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28 Ottobre 2025 - 19:29
Un video condiviso dal quotidiano americano New York Post ha riacceso l’attenzione su Chernobyl, il luogo del più grave disastro nucleare della storia. Nelle immagini, girate lo scorso ottobre nei pressi della centrale, si vedono diversi cani randagi dal pelo blu acceso, intenti a muoversi tra i resti della zona contaminata.
Gli operai che si prendono cura della colonia — discendente dai cani domestici abbandonati dopo l’esplosione del 1986 — sono rimasti sbalorditi di fronte al colore innaturale del manto, mai osservato prima. Il video, diventato virale in poche ore, ha riaperto il dibattito sulle conseguenze a lungo termine dell’esposizione radioattiva nell’area e sulla possibilità di mutazioni genetiche o contaminazioni ambientali ancora in corso.
Gli scienziati che da anni studiano la fauna di Chernobyl invitano alla cautela: le sfumature blu potrebbero essere dovute a reazioni chimiche con sostanze presenti nel suolo o nell’acqua, più che a effetti diretti delle radiazioni. Tuttavia, la presenza di animali così visibilmente alterati continua a suscitare inquietudine.
Il caso dei “cani blu di Chernobyl” si aggiunge alla lunga serie di fenomeni insoliti registrati nella zona di esclusione, dove la natura — pur tra mille contraddizioni — ha continuato a riconquistare spazio, trasformando un luogo di tragedia in un laboratorio vivente di resistenza biologica.
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