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Cronaca
09 Aprile 2025 - 13:03
È il giorno del verdetto. Dopo 14 udienze e un processo dibattimentale durato mesi, il Tribunale di Ivrea – in composizione collegiale con presidente Melania Cafiero e i giudici Scannavino e Natta a latere – si prepara oggi a emettere la sentenza per il tragico incidente ferroviario di Arè di Caluso, che il 23 maggio 2018 costò la vita al macchinista del treno regionale e a uno degli autisti del trasporto eccezionale rimasto bloccato sui binari. Ventitré furono i feriti, alcuni gravi. Un’intera comunità ancora ricorda lo schianto come una notte di fuoco e acciaio.
In aula, due imputati: da un lato l’autista del convoglio, dall’altro il titolare dell’azienda che organizzò il trasporto. Entrambi chiamati a rispondere di accuse gravissime, con richieste di risarcimento per oltre 5 milioni di euro. Tra le parti civili, Trenitalia ha chiesto 500.000 euro, RFI 750.000.
Erano le 23:15, il passaggio a livello era ancora abbassato, ma un camion con un trasporto eccezionale – lungo e ingombrante – era rimasto incastrato. Il treno regionale partito da Ivrea e diretto a Torino non fece in tempo a fermarsi. L’impatto fu devastante. I rottami si sparsero per metri. Il macchinista morì sul colpo. Uno degli autisti morì poco dopo. Una strage sfiorata.
Darius Zujius, 46 anni, nato in Lituania il 16 gennaio 1979, è l’autista del camion.
Difeso dagli avvocati Alfred Gschnitzer e Carlo Bertacchi (foro di Bolzano), è accusato di:
Attentato colposo alla sicurezza dei trasporti
Lesioni personali stradali gravi e lievi, con aggravanti
Omicidio stradale aggravato
Tutti reati colposi, aggravati dalla cooperazione colposa prevista dall’articolo 113 del codice penale.
Wolfgang Oberhofer, 51 anni, nato a Vipiteno (BZ) il 5 maggio 1973, è il titolare della ditta che organizzò il trasporto.
Difeso anch’egli da Carlo Bertacchi, risponde degli stessi reati. La Procura contesta anche a lui negligenza e imperizia organizzativa, avendo autorizzato o pianificato un tragitto pericoloso in assenza di adeguate condizioni di sicurezza.
Il fulcro giuridico del processo è la cooperazione colposa: nessuno dei due avrebbe agito con dolo, ma le loro condotte – sommate – avrebbero portato al disastro.
La Procura parla di errori a catena: un tragitto mal calcolato, un passaggio a livello non presidiato, tempi e modalità di attraversamento fuori norma. Gli articoli del codice penale chiamati in causa (430, 449, 589-bis, 590-bis, 113 c.p.) disegnano un quadro complesso: nessuna volontà criminale, ma un grave cumulo di leggerezze e imprudenze.
Il processo è iniziato il 2 febbraio 2024. In aula, i familiari delle vittime non hanno mai mancato un’udienza. Oggi attendono che la giustizia dia un nome alle responsabilità. Perché non si può accettare che due vite si spezzino così, in un passaggio a livello rimasto aperto troppo a lungo.
La sentenza è attesa in giornata. Potrebbe scrivere la parola fine su una delle più gravi tragedie ferroviarie recenti in Piemonte. Ma per molti, resterà il peso insopportabile dell’assurdo.
QUI LA SENTENZA ---> https://www.giornalelavoce.it/video/cronaca/581432/sentenza-per-la-strage-ferroviaria-di-are-assolto-oberhofer-condannato-lautista-zujius-video.html
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