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Settimo Torinese

La bandiera dell’Anpi e le stelle: i partigiani caduti per la libertà

Ogni anno, in memoria di quei giovani eroi, la sezione “Nicoli” consegna le tessere alle famiglie

Bandiera ANPI

Bandiera ANPI (foto di archivio)

La bandiera della sezione «Guerrino Nicoli» presenta una striscia nera e ventuno stelle dorate che ci ricordano i ventuno partigiani di Settimo Torinese caduti nella lotta di liberazione dal nazifascismo. Grazie a un montaggio fotografico conosciamo i loro volti e i loro nomi. 

Sono molti i settimesi che si unirono alle unità partigiane che combattevano in montagna, in ventuno persero la vita. La scelta di prendere parte attiva alla lotta contro i nazifascisti era chiaramente individuale e nasceva da slanci ideali, ma la promulgazione dei bandi per ricostituire l’esercito della neonata Repubblica sociale italiana (con pene gravissime per coloro che vi si sottraevano) fu sicuramente un motivo per il quale numerosi giovani di Settimo si aggregarono per lo più alle formazioni «Garibaldi» e «Matteotti», attive nel Canavese e nelle valli di Lanzo, Pinerolo e Susa. Per alcuni, il passaggio alla clandestinità avvenne dopo un’esperienza a Settimo; altri scelsero subito la via della montagna.

Ogni anno, in memoria dei giovani che sacrificarono la vita, la sezione «Guerrino Nicoli» consegna alle loro famiglie la tessera ad honorem. Un legame concreto, quello con le famiglie, ideale con i caduti, che si è cercato di mantenere e, in alcuni casi, di ricostruire nonostante il passare delle generazioni. Iniziamo a conoscere alcuni di loro.

Domenico Agnello

Nato a Settimo nel 1926 e residente a Settimo.

Il ferimento di Domenico Agnello, da poco entrato a far parte della brigata «Guerrino Veronese», avvenne durante un’azione di rastrellamento. I tedeschi cercavano suo fratello Ugo, pescatore, lungo le rive del Po, nel tratto tra San Mauro e il porto natante di Settimo, perché erano stati informati che ospitava due soldati inglesi. Ugo riuscì avventurosamente a mettersi in salvo, ma si era sparsa la voce che fosse stato ucciso. Domenico allora, armato, lo andò a cercare. I due fratelli vennero scoperti dai tedeschi che iniziarono a sparare, ferendo Domenico che fu catturato, mentre insistettero a cercare Ugo, ma senza successo. Domenico morirà nella notte all’ospedale militare in seguito alla ferita riportata. Consultando la banca dati «Partigiani d’Italia» risulta deceduto al porto di Settimo, il 27 luglio del 1944. 

Luigi Bosio

Nato a Mercenasco nel 1927, con la sua famiglia, nel 1935, si traferì a Settimo, andando ad abitare nelle case operaie della Cravetto.

Allievo delle scuole salesiane, quindi operaio meccanico motorista presso gli stabilimenti Farina di Torino, Bosio si arruolò nella diciottesima brigata Garibaldi, di stanza nelle valli del Canavese, col nome di Nebbia, e prese parte agli scontri del Monte Soglio. Tra il 5 e l’8 settembre 1944, le forze partigiane saranno sottoposte a diversi attacchi, finché l’8 settembre, dopo quattro giorni sotto il fuoco incessante dell’artiglieria nemica, i partigiani persero il Monte Soglio. Nella durissima battaglia si conteranno, tra i partigiani, dodici feriti, mentre nove perderanno la vita. Anche Luigi sarà tra i caduti, l’8 settembre 1944. 

A Luigi Bosio è stato eretto un monumento nell’area di via Galileo Ferraris, al quale, la mattina del 25 aprile, le autorità cittadine e l’Anpi si recano a porgere omaggio. 

Giovanni Lucchetti

Nato a Bottrighe (Rovigo) nel 1922, alpino del 3° reggimento «Susa».  Residente a Settimo, di professione fabbro, Giovanni Lucchetti (John), con Renato Bertassello (Renè), aveva il compito di procurare le armi per la quarantanovesima brigata Garibaldi che operava nel Canavese. I due si distinsero in diverse azioni. Insieme ad altri tre partigiani settimesi disarmarono i due tedeschi che, insieme a cinque militari italiani, erano a protezione di un dispositivo antiaereo, cioè di una fotoelettrica per individuare gli aerei durante le incursioni notturne, nella zona tra il Mulino nuovo e la borgata Mezzi. 

John finì per unirsi alle Garibaldi che operavano nel Canavese. Approssimandosi la Liberazione, i partigiani garibaldini della «Spartaco II» attaccarono il presidio tedesco di Rivarolo che, per due giorni, oppose un’accanita resistenza. In quest’azione, il 25 aprile 1945, cadde Giovanni Lucchetti. 

Luigi Roasio

Nato a Settimo nel 1923, alpino del 3° reggimento «Susa». 

Residente a Settimo, di professione operaio, si diede alla clandestini-tà come molti giovani delle classi 1922, 1923 e 1924 (primo quadrimestre) chiamati alle armi. La formazione del tenente Matteo Lazzara (Matteo), comandante delle Sap (Squadre di Azione Patriottica) di Settimo «Guerrino Veronese» era in collegamento con il battaglione «Carlo Mon-zani» che operava nel Canavese. Nell’aprile 1944, i nazifascisti pas-savano al contrattacco effettuando un massiccio rastrellamento nella zona di Corio e di Forno. Il 29 aprile 1944, a Forno Canavese, Luigi Roasio cadde in combattimento.

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