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04 Settembre 2025 - 09:34
Armir Gjeci
Alla Compagnia di Ivrea c’è un nuovo comandante. Il Capitano Armir Gjeci prende il posto del Capitano Manuel Grasso, che dopo quattro anni lascia la città per un nuovo incarico. È l’ennesimo cambio che segna settembre per l’Arma in provincia di Torino, ma a Ivrea la notizia non passa inosservata: qui il comandante è un punto di riferimento quotidiano per il territorio.
Gjeci non è un volto sconosciuto dentro le caserme. Dopo la formazione in Accademia e alla Scuola Ufficiali, ha iniziato la carriera ad Alcamo, in Sicilia, dove da Tenente ha guidato il Nucleo Operativo e Radiomobile. Un’esperienza tosta, in un contesto difficile, tra spaccio e microcriminalità. Non si è limitato però alle operazioni di repressione: ha lavorato nelle scuole, parlando di bullismo, cyberbullismo e droghe con ragazzi e famiglie. Segno di un approccio che guarda alla divisa come presenza sul territorio, non solo come forza repressiva.
Negli ultimi anni è stato al Nucleo Investigativo di Torino, impegnato in indagini delicate e spesso finite nelle pagine di cronache. Lo descrivono come un ufficiale determinato, preciso, uno che non lascia nulla al caso e che ha il senso della squadra.
Adesso tocca a Ivrea e al Canavese, un territorio che alterna la tranquillità dei paesi alle ombre di fenomeni ben noti: spaccio, furti, truffe agli anziani, violenze domestiche. Sfide che il suo predecessore Grasso ha affrontato con decisione, ottenendo risultati concreti e stringendo legami solidi con istituzioni e cittadini. Quattro anni intensi che hanno segnato il suo percorso eporediese e che ora diventano il punto di partenza per chi raccoglie il testimone.
Per Gjeci si apre una nuova partita: dovrà tenere alta la guardia sul fronte della sicurezza, continuare l’azione investigativa e, al tempo stesso, costruire un rapporto diretto con la comunità. Nei prossimi giorni incontrerà le autorità e si presenterà ufficialmente, ma la sfida più grande sarà conquistare la fiducia della gente comune, quella che ogni giorno bussa alle porte della caserma o che guarda alla divisa come presidio di sicurezza.
Ivrea e il Canavese lo aspettano al varco. Perché qui, più che altrove, la differenza tra un comandante e l’altro non si misura nelle cerimonie, ma nella vita di tutti i giorni: nelle strade da pattugliare, nei quartieri da proteggere, nelle persone da ascoltare.
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