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Il caso
11 Novembre 2022 - 17:03
Animali che devastano i campi e sporcano i passaggi ciclabili e pedonali tra via Stefanat il muro del Consorzio Artico, a Venaria.
È questa la situazione denunciata, nelle ultime settimane, da alcuni contadini e residenti della periferia.
I campi devastati dai cinghiali
Hanno chiesto l’intervento dell’assessore ai lavori pubblici, Giuseppe Di Bella, ma per il momento non se ne è fatto nulla.
I campi sono distrutti e le piste ciclabili sono sporche, piene di erbacce ed escrementi di cinghiale. Se ne è parlato anche mercoledì sera in commissione.
La proliferazione abnorme e incontrollata degli animali selvatici è ormai una vera e propria emergenza.
I cinghiali in particolare, oltre a essere una delle maggiori cause di danni alle coltivazioni agricole, hanno determinato un sensibile aumento degli incidenti stradali, alcuni dei quali purtroppo mortali. Per i cittadini in generale e per il mondo agricolo in particolare, spesso, gli indennizzi per i danni patiti dalle imprese agricole vengono liquidati, nella maggior parte dei casi, soltanto in misura marginale e con pesanti ritardi.
Il cinghiale, infatti, costituisce ormai una presenza costante nell’area provinciale e l’affermazione della specie anche in prossimità di aree fortemente antropizzate ha provocato un forte impatto sulle attività umane diventando causa di danni alle colture agricole e un elemento di rischio per la viabilità. Gli amministratori della Città Metropolitana di Torino, già prima della pandemia, si erano più volte ritrovati per discutere a proposito della presenza di ungulati sul territorio. Incontri con amministratori locali, regionali e la Coldiretti.
Le tracce lasciate dai cinghiali
L’esigenza di fornire una risposta a questi problemi aveva portato all’emanazione, da parte della Regione Piemonte, della L.R. 27 gennaio 2000 n. 9 con la quale, oltre a ribadire il divieto di allevamento di cinghiali per scopi venatori e di immissione sul territorio, veniva anche prevista l’attuazione di piani di contenimento individuando nelle Province i soggetti preposti alla loro realizzazione e approvazione.
Piani di contenimento che, però, non hanno mai portato a grossi risultati. A riguardo della questione, è arrivato anche il commento di Bruno Mecca Cici, presidente di Coldiretti Torino, che ha affermato: “questi animali sono sempre più diffusi; secondo le ordinanze avrebbero dovuto esserci 26mila abbattimenti in un anno, e al momento ce ne sono stati 10mila ma in 3 anni”.
Bruno Mecca Cici, Presidente Coldiretti Torino
Le ultime news da Regione Piemonte, divulgate a inizio mese, riguardano la pubblicazione delle nuove norme in favore del depopolamento di cinghiali. “Tutte le direttive che vengono pubblicate sono sicuramente un passo in avanti, ma il problema di fondo è che questo fenomeno è diventato talmente esteso da essere quasi “fuori controllo” – ha aggiunto Mecca Cici – noi come Coldiretti possiamo incentivare ad operare il più possibile anche quando la caccia è chiusa; il fatto è che ci sono molti interessi dietro: con l’aumento della popolazione di cinghiali il commercio illecito della carne di questi animali la fa da padrona, per esempio”.
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