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Il caso

Scuola piena d'amianto in centro a Chivasso: gli ex sindaci chiedono la demolizione

Sette anni fa il primo cittadino Claudio Castello aveva annunciato che sarebbe stata abbattuta, ma la Marsan è ancora lì. Questa mattina volantinaggio nel quartiere da parte del gruppo Liberamente Democratici, che giovedì sera riporterà il caso in Consiglio comunale

Il sindaco Claudio Castello si impegni ad abbattere l’ex scuola Marsan.

E’ la richiesta accorata che arriva dall’opposizione consiliare attraverso una mozione, prima firmataria Claudia Buo di Liberamente Democratici, per mettere la parola fine ad un vergognoso tira e molla che si trascina da anni.

Con l’approvazione della mozione, il Consiglio comunale impegna il sindaco e l’amministrazione  a destinare “parte dell’avanzo di amministrazione libero generato da questa amministrazione nell’anno 2023 (di oltre 2.700.000 euro) a copertura dell’intervento di demolizione e smaltimento per la messa in sicurezza dell’area ex Asilo Marsan adottando la stima del 2019 con eventuale aggiornamento dei costi”.

Se ne discuterà giovedì 16 maggio, dalle 21, in Consiglio comunale. Ma non è la prima volta.

Per questo oggi, martedì 14 maggio, Claudia Buo e gli ex sindaci Renato Cambursano e Lino Ciuffreda, ex primario di oncologia all'ospedale Molinette di Torino, nonché presidente Samco, hanno distribuito volantini al mercato rionale del quartiere per sensibilizzare i residenti sul tema. "La Marsan va abbattuta, senza se e senza ma e senza ulteriori tentennamenti", dicono.

Da sinistra Lino Ciuffreda, Claudia Buo e Renato Cambursano questa mattina di fronte alla scuola Marsan

La scuola Marsan è una ferita aperta per la città e una macchia sul velluto dell’amministrazione del primo cittadino Claudio Castello.  

Già lo scorso anno l’opposizione aveva chiesto di impiegare l’avanzo di amministrazione per abbattere l’edificio. Purtroppo, invano. Ma la realtà è che è dal 2017, da quando il sindaco Castello appena eletto per il suo primo mandato, assunse l’impegno per abbattere l’edificio che contiene le pericolose fibre d’amianto, che se ne discute.

Il prossimo anno l’edificio verrà raso al suolo”. Ipse dixit.

Di anni ne sono passati sette. E l’ottavo rischia di arrivare.

Nel 2019 i bambini sono stati trasferiti, ma l’ex scuola è rimasta in piedi, abbandonata a se stessa, continuando a costituire una minaccia per la vita che gli scorre attorno, fatta di bambini, ragazzi, genitori e nonni di uno dei quartieri a più alta densità abitativa della città.

Ma perché l’edificio, realizzato con manufatti nella pericolosa fibra dell’amianto, non è ancora stato abbattuto? 

Perché dal 2017 ad oggi il sindaco Castello ha cambiato idea.

Durante la trattazione della proposta di emendamento del 2022 il Sindaco Castello ha precisato che l’amministrazione nella “legittima titubanza di destinare grosse somme di denaro pubblico per la messa in sicurezza dell’area ex asilo Marsan, ha aperto numerosi canali al fine di trovare una soluzione sostenibile e celere”, si legge nella mozione.

Nel mentre i gruppi consiliari di minoranza hanno presentato due interrogazioni, un ordine del giorno, un emendamento al bilancio 2021 e uno al bilancio 2022 e un altro ordine del giorno. Il tutto invano. 

E’ stato individuato il Politecnico di Torino, tramite il ChiLab, quale soggetto con il quale avviare un iter che permetterà, tramite la candidatura a fondi PNRR di due proposte progettuali sui bandi per la creazione di nuovi laboratori dedicati alle tecnologie di back-end per dispositivi elettronici ed elettromeccanici per applicazioni industriali nel settore delle energie rinnovabili e la transizione energetica, la definitiva messa in sicurezza dell’area previa demolizione dell’edificio - si legge nel testo dell’ultima mozione -.  In particolare, sempre per quanto riportato dal Sindaco, i redattori referenti delle progettualità candidate dal Politecnico di Torino a seguito di informali contatti intercorsi per le vie brevi con il Comune di Chivasso hanno indicato che il Comune di Chivasso avrebbe messo a disposizione l’ex scuola Marsan per la realizzazione e l’installazione dei nuovi laboratori”.

Però, a marzo 2023, il sindaco Castello ha fatto sapere che “purtroppo al Politecnico non stati concessi dal PNRR i finanziamenti necessari per gli interventi strutturali sull’edificio. E questo perché tali fondi erano finalizzati solo all’acquisto di strumentazioni e apparecchiature e non prevedevano interventi a carattere edile. Quindi, pur se a malincuore, il Politecnico ha dovuto rinunciarvi. A malincuore perché per loro la “Marsan” sarebbe stata funzionale anche per la sua posizione a pochi passi dalla stazione ferroviaria”.

Aggiungendo poi che “l’amministrazione comunale nel DUP e nel PIAO ha previsto, per la valorizzazione del complesso dell’ex asilo “Marsan”, la riconversione in un’area di piena fruizione a favore della cittadinanza. Per l’attuazione dell’obiettivo.. omissis ... Il cronoprogramma prevede l’affidamento del progetto entro il mese di marzo, la redazione entro giugno e l’approvazione entro agosto. La redazione del progetto è anche propedeutica alla candidatura nei possibili bandi che dovessero uscire per il finanziamento di intervento volti alla riqualificazione urbanistica di aree del concentrico cittadino”. 

Insomma, pare non ci sia la volontà di abbattere quell’ecomostro piazzato in un quartiere ad altissima densità abitativa. 

La domanda, la più banale, è: perché? 

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