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04 Novembre 2025 - 18:32
Una semplice foto ricordo è bastata a scatenare una tempesta internazionale. Tutto è iniziato quando Hideo Kojima, il leggendario game designer giapponese autore di capolavori come Metal Gear e Death Stranding, ha pubblicato sui propri profili social una foto scattata al Lucca Comics & Games insieme al fumettista italiano Zerocalcare. Nello scatto, l’artista romano reggeva una copia di Kobane Calling, la sua graphic novel più famosa, dedicata alla resistenza curda contro l’ISIS.
Nel giro di poche ore, il post ha attirato un’ondata di proteste e minacce da parte di utenti turchi, che hanno accusato Kojima di sostenere “organizzazioni terroristiche”, in riferimento alla causa curda raccontata nel libro. Una valanga di commenti aggressivi, insulti e segnalazioni che hanno portato lo stesso autore giapponese — o il suo staff — a rimuovere la foto dai social, nel tentativo di spegnere la polemica.
Ma il gesto non è passato inosservato. Nel frattempo, Kobane Calling è tornato di tendenza su X (ex Twitter) e la notizia ha fatto il giro dei media internazionali, alimentando il dibattito sulla libertà d’espressione e la censura culturale.
Zerocalcare, con il suo consueto tono ironico e amaro, ha affrontato l’episodio in un video diffuso poche ore dopo, spiegando: «Non c’è nulla da ridere quando certe questioni rischiano di diventare pericolose per chi ci mette la faccia». L’autore romano ha raccontato di aver vissuto la vicenda con “sconcerto ma senza rancore”, sottolineando che la cancellazione della foto «è solo il sintomo di quanto sia ancora esplosiva la questione curda».
Kobane Calling, pubblicato nel 2016, è considerato uno dei lavori più significativi di Zerocalcare: un reportage a fumetti sulla resistenza dei combattenti curdi in Siria e sulla nascita del confederalismo democratico del Rojava, che negli anni è stato tradotto e distribuito in tutto il mondo.
L’episodio di Lucca, però, mostra come la sensibilità politica internazionale possa travolgere anche un gesto di stima tra artisti. E come un fumetto, nato per raccontare una storia di libertà e resistenza, possa ancora — quasi dieci anni dopo — scatenare le paure e le censure di un conflitto irrisolto.
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