nulla. Da qui la decisione del Nursind (il sindacato delle professioni infermieristiche) di prendere carta e penna e scrivere una letteraccia.
"In questi giorni - commenta il sindacalista Francesco Coppolella - le Aziende sanitarie stanno presentando il fabbisogno di personale legato ai tetti di spesa assegnati dalla Regione Piemonte. Una goccia rispetto a quanto occorrerebbe per rispondere alla carenza di personale, responsabilmente impegnato e fino ad ora disponibile a continui provvedimenti emergenziali che si sovrappongono ad altri interventi urgenti, mentre continuano ad accumularsi migliaia di ore di straordinario e centinaia giornate di ferie non godute. Se la Regione Piemonte pensa si possa andare avanti in questo modo si rischia seriamente di chiudere i servizi e se qualcuno, come già ci è toccato sentire, vuole addebitare le responsabilità agli operatori o ancora peggio al sindacato, sbaglia di grosso...".
La verità è che la Regione Piemonte ha assegnato "in parola" alle Aziende sanitarie fondi (DL 34 2020) per personale da destinare al potenziamento delle terapie intensive, sub intensive, assistenza domiciliare e infermieri di famiglia, poi altri fondi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) per le case della salute e gli ospedali di comunità, ma tutti questi soldi non sono mai stati messi a disposizione realmente.
Il segretario regionale del Nursind Coppolella
"Quindi ci chiediamo - stigmatizza Coppolella - di cosa stiamo parlando?".
Nella realtà tutto continua come prima. E si continua a promuovere il lavoro straordinario da un lato e le privatizzazioni dall'altra.
"Si sta pensando di esternalizzare anche con l'assistenza domiciliare utilizzando finanziamenti che invece servivano per nuove assunzioni - stigmatizza Coppolella - Nei piani triennali non vediamo processi di reinternalizzazione. La Regione Piemonte avrebbe dovuto presentare, entro sei mesi dall'istituzione dell'Azienda zero, un piano socio sanitario di cui ancora non si sa nulla... Peraltro perchè sono stati assegnati quasi 8 milioni di euro all'Azienda Zero che non ha dipendenti? Non si capisce...".
A ciò si aggiunge un inesistente confronto con le parti sindacali .
"Non è più tollerabile il continuo annuncio ad incentivazioni e a tavoli che non sono mai arrivati - passa e chiude Coppolella - Prendiamo atto che non vi è disponibilità. La misura è colma!".
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