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Ivrea, il più bello spettacolo del mondo: arance, caos e storia in battaglia

Migliaia di arance pronte a volare, centro bloccato e organizzazione sotto pressione: il Carnevale di Ivrea torna con la solita dose di tradizione, riti e problemi logistici

Il Carnevale di Ivrea non è una semplice rievocazione storica, né una festa come tante: è un’esplosione di simboli, di tradizione e di passione che attraversa i secoli e infiamma la città con il suo rituale unico. La Battaglia delle Arance, che il 2, 3 e 4 marzo tornerà a tingere di arancione le piazze e le strade di Ivrea, è solo il momento più spettacolare di una celebrazione che vive di codici e cerimoniali antichi, una sceneggiatura ben precisa dove ogni gesto, ogni figura, ogni rito ha un significato che si tramanda da generazioni.

A raccontare questa straordinaria epopea, la nuova puntata di Storie Metropolitane, che attraverso le parole dei protagonisti offre uno sguardo autentico su un evento capace di trascendere il tempo e trasformare per settimane la città in un grande teatro a cielo aperto.

Il Carnevale eporediese segue un rigido calendario che va dall’Epifania al Mercoledì delle Ceneri, ma il vero motore della festa è la leggenda della Mugnaia, la giovane eroina che, secondo la tradizione, si ribellò al dominio del signorotto locale e lo uccise per sfuggire allo ius primae noctis, innescando la rivolta popolare. Ogni anno, la città rievoca quella sfida al potere con una drammaturgia precisa e avvolgente. La Mugnaia, vestita con il candido saio di lana e il berretto frigio rosso, simbolo della libertà conquistata, rimane la protagonista assoluta del Carnevale, ma il suo nome e il suo volto restano segreti fino al gran momento della presentazione ufficiale, prevista per sabato 1° marzo.

Al suo fianco, il Generale, custode della tradizione e garante del cerimoniale, un ruolo che nel 2025 sarà ricoperto da Ulisse Falchieri. Ferrarese di nascita ma eporediese d’adozione, classe 1957, Falchieri è da sempre immerso nella vita del Carnevale: entrato nello Stato Maggiore nel 1992, ha vissuto ogni aspetto della manifestazione, fino a contribuire alla fondazione dell’Associazione Alfieri. “Essere il Generale è un onore immenso”, racconta con emozione. “È un ruolo che mi carica di responsabilità, ma che affronto con orgoglio e gratitudine. Il Carnevale non è solo una festa, è una macchina incredibile, alimentata da centinaia di persone che ogni anno si dedicano con passione assoluta a renderlo unico”.

Un evento di tale portata non può esistere senza un’organizzazione impeccabile. Il 20 febbraio, il Generale è stato ricevuto in Città Metropolitana di Torino dalla consigliera Sonia Cambursano, in un incontro istituzionale che ha visto la partecipazione del sindaco di Ivrea Matteo Chiantore, del Magnifico Podestà Gianni Girardi, del Sostituto del Gran Cancelliere Davide Luigi Diane e del presidente della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, Alberto Alma. Un momento simbolico, ma anche concreto: il Carnevale di Ivrea non è solo un pezzo di storia, ma una risorsa culturale ed economica di primo piano, e da tempo si lavora per ottenere il riconoscimento di Grande Evento Regionale, un passo che garantirebbe ulteriori tutele e valorizzazione.

foto di gruppo

Il sindaco Matteo Chiantore non nasconde le difficoltà logistiche che accompagnano l’organizzazione: “Amministrare Ivrea nei giorni del Carnevale è un’impresa titanica. Bisognerebbe raddoppiare le ore della giornata per riuscire a far fronte a tutto: sgomberi, viabilità, sicurezza, protezioni per i palazzi, gestione delle piazze”. Eppure, dietro la fatica, c’è anche la consapevolezza di custodire un patrimonio straordinario. “Sono giorni complicati, ma entusiasmanti. Vedere la città trasformarsi, respirare questa energia, è qualcosa di indescrivibile”.

Se il Carnevale è una macchina perfetta, il merito è anche della Fondazione dello Storico Carnevale di Ivrea, nata nel 2009 con una delibera del Consiglio comunale e oggi riferimento imprescindibile per la gestione dell’evento. Alberto Alma, presidente della Fondazione, sottolinea il valore profondo della manifestazione: “Ogni epoca ha lasciato il suo segno sul Carnevale, e noi siamo solo custodi di una tradizione che ci è stata affidata e che dobbiamo preservare. Il cerimoniale si è stratificato nel tempo, diventando un intreccio complesso di storia e ritualità”.

Il Carnevale si chiude con due momenti simbolici che suggellano il passaggio dal caos al ritorno all’ordine, dalla festa alla quotidianità. Lunedì 3 marzo, nei rioni di San Maurizio, Sant’Ulderico, San Lorenzo, San Salvatore e San Grato, si terranno le tradizionali Zappate degli Scarli, mentre martedì 4 marzo, nel Martedì Grasso, andrà in scena il suggestivo Abbruciamento degli Scarli, un rito che segna la fine del Carnevale e il ritorno alla normalità, tra fiamme che bruciano il passato per aprire la porta al futuro.

Ma il Carnevale di Ivrea non è solo storia, tradizione o spettacolo. È un atto identitario, un’eredità che si rinnova ogni anno, il battito stesso della città. Perché il Carnevale non è una semplice festa. Il Carnevale di Ivrea è Ivrea.

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