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Il caso
28 Dicembre 2022 - 17:36
La presenza dei cinghiali a due passi dal centro cittadino, ormai, è diventata una consuetudine. Succede anche a San Mauro Torinese, dove, in via Rivodora, martedì sera, un'automobilista è stato costretto a frenare per far attraversare una famiglia di cinghiali.
Il video ha fatto immediatamente il giro dei social, tantissimi i commenti e le prese di posizione: tra chi dice che in collina è normale vedere animali e chi, invece, ritiene che l'eccessiva presenza di cinghiali possa danneggiare il territorio. I più arrabbiati, naturalmente, sono gli agricoltori.
Alcuni cinghiali a Castiglione qualche settimana fa
La proliferazione abnorme e incontrollata degli animali selvatici è ormai una vera e propria emergenza. I cinghiali in particolare, oltre a essere una delle maggiori cause di danni alle coltivazioni agricole, hanno determinato un sensibile aumento degli incidenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali. Per i cittadini in generale e per il mondo agricolo in particolare, spesso, gli indennizzi per i danni patiti per colpa dei cinghiali vengono liquidati, nella maggior parte dei casi, soltanto in misura marginale e con pesanti ritardi.
Il numero dei cinghiali abbattuti nel Torinese continua a essere assolutamente ridicolo. È da questa estate che la nuova normativa regionale permette di abbattere i cinghiali anche nelle ore notturne con l’utilizzo di fonti luminose, inoltre, da alcuni mesi è anche finalmente operativa la figura dell’agricoltore selecontrollore: eppure nel Torinese sembra che nulla sia accaduto.
Dal capoluogo alle vallate torinesi, passando per i campi, le vigne e i frutteti della pianura e delle colline torinesi e canavesane, gli agricoltori continuano a segnalare ingenti danni e continuano a richiedere interventi di abbattimento o “cattura con abbattimento” che non raggiungono i risultati.
Se per il territorio regionale l’obiettivo per il 2022 era fissato così a 50mila capi, quello per la provincia di Torino era di circa 16mila. Invece, l’anno sta terminando con meno di 3.500 capi abbattuti e una maglia nera per le aree protette regionali e quelle gestite dalla Città metropolitana.
Bruno Mecca Cici, Presidente Coldiretti Torino
«Siamo al termine di questo 2022 così difficile per l’agricoltura, sia per la siccità che per l’aumento dei costi di energia e materie prime – osserva il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – Dobbiamo constatare che la Città metropolitana e la Regione Piemonte non hanno ascoltato le oltre 11mila aziende agricole che producono cibo nel territorio torinese e che vedono le loro produzioni distrutte dai cinghiali. Avevamo già segnalato che, se la situazione non fosse cambiata prevediamo l’abbandono di tutti i terreni confinanti con boschi e altri ambienti di stazionamento degli animali. Questo sarebbe la fine dell’agricoltura collinare e montana e di una buona parte delle coltivazioni nelle fasce pedemontane. Soltanto dagli uffici di zona di Coldiretti Torino, nel 2021, sono partite oltre 700 domande di rimborso di danni. Gli importi riconosciuti in totale raggiungono la stratosferica cifra di 864.567 euro. Per il 2022, le domande di rimborso sono aumentate di circa il 30% (a oggi sono oltre un migliaio). Visto il cronico ritardo con cui vengono periziati i danneggiamenti, solo per una minima parte sono già attribuiti gli importi dei rimborsi, ma si tocca già la cifra di 175mila euro. E c’è da notare che i pagamenti dei danni agli agricoltori arriveranno anche con 4 anni di ritardo".
Cinghiali, una piaga da non sottovalutare
Quello dei cinghiali, in pratica, sta diventando un vero e proprio flagello. Gli agricoltori, che vedono spesso distrutti i loro campi a causa dei suidi, sono scesi sul piede di guerra...
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