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Nello, Bil e Anita: tre storie eroiche di partigiani sanmauresi (VIDEO)

Tre storie di coraggio e di altruismo, tre esempi per la comunità. Dedicate a loro le nuove targhe commemorative

Lionello Renaldi, Aldo Maiolo e Violetta Sartini. Sono loro i tre nomi incisi sulle targhe commemorative che il Comune di San Mauro Torinese ha inaugurato al termine delle celebrazioni del 25 aprile, grazie anche alle ricerche condotte dallo storico Guglielmo Girardi. I suoi studi sono racchiusi nel libro “Sanmauresi nella Resistenza”.

Lionello Renaldi, nome di battaglia “Nello”, negli anni 1944-45 prese parte alla Resistenza sanmaurese da ex-tenente dell’esercito, mettendosi alla guida della farmacia Bonino, un’attività commerciale che nascondeva un fulcro importante della lotta partigiana locale.

«La Resistenza locale era organizzata dal partigiano tenente Renaldi, uno dei fondatori della divisione Monferrato a metà del 1944, e del Comando regionale piemontese. Renaldi era un reduce dalla Grecia e dalla Russia, decorato con due medaglie. Il partigiano Truffo, testimone, lo ricorda come un tipo deciso, affidabile, di coraggio e lealtà. Era un organizzatore molto in gamba. Dopo l’8 settembre non si è arreso allo sfascio dell’esercito, ma ha cercato di radunare i militari sanmauresi e ha fondato un gruppo antifascista, che aveva sede qui», ha dichiarato Girardi in apertura della cerimonia, aggiungendo che tra le persone che si aggiunsero successivamente alla farmacia Bonino c’era anche suo padre, il tenente Antonio Girardi. Si unirono poi anche dei civili.

Guglielmo Girardi, storico e autore del libro "Sanmauresi nella Resistenza"

La parola è poi passata a Savino Penè, avvocato di Savigliano e genero del tenente Renaldi, che lo ha ricordato con grande commozione partendo dalle motivazioni che lo hanno portato a diventare medaglia d’argento per la Resistenza: «Renaldi Lionello, in venti mesi di lotta contro l’oppressore, si prodigava incessantemente in continua dedizione per il raggiungimento della vittoria finale. Due volte arrestato, riuscì a evadere. Si distingueva per spiccato coraggio e sprezzo del pericolo. Saputo della cattura del proprio comandante, per avere possibilità di scambio con prigionieri, catturava con tre soli partigiani un autocarro tedesco, uccidendo due SS e catturandone altri cinque, di ufficiali».

Furono quindi molte le imprese del partigiano Nello fra San Mauro, Torino e il Canavese, che lo fecero diventare un punto di riferimento per i suoi compagni, per altri ex-militari e per i civili. A lui e alla farmacia Bonino è dedicata la nuova targa inaugurata in via Martiri della Libertà 46/A. «C’era una profonda collaborazione anche fra gente di ideologie politiche assolutamente diverse, ma che nel momento di acquistare la libertà sono stati una cosa sola», ha concluso Penè.

La seconda lapide commemorativa è stata invece installata in via Pescarito 10, in una zona periferica della città, per ricordare Aldo Maiolo e Violetta Sartini, altre due figure centrali nella Resistenza sanmaurese e settimese.

«Comincio con un ricordo di un ragazzo che abitava da queste parti nel ‘44: Lorenzo Boetto. Mi ha testimoniato: “C’era un gruppo di giovani, che si riunivano nella zona della Cascina del Mulino, che poi hanno fatto i partigiani. Chi li radunò era un partigiano chiamato Bil e sua moglie Violetta, un tipo piuttosto energico e determinato. Abitavano nella Cascina Nuova di via Pescarito”», ha dichiarato lo storico Girardi poco prima di scoprire la targa.

Aldo Maiolo e Violetta Sartini, meglio noti con i nomi partigiani “Bil” e “Anita”, ospitarono nella loro cascina 14 famiglie sfollate, oltre che diversi partigiani di passaggio, trasformando la loro casa in uno degli avamposti della Resistenza tra San Mauro e Settimo.

«Dov’erano loro due il 25 aprile? A Favria, tra Castellamonte e Busano, Bil prepara l’assalto alla caserma fascista. Alle 7:30 comincia l’assalto. Nella sparatoria, Bil viene ferito e portato all’ospedale di Busano, mentre i suoi compagni vanno al presidio fascista di Rivarolo», ha aggiunto Girardi prima di lasciare la parola a Marco Pilone, figlio di uno dei compagni di Aldo Maiolo.

«Il partigiano Bil, nato a Torino nel 1911, presidiò il territorio sanmuarese con i partigiani di Settimo, come quelli del prelievo tabacco. Il treno Torino-Settimo che lo trasportava per la distribuzione viene bloccato alla fermata dell’Abbadia di Stura da Bil, il quale aveva organizzato il piano, permettendo ai partigiani sanmauresi e settimesi di salirvi, immobilizzare i fascisti di guardia, prelevare il tabacco e dileguarsi». Con queste parole Pilone ha ricordato un episodio di “assalto al treno” avvenuto alle porte di Torino, sotto la guida di Bil. Si trattò di un’azione militare mirata.

Violetta, la partigiana Anita, invece dove si trovava? «Era prigioniera dei fascisti di Settimo, dal 22 aprile fino al 27. La tenevano per ricattare Bil. Violetta Sartini era nata a Torino nel 1916, e si occupava di ospitare i partigiani locali», ha aggiunto Girardi.

Commosse le parole di Piera Vicari, dell’ANPI, nel citare la testimonianza della partigiana Anita poco dopo la sua scarcerazione, il 27 aprile 1945: «Ma Violetta dove sarà? E la voce di Pettincora, amica della Cascina Nuova? Cerco di muovermi, ma non ce la faccio e urlo. Mi sentono anche col fracasso degli spari che continuano. “È lì, lì sotto”. Mi tirano fuori, piena di ragnatele e polvere, ma sono nelle braccia di Nocentini, che piange di gioia. C’è anche il parroco. Pettincora mi aiuta a lavarmi alla meglio, e mi cambia il vestito».

Le storie dei partigiani Nello, Bil e Anita sono solo tre esempi dei numerosi cittadini sanmauresi che si adoperarono nella Resistenza, le cui storie hanno ritrovato una dignità pubblica grazie alle ricerche di Giuglielmo Girardi, a cui la presidente del Consiglio comunale Maria Vallino ha espresso tutta la gratitudine a nome della cittadinanza. Ricerche che hanno riportato alla luce storie spesso poco note, ma di uomini e donne di grande coraggio, altruismo e tenacia che contribuiscono a portare in alto il nome della città.

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