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Lombardore

Ambientalisti e agricoltori contro il parco fotovoltaico, vogliono solo prati

"Si sta umiliando continuamente l'agricoltura"

Ambientalisti e agricoltori contro il parco fotovoltaico, vogliono solo prati

Un esempio di parco fotovoltaico

I pannelli che raccolgono l'energia, pulita, del sole? No, neanche quelli. Ambientalisti, Coldiretti e (un pezzo) politica da tempo dicono "No" all'installazione di un parco fotovoltaico tra Lombardore e San Benigno Canavese.

Una posizione che, nei giorni scorsi, Coldiretti ha ribadito fortemente con un video (QUI SOTTO).

"Siamo - spiega Marco Devecchi, Presidente della Coldiretti di Lombardore - sul futuro sito tra Lombardore e San Benigno dove dovrebbe sorgere il parco. Noi siamo contrari perché consumerebbe suolo agricolo coltivato a frumento o con altri cereali, dipende dai periodi. Tra l'altro, questo consumo di suolo avverrebbe in una zona già molto colpita da questo fenomeno. Tra zone industriali, strade e nuovi costruzioni c’è stata una riduzione del terreno agricolo del 20% in 30 anni".

Marco Devecchi, Presidente Coldiretti Lombardore

Anche gli ambientalisti si schierano al fianco della Coldiretti.

"Noi siamo contrati ai campi fotovoltaici - spiega Ezio Lorenzetti, Vice Presidente Amici della Terra, Club della Vauda - perché sono un danno ambientale enorme, non siamo contro il discorso fotovoltaico in generale, siamo per preservare il terreno e applicare il fotovoltaico ai tetti, capannoni, nei terreni già persi, penso alle cave. Occorre utilizzare queste energie dove non sono un punto di distruzione ma siano effettivamente d’aiuto".

Ezio Lorenzetti, Vice Presidente Amici della Terra, Club della Vauda

Da Torino si alza la voce anche di Bruno Mecca Cici, Presidenti di Coldiretti Torino.

Bruno Mecca Cici, Presidente Coldiretti Torino

"Il suolo fertile della provincia di Torino è sotto attacco per fare posto a varianti stradali, circonvallazioni, campi fotovoltaici, speculazioni per nuove aree produttive e abitative. Tutto questo mentre il territorio è disseminato di vecchi insediamenti industriali dismessi, capannoni mai utilizzati, cantieri edili mai terminati. Tutti spazi che potrebbero essere rioccupati da nuove strutture e infrastrutture senza consumare nuovo suolo agricolo". Coldiretti Torino punta il dito sulla mancanza di sensibilità di molte amministrazioni sul tema del consumo del suolo, vera e propria piaga ambientale, per troppo tempo ignorata.

E ancora...

"Siamo stufi - proseguono da Coldiretti - di vedere considerati i nostri strumenti di lavoro (i campi) come semplici aree “libere”, facili da espropriare e che non hanno bisogno di bonifiche. I nostri campi producono: producono cibo, forse il bene che oggi è più prezioso e che alimenta gli unici posti di lavoro che davvero possono avere un futuro se l’agricoltura non venisse continuamente ostacolata e umiliata".

Coldiretti Torino chiede che la Città metropolitana e i Comuni rivedano i progetti azzerando il consumo di suolo agricolo. Chiede anche che la Regione modifichi il regolamento per le autorizzazioni ai nuovi campi fotovoltaici escludendo tutti i terreni agricoli e che la Regione definisca al più presto nuove norme contro il consumo di suolo.

L'area dove dovrebbe sorgere il parco fotovoltaico tra Lombardore e San Benigno Canavese

Secondo dati Arpa Piemonte la superficie totale di suolo consumato in Piemonte aggiornata al 2021 è di circa 169.655 ettari, pari quindi al 6,7 % della superficie totale regionale (circa 2 milioni 540mila ettari).

Sempre secondo Arpa Piemonte, in termini assoluti, la Città Metropolitana di Torino con oltre 58mila 359 ettari di superficie consumata è la provincia con il valore più alto del Piemonte. La Città Metropolitana di Torino si conferma quindi come l’area che, complessivamente, contribuisce maggiormente al fenomeno di consumo regionale incidendo per il 34,4 %.

Secondo dati Coldiretti, in Italia, negli ultimi 50 anni, è scomparso quasi 1 terreno agricolo su 3 (-30%) a causa dell’abbandono e della cementificazione che hanno ridotto la capacità di assorbimento della pioggia e messo a rischio l’ambiente e la sicurezza dei cittadini per frane ed alluvioni.

A sostegno di Coldiretti e ambientalisti si è schierato anche il Partito Democratico Piemontese.

"In questa fase storica, - precisa Monica Canalis, vice segretaria Pd Piemonte e consigliera regionale - in cui le politiche europee spingono da un lato sulla velocizzazione del processo di trasformazione energetica verso fonti rinnovabili e dall’altro sulla necessità di una maggiore produzione agricola per evitare crisi alimentari, il ricorso ai terreni agricoli per l’installazione dei pannelli solari dovrebbe essere davvero l’extrema ratio. Riteniamo che si possa fare di più per triplicare nel 2030 l’attuale potenza installata arrivando a 5.000 MW senza ricorrere al suolo agricolo. Poggiarsi sui tetti dei numerosi manufatti ancora liberi, a cominciare dai numerosi edifici di proprietà pubblica, è un’opzione ancora inesplorata".

 

Di cosa parliamo? Il progetto di Lombardore

Al cento della discussione c'è un impianto fotovoltaico che insisterà su una superficie di circa 25 ettari in una zona di poco esterna al parco della Riserva Orientata della Vauda e su una proprietà privata. Il progetto riguarda la realizzazione di un nuovo impianto fotovoltaico a terra del tipo grid connected nei territori dei comuni di Lombardore e San Benigno Canavese, nei pressi della località “Poligono”. L’iter per la realizzazione dell’impianto è partito a luglio del 2020 quando la Kyan Srl ha presentato la proposta alla Città Metropolitana.

La zona dove dovrebbe sorgere il Parco Fotovoltaico 

“Saranno utilizzati - spiegava nel progetto la ditta che realizzerà l’impianto - moduli fotovoltaici di ultima generazione, provvisti di vetro antiriflesso per evitare qualsiasi fenomeno di abbagliamento. In rispetto a quanto richiesto dai piani regolatori, ad integrare quanto già presentato, verranno inseriti per circa 80 alberi ad alto fusto a creare un viale alberato verso la cascina Fertula, e realizzate cabine elettriche con copertura in coppo piemontese. Per quanto concerne la flora, sarà mantenuto il manto verde con erba da foraggio per tutta la durata dell’impianto con controlli annuali sulle proprietà organiche del suolo, che sicuramente risulterà migliore alla dismissione dell’impianto, in quanto non utilizzato per colture intensive come accede ora che possono prevedere l’uso di  pesticidi o concimi chimici. Sempre in merito alla flora saranno piantate 10000 piante da siepe autoctone, cespugli e arbusti a mitigazione dell’impianto per una lunghezza di 5,1 km con una profondità di 4 ml, lasciando passaggi per la micro e medio fauna. Inoltre a poca distanza dalla strada provinciale a garanzia di un corretto mascheramento sarà messo a dimora un filare di alberi ad alto fusto che insieme alla siepe nasconderà completamente l’impianto”.

Il Comune dice "No" ma ha già pronte le compensazioni

"La posizione dell’Amministrazione è già stata espressa in modo contrario attraverso le delibere di Consiglio e Giunta che sono state impugnate al TAR Piemonte e per le quali ci siamo costituiti e stiamo resistendo nelle fasi di giudizio", questa la dichiarazione del Sindaco di Lombardore, Rocco Barbetta qualche giorno fa.

Il Sindaco di Lombardore, Rocco Barbetta

La posizione dell’Amministrazione comunale sull’opera, almeno ufficialmente, è sempre stata piuttosto chiara: una netta contrarietà, come detto e ripetuto sia in una delibera di Giunta, sia un Consiglio comunale del dicembre 2020. Ora, però, in una delibera di ottobre 2022 l’amministrazione ha aperto le porte a possibili compensazioni.

Se il Ministero della Transizione Ecologica, infatti, dovesse autorizzare la realizzazione del parco fotovoltaico sul territorio, il Comune ha indicato le seguenti misure compensative: l’installazione del fotovoltaico su tutte le strutture comunali, con potenza minima di 100 KW, con accumuli. Si parla poi anche della  successiva creazione della Comunità energetica a servizio della Cittadinanza. Si parla, poi, anche della realizzazione di un parco /giardino pubblico da insediare su terreno comunale, con piantumazione di alberi a medio fusto per un importo complessivo pari a 40 mila euro. Infine il Comune chiede anche la donazione di una navetta elettrica a servizio della popolazione per raggiungere le aree di interscambio ed i servizi non presenti sul territorio, o in alternativa garantire tale servizio per almeno 10 anni.

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