AGGIORNAMENTI
Cerca
Borgofranco d'Ivrea
09 Maggio 2024 - 19:31
Da domenica notte Borgofranco si ritrova a vivere l'ennesima emergenza legata al dissesto geologico.
A causa del movimento franoso della montagna, un muro di contenimento lungo la strada provinciale 73, rischia di crollare. Ad accorgersene è stato un cittadino di passaggio che ha subito dato l'allerta. Da quel momento, Città Metropolitana ha sbarrato il tratto di strada interessato, bloccando il traffico lungo la Provinciale e i vigili del fuoco hanno fatto evacuate due villette.
Due famiglie composte da tre e due persone, resteranno chissà per quanto senza un tetto. Quel che più preoccupa in questo momento, infatti, è l'incertezza dei tempi che saranno necessari per rimettere in sicurezza frazione Biò.
Il sindaco Fausto Francisca, fa il punto della situazione: "Mi sono fatto carico di interpellare i sindaci della zona e i responsabili di Città Metropolitana, in particolare l'ingegner Matteo Tizzani che ha mandato sul posto il responsabile, il geometra Vaccarono e un ingegnere, per verificare la situazione".
L'esito del sopralluogo è allarmante perché gli enti superiori hanno chiaramente detto che non ci sono i soldi per intervenire.
"La situazione non è bella - conferma Francisca -. Gli uffici stanno studiando cosa fare. Ci sarebbero grosse problematiche perché mancano le risorse necessarie. Bisognerebbe, infatti, rifare completamente il muro di contenimento e il costo si aggira intorno al milione di euro".
Il sindaco di Borgofranco è molto preoccupato: "Mi ha allarmato sentire dire che la strada, in attesa di compiere tutto l'iter procedurale, resterà chiusa per circa sei mesi. Ma questo è il tempo minimo che hanno paventato. E sarebbero sufficienti solo se si reperissero subito le risorse per intervenire".
Francisca si aspettava, invece, che si attuasse un intervento di emergenzada parte dell'ex Provincia. E così ha deciso di rimboccarsi le maniche.
"Se io avessi il conforto del sindaco di Biella, della provincia di Biella, di altri sindaci della zona che mi dicono chiaramente che il problema è grande perché è stato interrotta un'importante strada di collegamento tra Canavese e Biellese, potrei intraprendere con ordinanza, alcune vie straordinarie per cercare di trovare una parziale alternativa al percorso attuale".
Quale potrebbe essere l'alternativa?
"Si potrebbe realizzare una pista su terreni attualmente privati, per creare un bypass che permetta di superare quel tratto di strada interrotto. Non sarebbe una strada alternativa, neppure una soluzione al problema. Ma sarebbe una pista che permetterebbe di dare un minimo di servizio a chi ne ha bisogno. In particolare mi riferisco agli abitanti di Borgofranco che vivono oltre quel tratto di strada interrotto e che portare i bambini a scuola devono passare da Nomaglio, Settimo Vittone, girando intorno all'ostacolo. Penso alle ambulanze, che potrebbero passare evitando di fare un giro enorme. Anche alle auto. Fosse in mio potere farei un tracciato completamente nuovo. Ma ho bisogno del conforto della richiesta di altri amministratori".
Si tratterebbe di un tracciato di cento metri appena che eviterebbe ai borgofranchesi e a chi deve viaggiare tra Canavese e Biellese, di allungare il viaggio di ben 25 minuti, quasi mezz'ora a tratta.
"Io potrei coordinare le operazioni, ma servono anche i soldi per coprire le spese" precisa Francisca.
Per realizzare questa pista, non occorrerebbe procedere con un esproprio, ma con un'occupazione d'urgenza: "Per l'emergenza evidente potrei utilizzare uno strumento importante che la legge mi concede che è quello dell'ordinanza. Il sindaco in caso di emergenza, è il prefetto del paese. Poi, magari, si finisce sotto processo per abuso di ufficio, però intanto si risolve la situazione e se verrà giustificata, seguirà l'assoluzione".
Questa sarebbe la soluzione estrema per ripristinare almeno la viabilità d'emergenza.
Per andare verso Biella in questo momento le soluzioni sono due. O si va verso Ivrea, Montalto, poi si gira verso il lago Sirio e si procede verso Bienca, da lì c'è la salita che porta alla Provinciale 419.
L'alternativa è passare da Settimo Vittone e salire verso Nomaglio e tornare sulla provinciale 419 e percorrerla da lì.
Ora per andare a Biella dal percorso più comodo, quello che passa da Bienca, significa metterci 25minuti in più.
Per quanto riguarda le due famiglie evacuate la situazione è ancora più complessa: "Il parere circa l'evacuazione, è stato dato da un ispettore dei vigili del fuoco, massima espressione della protezione civile sul territorio, che mi ha invitato come sindaco a prendere quella decisione. Per togliere l'ordinanza avrei bisogno o del parere dei vigili del fuoco che dicono che l'emergenza è finita, ma quello non me lo daranno mai perché il muro pericolante è ancora lì, oppure dovrò incaricare dei tecnici, dei geologi da parte del comune che si prendano la responsabilità di dire che quell'area lì è sicura e quelle case non corrono alcun rischio . Cercherò di andare in quella direzione, ma autonomamente non posso togliere un'ordinanza di evacuazione perché non sono un tecnico. Ho bisogno di avere le spalle coperte. Altrimenti correrei davvero un rischio enorme".
Perché quel muro rischia di cadere?
"I tecnici mi hanno spiegato che si tratta di un muro a gravitazione costruito perché c'era una spinta da parte della montagna, dietro. E' stato costruito negli anni 50/60 e non erano armati. Oggi si farebbero con altre tecniche. Che tutta l'area a nord di Biò sia instabile, è un dato di fatto. In regione Piste, sotto Andrate, c'è una grossa frana e tutti i sensori sono saltati. Fortunatamente nella nostra zona il servizio geologico nazionale sta monitorando tutto tramite i satelliti che registrano gli spostamenti millimetrici in tempo reale. Di zone in movimento contrassegnate dai puntini rosso delle loro mappe, ce n'è una miriade".
Il dato è allarmante: "La frana di Baio Dora si sta muovendo di tre centimetri l'anno. E' sotto osservazione, è controllata e abbiamo fatto delle opere di difesa passiva che sembrerebbero sufficienti a non creare ulteriori danni alle abitazioni".
Non è la prima frana qui a Borgofranco. Il pensiero va al 1994, quando una frana travolse la borgata Paratore e quelle case vennero dichiarate inagibili, tanto che le ruspe dovettero abbatterle cancellando in un solo colpo una delle frazioni più antiche del paese.
Uno dei residenti, Silvia Zilli, fece causa al Comune vincendola in tutti e tre i gradi di giudizio e ora il Comune di Borgofranco le deve circa 700mila euro.
"In quell'occasione feci tutto il necessario muovendomi sotto le indicazioni del prefetto della ricostruzione - racconta Fausto Francisca che all'epoca era stato appena eletto sindaco. Io da ufficiale di governo ho seguito quel che mi diceva di fare lo Stato. Eppure la Zilli ci ha contestato proprio quelle cose e il Comune è stato condannato. Non mi va bene, ma è così".
Prima ancora, un'altra frana aveva colpito il paese.
"Borgofranco è zona di frane per una questione geologica. Noi siamo sulla linea di faglia tra Africa ed Europa. Nel 1666, tutta la borgata di Biò è stata cancellata. Si contavano i morti. E a riportarlo è l'archivio dei Savoia. Peccato che poi la memoria storica svanisca e che si sia ripreso a costruire proprio lì. Siamo nello stesso delta di frana di oggi".
"In tempi più recenti se ne ricorda un'altra. Era il 1944 quando i miei genitori che arrivavano da Scarmagno e avevano costruito vicino alla scuola di Biò persero la casa in quella frana che portò via 7/8 case tutte in fregio al torrente Rio Loriale e Rio dei Mulini. Dopo 50 anni molta gente ha ricostruito le case nello stesso punto. Nel novembre del 1994 ci fu l'alluvione in seguito alla quale abbiamo dovuto ricollocare sette abitazioni. A febbraio il piano regolatore di Borgofranco era già stato cambiato ed alcune zone erano state classificate con il divieto di aumento del "carico antropico" mettendo dei limiti allo sviluppo di alcune zone. Parliamo delle frazioni di Biò, Baio e San Germano".
Edicola digitale
I più letti
Ultimi Video
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.