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Settimo Torinese

Nel ricordo di Octavio Dazzan, campione indimenticabile

Il ciclista azzurro settimese recentemente scomparso è stato commemorato in sala consiliare

C’erano tante persone commosse nel ricordo di Octavio Dazzan. Nel pomeriggio di sabato 3 febbraio, l’amministrazione comunale ha voluto commemorare l’ex ciclista azzurro deceduto in Argentina per un infarto lo scorso 16 gennaio, all’età di 66 anni appena compiuti. Era stato campione italiano e europeo, olimpionico a Mosca nel 1980, e argento ai mondiali di velocità e keirin.

Oltre a chi sta scrivendo, giovanissimo cronista sportivo nel 1988, anno dell'ultima finale mondiale per Octavio Dazzan, e poi redattore dei settimanali locali settimesi, c’erano anche Franco Bocca, giornalista della Stampa e scrittore, e l’assessore allo sport, Daniele Volpatto. 

Franco Bocca con l'assessore Daniele Volpatto

In sala, tra il pubblico, c’erano i ciclisti leggendari, come Franco Balmamion e Italo Zilioli, e c’erano anche tanti suoi amici, i settimesi che hanno trascorso con il campione tanti momenti durante le normali giornate lavorative in via Torino, nei pressi del suo negozio di biciclette. In prima fila, Davide Dazzan, suo figlio, e il cognato Gianni Bortolazzo, anche loro ciclisti con risultati degni di nota. E poi Angelo Marello, definito dal giornalista Franco Bocca l’amico di tutti gli sportivi, e i presidenti della società ciclistica Rostese Massimo Benotto, dell’Ucab Marco Sgarbi, dell’Associazione Piemontese corridori ciclisti Gianfranco Cavallo e della segretaria del Comitato Regionale della Federciclismo Tiziana Di Lallo. Tutte persone che hanno conosciuto Octavio Dazzan.

Davide Dazzan ricorda suo papà Octavio

Davide Dazzan ricorda suo papà Octavio

Dopo l’argento del 1988 ai mondiali di Keirin, una specialità della velocità, avevo intervistato quel famoso campione nel suo primo negozio in via Regio Parco. Era nella sua officina e come sistemava lui le biciclette non c’era nessun altro. E dopo quell’intervista, ce ne furono tante altre e un capitolo del libro “Lo Sport oltre il calcio”, edito dal Comune di Settimo nel 2002. “Octavio poteva apparire burbero perché portava con sé le enormi fatiche per raggiungere quei risultati - ha detto l’assessore Daniele Volpatto - ma era una persona pronta a mettersi in gioco. Era un settimese simbolo dello sport italiano”.

Anche per Franco Bocca, autore del recente libro “la Torino del Cit, Campioni e gregari della provincia più Rosa d’Italia”, Octavio era diventato un amico e un protagonista della sua ultima opera letteraria.

Mi aveva raccontato la sua storia, anche quella personale - dice trattenendo a stento la commozione - e siamo diventati amici. Era arrivato in Italia nel 1976 dopo il golpe in Argentina e si impose subito. Non lo invitavano alla Sei Giorni di Milano perché temevano potesse sconfiggere gli stradisti come Saronni e Moser. Ultimamente, era felice di essere stato contattato da Fabio Felline per allenare la squadra giovanile di velocità al Motovelodromo. Purtroppo il destino, anche questa volta, non gli ha sorriso”. 

In conclusione anche la sindaca Elena Piastra, l’assessore Luca Rivoira, il vicepresidente del Consiglio, Manolo Maugeri e la capogruppo del Pd, Roberta Cadoni hanno ricordato la sua generosità, il suo modo di guardare avanti e le sue biciclette con la scritta inconfondibile Dazzan. 

L’ultima sua intervista video risale a pochi giorni prima del suo decesso: la cronista sudamericana non ha nascosto l’emozione di parlare con un campione, simbolo e talento vincente in un’epoca molto difficile per l’Argentina. “Noi dobbiamo raccontare il ciclismo ai giovani. Quando ero piccolo c’erano i miti di quell’epoca e tutti volevamo essere come loro - diceva Octavio Dazzan al microfono - . Ora sono andati dall’altra parte. Ma è la vita che continua”. 

Massimo Benotto, presidente della Rostese Ciclistica

A Davide Dazzan, suo figlio, è stata consegnata una targa alla memoria del ciclista “El Tanque de Oro”, come veniva chiamato in Argentina dopo i suoi successi giovanili negli juniores.

Lui, Davide, di poche parole ha ringraziato le persone intervenute in questa comemorazione: “Andrò in Argentina tra qualche settimana. Quando mi ha telefonato mio zio Benito, pensavo fosse uno scherzo perché ogni tanto fa cose così. E invece... Mi mancherà”. Octavio Dazzan è rimasto lì, a riposare a Quilmes, suo luogo di nascita nella sua Argentina, per sempre. 

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