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Ivrea
24 Gennaio 2023 - 11:51
Mercoledì si è recata agli uffici di Aeg Reti, con addosso la disperazione di una mamma, chiedendo, quasi supplicando l’invio di un tecnico per la riaccensione dell’impianto. “Abbiamo 24 ore di tempo” le han risposto in burocratese facendo riferimento a leggi e regolamenti.
“Ma lei ce li ha dei figli?” le ha domandato la povera condomina. “Si metta nei nostri panni...”.
Perchè faceva un freddo cane al civico 4 di via Buozzi. Un freddo che ti entrava nelle ossa, con l’aria che passava dagli spifferi dei serramenti tutti rotti, stendendosi sui volti, rossi da far male.
Ci avevan provato a girare le valvole. A uno, a due, a tre, fino a cinque ma non era successo proprio nulla. Da un appartamento all’altro, le lamentele, i singhiozzi, il “suono” della tosse de ragazzi con l’influenza e degli anziani con i reumatismi. Poco importa.
Il condominio di via Buozzi
La storia si ripete. Lo scorso anno l’impianto era rimasto rotto quasi tutto l’inverno e se n’erano fottuti un po’ tutti, quest’anno è un problema di bollette non pagate e a staccare la fornitura di gas, nella giornata di lunedì 22 gennaio è stata proprio Aeg Reti.
Al diavolo la povertà e chi l’ha inventata... Al diavolo i soldi. Al diavolo certi amministratori pubblici in tutt’altre faccende affaccendati.
“Ma come mai sono spenti sti cavoli di termosifoni - si sono chiesti di primo acchito l’un l’altro i vicini di casa - è mai possibile che con il freddo che fa ci lascino con 13 gradi in casa...? Io ho anche la bimba che non sta bene...”.
Appena lo ha saputo l’Amministratore Fabio Lova ha subito chiesto informazioni. Ha controllato le bollette e informato i condomini di aver pagato il 13 gennaio una fattura di circa 5 mila euro. A quanto pare non era bastato!
“Ho chiesto alla società Hera e a Aeg Reti - ha poi comunicato Lova nel gruppo di whatsapp dei condomini - Ho chiesto immediatamente il ripristino e sto mandando una pec (posta certificata ndr) a entrambe le società. Chiederò i danni...”.
E più di così Lova non avrebbe davvero potuto fare.
Due società in ballo che per tre giorni han giocato allo scaricabarile. Tocca a loro comunicare. Tocca a noi fare ma facciamo se ce lo dicono loro. Loro, noi, noi loro. Mandarle entrambe a quel paese sarebbe stato il minimo sindacale.
Hera Spa è una multiservizi con sede a Bologna che si occupa di tante cose, tra cui acqua, rifiuti, financo del gas. E a lei che si fanno i pagamenti. Il fornitore materiale però è Aeg che in questo caso ha agito in base agli ordini impartiti. Della serie: “Vai e ammazzali tutti stecchiti!”. Vergogna!
Morale?
C’era un’altra fattura rimasta insoluta, quella della cauzione pari a 7.250 euro. Era stata inviata al condomino in Via Buozzi 2 e non allo studio dell’Amministratore che, pertanto non ne era a conoscenza.
“Ho provveduto immediatamente al pagamento ed inviato la mail di comunicazione del pagamento per la riattivazione - ha spiegato ai condomini Lova - Mi hanno detto che il tempo di riattivazione sarà entro le 48 ore e lo si capirà solo nelle prossime ore...”.
Via Buozzi. Civico 4. Due condomini, uno di fronte all’altro. Gli inquilini sono rimasti tre intere giornate al freddo. In totale 36 famiglie, la maggioranza delle quali paga l’affitto all’Atc. Qualche “proprietario” c’è ma si contano sulla punta di una mano, forse due.
Anziani con la minima di pensione e famiglie numerose che faticano a mettere insieme il pranzo con la cena.
C’è chi vive collegato alla macchinetta dell’ossigeno. C’è chi ha patologie che tutto possono sopportare salvo le temperature troppo rigide. E poi c’è chi non dorme la notte. Chi piange di giorno. Chi studia il da farsi. Chi guarda al futuro con preoccupazione e chi il futuro proprio non ce lo ha...
Intanto, fino a mercoledì scorso si è continuato a morire dal freddo e l’unica arma rimasta a disposizione è stato “lamentarsi”.
Qui nei primi giorni di quest’inverno i termosifoni erano stati tenuti al minimo. Agli inquilini era stato detto di rivolgersi ad Atc che a sua volta stava raccontando a pieni polmoni le iniziative messe in atto, con tanto di elmetto in testa e il “sedere degli altri”, per combattere la guerra dei prezzi e tra queste una faceva riferimento al termostato con un grado termico in meno. In una casa ben coibentata non significa nulla, ma qui equivale a dire “Polo nord”.
“Ribelliamoci - han commentato in tanti - Questo palazzo sta andando a capofitto ...”.
“Non è che perchè abitiamo alle case popolari siamo stupidi... Io non voglio stare al freddo. Sto andando nel panico. Ci sono le finestre che fanno schifo e entra aria. Per il riscaldamento sono indebitata fino al collo ma stavo pagando tutto a rate. Adesso dico basta. Non pago più nulla”.
E poi quell’altro: “Non ci facciamo abbindolare. Compriamoci le stufe elettriche e rifiutiamoci di pagare. Oppure denunciamoli”.
All’ultimo piano si gelava ma c’è chi aveva già rinunciato anche solo a dire “beh”..
“Avete visto cosa è successo l’altra volta... Alla fine hanno vinto loro... Si erano dimenticati di farci pagare due annualità e ci hanno mandato le bollette arretrate. Eppure lo sbaglio era stato loro. Succederà di nuovo così. Arrendersi non significa chinare la testa. Se anche parliamo non ci ascolta nessuno. Non gliene frega niente delle persone che stanno in questo palazzo.... Eh no, questa guerra non la vinciamo... È l’ennesima dimostrazione: per le istituzioni noi siamo gli ultimi”.
Dimenticati da tutti. Dimenticati da Dio. Dimenticati dal mondo, soprattutto dall’Amministrazione comunale.
Poi d’un tratto mercoledì scorso, dopo mesi e mesi di silenzio, si sono fatti prendere dalla vergogna e hanno risposto ad una lunga serie di telefonate fissando un appuntamento con i condomini per lunedì 27 febbraio, che intanto non c’è fretta.
“Se eravamo ricchi mica stavamo qua, vivevamo nei villoni. Ci dicano quando riaccenderanno l’impianto....” sbuffa Angela.
C’è chi vorrebbe scendere in piazza, chi propone manifestazioni davanti al Comune.
Tant’è! La verità è che l’Amministrazione comunale a guida centrodestra, dal sindaco Stefano Sertoli alla vice Elisabetta Piccoli, di via Buozzi non ha mai voluto occuparsene e chi se ne frega se là dentro ci sono degli anziani che rischiano di morire. Sembra quasi di sentirli: “Meglio correre dietro ai pifferi.... Amen”.
“Con una nuova centrale termica e una migliore coibentazione – aveva strombazzato quest’estate l’ATC – i consumi energetici delle prossime stagioni potranno diminuire fino al 60%, con un risparmio anche sui costi di riscaldamento…”.
Così erano stati “venduti”, a chi chiedeva lumi, i lavori al nuovo impianto, grazie al superbonus
Una diminuzione che però, ahìnoi, non è bastata a bilanciare gli aumenti sui prezzi quasi triplicati in pochi mesi per colpa di Putin, del mercato, del Covid, soprattutto dell’alta finanza.
Ecco perchè in tanti avrebbero preferito passare dal riscaldamento centralizzato a quello autonomo.
Sarà anche basso il canone di locazione ma diventa altissimo se si aggiungono le “spese varie” del giardiniere e del riscaldamento. “Abbiamo costi di un residence ma facciamo una vita da cani…” s’era lamentata con noi Maria durante una protesta andata in scena qualche tempo fa nel cortile dei due stabili.
Ci aveva mostrato ogni stanza del suo appartamento. Ci aveva indicato le pareti con la muffa e quelle scrostate, i serramenti esterni ed interni tutti rotti e pieni di fessure, i vetri spaccati, le grondaie bucate, i calcinacci. In queste condizioni si capisce fin troppo bene il perchè delle bollette così care e salate.
Per molti, qui dentro, la situazione va di male in peggio.
Ai problemi con l’attuale fornitore, si aggiungono gli “arretrati” con chi c’era prima, la Exe.gesi, pari a 55 mila euro all’anno per tre anni. Tanti... Troppi...
Alla fine l’ Atc s’è accollata il debito ma poi ha cominciato a bussare alla porta delle famiglie debitrici con in mano la superbolletta, a cui si aggiungono gli “affitti” non pagati. Da quel giorno in avanti non passa settimana che non arrivi un ufficiale giudiziario a bussare alla porta e c’è chi rischia di essere “sbattuto fuori”.
Oggi comunque Maria non parla più. E’ morta di crepacuore dopo il ricevimento di una maxi bolletta per le spese di riscaldamento. E dire che avrebbe voluto mettersi in regola. Dio solo sa quanto lo avrebbe voluto. Non aveva i soldi per pagare…. Si lamentava. Soffriva. Si disperava e intanto si indebitava.
“Il 30 gennaio vengono a riprendersi il garage... - ci racconta Nilde - Non ho ricevuto una raccomandata. Mi è stato preannunciato tutto per telefono. Una cosa mai vista. Vogliono 1.500 euro subito e io non li ho. Cosa faccio? Vado a rubare? Se penso agli arretrati poi mi vien da piangere...”.
Eggià! Se sugli arretrati la disperazione si tagliava con il coltello, sulle bollette che arrivano non ci sono più lacrime per piangere.
Primo piano, condominio A.
Al citofono risponde Marta: “Chiamatemi un’ambulanza!”.
Al suo fianco un bambino urla: “Non ce la faccio più...!”
Il primo cittadino di Ivrea Stefano Sertoli
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