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08 Ottobre 2025 - 19:27
Il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini è tornata a parlare dopo le contestazioni subite alla Sapienza di Roma e le successive polemiche di Siena, dove alcuni studenti avevano scandito slogan contro il governo e contro di lei durante eventi pubblici. In un lungo post pubblicato oggi su X, la ministra ha risposto con toni fermi ma concilianti, difendendo l’operato del Ministero e rivendicando i risultati raggiunti sul fronte dell’accoglienza degli studenti palestinesi.
«Quello che è accaduto a Siena non offende me, ma gli studenti palestinesi che hanno trovato casa nelle nostre università e l’intera comunità accademica», ha scritto Bernini, sottolineando come gli episodi di protesta non rappresentino il volto reale del mondo accademico italiano. «Il volto degli atenei del nostro Paese è quello della generosità, dell’altruismo e dell’accoglienza con cui siete stati ricevuti», ha aggiunto, rivolgendosi direttamente agli studenti provenienti dalla Striscia di Gaza.
Quello che è accaduto a Siena non offende me, ma gli studenti palestinesi che hanno trovato casa nelle nostre università e l’intera comunità accademica.
— Anna Maria Bernini (@BerniniAM) October 8, 2025
A loro voglio dire con forza che questo non è il vero volto dell’università italiana.
Il volto degli atenei del nostro Paese è… pic.twitter.com/opXJKK8IZu
Le parole arrivano dopo le contestazioni avvenute alla Sapienza lo scorso 16 settembre, quando alcuni membri di Sinistra Universitaria e dell’Unione degli Universitari hanno interrotto l’intervento della ministra durante l’inaugurazione dello scalone monumentale per i 90 anni della Città Universitaria di Roma. Gli studenti, che esponevano cartelli e bandiere palestinesi, hanno accusato il governo di “complicità con Israele”, gridando: «Siete complici, dovete fermare Israele, interrompiamo gli accordi».
Sui social, le sigle studentesche hanno poi rivendicato l’azione: «Non possiamo accettare passerelle nella nostra università da parte di chi continua a inviare armi e a intrattenere rapporti con Israele». La ministra, lasciando la cerimonia, ha replicato annunciando la volontà di costituirsi parte civile in caso di aggressioni e ribadendo: «L’università è inclusività, apertura, democrazia, mai violenza».
Nel suo post, Bernini ha voluto spostare l’attenzione sul lavoro compiuto dal Mur insieme al Ministero degli Esteri per favorire percorsi di integrazione e studio. Ha ricordato l’apertura del primo corridoio universitario dalla Striscia di Gaza, la distribuzione di 39 borse di studio in 15 università italiane, la garanzia di mense e alloggi e l’organizzazione di corsi di lingua italiana per gli studenti accolti. «Non mi lascio spaventare da slogan vuoti. Questi insulti non cancellano quanto fatto a sostegno degli studenti palestinesi», ha scritto, promettendo di proseguire «l’impegno per accogliere nuovi studenti e ricercatori».
Una dichiarazione che vuole segnare un punto politico in un momento in cui il tema del conflitto israelo-palestinese attraversa anche il mondo accademico, tra occupazioni simboliche e proteste di piazza. «Quanto accaduto rafforza ancora di più la mia determinazione e il mio impegno a rendere l’università italiana un luogo sempre più aperto, giusto e capace di sostenere i sogni e le ambizioni di ogni studente», ha concluso Bernini.
Dietro la fermezza istituzionale, resta la tensione di un Paese dove anche l’università è diventata terreno di confronto sul significato stesso di solidarietà e libertà di espressione.
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