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Cronaca
25 Gennaio 2025 - 10:17
La capotreno Morena Gauna con il marito e macchinista Oscar Notte
Quasi cinque milioni di euro di risarcimenti sono stati richiesti agli imputati ritenuti responsabili del disastro ferroviario avvenuto al passaggio a livello di Arè di Caluso il 23 maggio 2018. Durante l’udienza di ieri, nel Tribunale di Ivrea, le parti civili hanno avanzato le proprie richieste nei confronti di Wolfgang Oberhofer, amministratore delle società Transport Logistica (Austria) e Translog (Italia), e di Darius Zujus, autista del tir rimasto bloccato sui binari, imputato con rito abbreviato.
La tragedia si consumò quella sera quando un treno, partito da Chivasso e diretto a Ivrea, si schiantò contro un trasporto eccezionale intrappolato sul passaggio a livello. L’incidente provocò due vittime: il macchinista Roberto Madau, 61 anni, di Ivrea, e Stefan Aurelian, 64 anni, cittadino romeno che scortava il tir. Oltre venti passeggeri rimasero feriti, alcuni dei quali in modo grave.
Le richieste di risarcimento riguardano non solo i danni materiali al treno, alle infrastrutture ferroviarie e al passaggio a livello, ma anche i danni morali e le spese mediche sostenute dai feriti negli anni successivi.
La cifra più alta, 1 milione e 650 mila euro, è stata avanzata da Rfi e Trenitalia, rappresentate dall’avvocato Andrea De Carlo, il quale ha sottolineato in aula: «Quella sera nessuno prese in considerazione il rischio rappresentato dal passaggio di un treno».
Un’altra richiesta significativa, pari a 1 milione e 200 mila euro, proviene dall’avvocato Alfonso Aliperta, legale di Morena Gauna, la capotreno rimasta gravemente ferita e oggi inabile a qualsiasi attività lavorativa. L’avvocato Aliperta ha inoltre richiesto 500 mila euro per il marito della Gauna, Oscar Notte, ex macchinista, che da quella tragica notte non è più riuscito a lavorare.
Tra le altre richieste, 600 mila euro sono stati richiesti per Maria Antonietta Madau, sorella del macchinista deceduto, rappresentata dall’avvocato Maria Antonietta Nardella, e 174 mila euro per Marco Imparato, un passeggero ferito, difeso dall’avvocato Luca Fiore.
Particolarmente drammatica è la situazione di Manuela Amà, passeggera gravemente ferita, per la quale l’avvocato Cristina Donato ha richiesto 705 mila euro. La legale ha raccontato in aula l’impatto devastante dell’incidente sulla vita della donna: «Ricorda solo di essere salita su un treno e di essersi risvegliata in un prato». Madre di cinque figlie e unico sostegno economico della famiglia, Amà ha perso il lavoro, la casa ed è stata costretta a sottoporsi a cure psichiatriche. Quattro delle sue figlie sono state affidate a una comunità.
Diversa è stata la posizione della difesa di Darius Zujus, rappresentato dall’avvocato Alfred Gschnitzer, che ha chiesto l’assoluzione del suo assistito, sostenendo che il ruolo dell’autista nel disastro sia stato marginale. L’avvocato ha evidenziato che la società di cui Zujus è dipendente, Uab Tlb, è stata l’unica a risarcire, seppur parzialmente, le parti civili coinvolte.
Mentre la giustizia cerca di fare luce sulle responsabilità di una tragedia che ha sconvolto l’intera comunità, restano vivi il dolore e le cicatrici di chi ha perso i propri cari e di chi, da quella notte, non ha più potuto ricostruire la propria vita.
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