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L'Idf assalta la Flotilla: il video dell'arresto di Greta Thunberg

L'attivista svedese faceva parte della spedizione in rotta verso Gaza. Le forze israeliane l'hanno arrestata, ma in acque internazionali

La notte tra martedì e mercoledì ha segnato un nuovo capitolo di tensione nel Mediterraneo orientale. La Global Sumud Flotilla, missione internazionale organizzata per rompere il blocco navale su Gaza, è stata intercettata dalla marina israeliana. Almeno tredici imbarcazioni, con a bordo circa 200 attivisti provenienti da diversi Paesi, sono state abbordate e fermate, secondo quanto riferito dal portavoce della missione Saif Abukeshek. Tra i fermati figura anche Greta Thunberg, l’attivista svedese ormai volto internazionale delle mobilitazioni filopalestinesi.

Nonostante il blitz, una ventina di navi sarebbero riuscite a proseguire la navigazione verso la costa della Striscia, come confermato dagli organizzatori che hanno denunciato “le incessanti aggressioni della marina di occupazione israeliana”. La spedizione, partita venti giorni fa da Barcellona, Tunisi e Augusta in Sicilia, comprendeva circa 500 persone tra cui anche figure di spicco come Mandla Mandela, nipote di Nelson Mandela, oltre a parlamentari europei e italiani.

La notizia dell’arrembaggio ha acceso immediatamente le piazze di mezzo mondo. Nella notte si sono svolte manifestazioni di protesta a Bruxelles, Berlino, Buenos Aires, Atene, ma la mobilitazione più partecipata si è registrata in Italia. Migliaia di persone hanno sfilato a Roma, Milano, Torino, Genova e Firenze, denunciando la scelta di Israele e contestando la linea del governo Meloni, che aveva già bollato l’iniziativa come “pericolosa e irresponsabile”.

Secondo quanto dichiarato in Parlamento dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, a bordo delle navi fermate si trovavano anche 22 cittadini italiani, che saranno rimpatriati a partire da venerdì. Tajani ha ribadito la necessità di “tutelare i nostri connazionali”, ma le sue parole non hanno placato le critiche, soprattutto da parte di chi accusa il governo di “complicità silenziosa” con Tel Aviv.

La missione della Flotilla non è un’iniziativa improvvisata: preparata per mesi, intendeva portare un carico simbolico di aiuti umanitari e richiamare l’attenzione sull’assedio di Gaza. Non a caso, diversi leader politici hanno parlato di violazione del diritto internazionale. La vicepremier spagnola Yolanda Díaz ha definito l’intervento israeliano “un crimine contro il diritto internazionale” e ha chiesto all’Unione Europea di interrompere le relazioni diplomatiche con Israele.

Duro anche il comunicato del ministero degli Esteri turco, che ha parlato apertamente di “atto di terrorismo” e messo in guardia dai rischi per la vita di civili. Da Islamabad, il Pakistan ha definito l’abbordaggio “un attacco vile”.

Tel Aviv, invece, rivendica l’operazione. In una nota ufficiale, il ministero degli Esteri israeliano ha definito gli attivisti “passeggeri di Hamas-Sumud” e ha spiegato che verranno trasferiti in Israele per le procedure di deportazione. “I passeggeri sono al sicuro e in buona salute”, ha aggiunto il comunicato.

Da parte palestinese, le voci di condanna si moltiplicano. L’ex portavoce del negoziato di Madrid, Hanan Ashrawi, ha definito gli attivisti “coraggiosi” e ha parlato di “vero significato della solidarietà umana”, sottolineando come abbiano scelto di rischiare la vita per rompere l’assedio.

Il destino delle imbarcazioni ancora in mare resta incerto, ma la vicenda ha già prodotto un effetto tangibile: rilanciare la mobilitazione internazionale e rimettere al centro del dibattito il blocco navale imposto da Israele, che continua a trasformarsi in un terreno di scontro politico e diplomatico globale.

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