Cerca

Chivasso

ECOMOSTRO: la scuola dell'amianto deve essere abbattuta! (VIDEO)

Nel 2017 il sindaco Castello annunciava la demolizione dell'edificio. Oggi è ancora lì e, anzi, si aspettano progetti ancora lontani da essere realizzati per il recupero. Ancora polemiche in Consiglio

Appello al sindaco di Chivasso Claudio Castello: abbatti l’ex scuola dell’infanzia Aimone Marsan di via IV Novembre.

Dopo il Consiglio comunale dell’altra sera e l’ennesimo dibattito sui progetti per la cosiddetta “amianto school”, non c’è altra via e soprattutto non c’è altro tempo da perdere.

Giù l’ecomostro che sorge - tra l’altro - in una zona ad alta densità abitativa.

Dovrebbe essere un imperativo per qualsiasi seria amministrazione pubblica.

D’altronde era nei progetti dello stesso primo cittadino di Chivasso nel 2017: “La scuola Marsan verrà abbattuta e poi l'area bonificata”.

Sono passati cinque anni e mezzo e tutto è rimasto com’era, con l’ex scuola ancora lì e l’unica cosa che è cambiata sembra essere la volontà del sindaco Claudio Castello.

Anche nell’ultimo Consiglio, all’ennesima interrogazione della minoranza (trasversale, da sinistra a destra) Castello ha ancora preso tempo. Per? Aspettare il Politecnico, pare.

Che sta diventando il più classico degli “aspettando Godot”. 

Facciamo un passo indietro.

In un Consiglio comunale della scorsa estate, Castello annunciava che era stato individuato il Politecnico di Torino, tramite il ChiLab, come soggetto con cui avviare un iter per la messa in sicurezza della zona, previa demolizione della scuola. 

Il Politecnico di Torino, infatti, ha presentato a Palazzo Santa Chiara due proposte progettuali sui bandi per la creazione di nuovi laboratori dedicati alle tecnologie di back-end per dispositivi elettronici ed elettromeccanici per applicazioni industriali nel settore delle energie rinnovabili e la transizione energetica, che prevedono anche la demolizione e lo smaltimento dell’edificio.

Questo è quanto ha sostenuto il sindaco Castello non più tardi di una manciata di mesi fa, chiedendo all’opposizione di ritirare un emendamento che aveva come scopo quello di sollecitare l’individuazione di una soluzione per la Marsan. 

L’altra sera, però, in Consiglio, è stato il solito fiume di parole, parafrasando i Jalisse.

All’interrogazione della minoranza - a che punto siamo? - il sindaco ha confermato che siamo al “pian dji babi”, che in piemontese significa che peggio di così, con il recupero della Marsan, non si può essere.

Tra rincari delle materie prime e accordi che non decollano, Castello ha annunciato di aspettare ancora Godot.

Perché è un’opportunità che Chivasso non può perdere. Tutti vorrebbero avere il Politecnico sul proprio territorio”, dice. E perché non c’è da preoccuparsi più di tanto per l’amianto nell’edificio della Marsan: “Non ci siamo persi d’animo, continuiamo a monitorare con attenzione e costanza lo stato atmosferico nell'area tra via IV Novembre e via Dante Alighieri: i dati non manifestano alcun livello di criticità per l'assenza di fibre di amianto aerodisperse”. E meno male, aggiungiamo. 

Però: perché continuare a dormire con una bomba ecologica sotto il cuscino?

Da quel 2017 sono trascorsi cinque anni e mezzo. Chissà quanti ancora dovranno passare prima che il Politecnico di Torino si insedi con i suoi laboratori in città al di là della ferrovia (altri sono già presenti a Palazzo Einaudi, ndr). Il rischio, per la sicurezza pubblica, checché se ne dica, c’è. 

Il buon senso suggerisce la demolizione dell’ecomostro e la bonifica dell’area. Politecnico o no.

I tempi sono maturi”, ha evidenziato in Consiglio il consigliere Enzo Falbo.

Per i chivassesi che vivono in zona, invece, sono scaduti da mo’.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori