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15 Agosto 2025 - 18:27
Ferragosto d’inferno in Canavese: Borgofranco bloccata da ore di coda
Ferragosto d’inferno sulle strade del Canavese. Un fiume di auto, un passo d’uomo che si trascina per chilometri, clacson che diventano colonna sonora della giornata.
È questo lo scenario che oggi, venerdì 15 agosto, si è presentato a Borgofranco d’Ivrea, trasformata in imbuto per chi puntava verso il Monte Bianco o le valli laterali della Valle d’Aosta. Un incubo estivo che, stavolta, non ha nulla a che fare con incidenti o blocchi autostradali. I Tir erano fermi, come da calendario festivo. Eppure il traffico ha inghiottito il paese, soffocandolo sia sulla sponda destra della Dora, lungo la provinciale 69, sia sulla sponda sinistra, sulla statale 26, senza risparmiare neppure il tratto dell’A5.
A mettere nero su bianco la rabbia, con un post che sa di denuncia, è stato il sindaco Fausto Francisca: «Questa volta i Tir non c’entrano, non c’entra la A5 bloccata, c’entra invece che la viabilità attuale è obsoleta». Una frase che pesa come un macigno, perché il problema non è nuovo. Si parla di circonvallazioni e sovrappassi dal 1972, ma in cinquantadue anni l’unica opera realizzata è stata la circonvallazione — peraltro parziale — di Bajo Dora. Il resto, parole al vento.
L’ultima promessa aveva preso forma nel 2019, quando Anas, Rfi, Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino e i Comuni interessati firmarono un protocollo di intesa. Lo studio di fattibilità di Anas risaliva già al 2013: toccava a Palazzo Cisterna tradurlo in progetto esecutivo. Cinque anni dopo, però, il disegno di quella circonvallazione sembra svanito nel nulla. «Ad oggi il progetto non esiste?» si chiede il sindaco, ricordando che senza un bypass l’incubo del traffico a Borgofranco è destinato a ripetersi.
Così, ogni volta che una festività o un’ondata di turismo mette sotto pressione la viabilità, il paese diventa ostaggio di colonne interminabili. Non è solo un disagio per chi transita: i residenti si ritrovano intrappolati, le attività rallentano, e la sensazione di vivere in una “strozzatura” viaria si fa sempre più insopportabile. A forza di rimandare, quella che poteva essere una soluzione strategica per l’intero Canavese è rimasta un’idea su carta. E Ferragosto 2025 lo ha ricordato a tutti, nel peggiore dei modi.
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