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11 Gennaio 2025 - 18:39
Ancora una volta il Tribunale di Torino, accogliendo le richieste della Procura della Repubblica, ha archiviato le denunce mosse dalla Questura e da privati contro diversi movimenti ecologisti. Le prime denunce risalgono al Climate Social Camp del luglio 2023, quando 14 persone furono individuate arbitrariamente come presunte organizzatrici di una pedalata che attraversò la città e denunciate per “manifestazione non preavvisata” (art. 18 TULPS), "invasione" (art. 633 cp) e "imbrattamento" (art. 639 cp). A queste si aggiungono le denunce per due azioni di Extinction Rebellion: la prima, del 30 marzo 2023, riguardava il rovesciamento di un quintale di letame all’ingresso del grattacielo della Regione Piemonte, per denunciare l’assenza di politiche contro la siccità; la seconda, del 29 aprile 2024, vide un gruppo di attivisti arrampicarsi sul tetto della facoltà di Biologia in piazza Carlina durante il G7 Energia, Clima e Ambiente, esponendo uno striscione con scritto “Il re è nudo, il G7 è una truffa”. Quel giorno, due persone furono fermate e denunciate per “detenzione abusiva di armi” solo perché avevano coltellini svizzeri negli zaini.
Tutte le denunce sono state archiviate perché “il fatto non sussiste”. La PM Sellaroli ha rigettato ogni accusa, sottolineando l'assenza di elementi concreti. Nel caso dell’azione al grattacielo della Regione, ha precisato che “non c’è stata violenza privata né deturpamento o imbrattamento stabile” e che “l’accesso al palazzo era comunque garantito ai dipendenti”. Ha inoltre chiarito che non vi era stata occupazione di terreni per fini di profitto. Per quanto riguarda il Climate Social Camp, il decreto di archiviazione ha evidenziato che “lo speakeraggio e il ruolo di guida non qualificano gli indagati come promotori”. È stata inoltre stigmatizzata l’arbitrarietà della Questura nel denunciare persone semplicemente perché note. Quanto alla detenzione di coltellini svizzeri, la PM ha dichiarato che “l’appartenenza di due coltellini multiuso alla categoria delle armi è di per sé discutibile”, evidenziando l'importanza di un “corretto bilanciamento tra valori costituzionalmente tutelati e la libertà di manifestazione del pensiero”.
“In questi anni siamo stati ricoperti di denunce poi archiviate, a dimostrazione dell'inconsistenza delle accuse. L’obiettivo non è portarci a processo, ma costruire una ‘storia di polizia’ per giustificare misure di prevenzione come fogli di via o DASPO urbani, che espellono le persone dalle città senza processo”, afferma Annalisa, attivista di Extinction Rebellion.
Le recenti polemiche riguardano una circolare del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, diffusa prima di Natale, che invita le prefetture a istituire “zone rosse” per tenere lontane persone ritenute “pericolose”.
Questo strumento, insieme al DASPO urbano, consente l’allontanamento arbitrario da specifiche aree urbane senza alcuna condanna penale. La Camera Penale di Milano ha denunciato questa prassi come contraria al principio di presunzione di innocenza e al buon senso. “Colpisce chi è semplicemente segnalato all’autorità giudiziaria”, sottolineano gli avvocati penalisti.
“Mentre si celebrano indisturbati i raduni neofascisti in tutto il Paese, il governo e le questure d’Italia cercano di fermare chi chiede giustizia climatica e sociale. Neanche questa volta ci sono riusciti.”
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