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Quel Nientologo di Volpatto

Dàghele! Dàghele!

Insegnante pestata da una mamma per le sue valutazioni troppo severe...

Donna disperata

Donna disperata (foto di repertorio)

Un’Insegnante di inglese del liceo classico di Castellamare è stata pestata da una mamma in virtù delle severe valutazioni riservate alla di lei figliuola. Una lezione di lotta davanti alla scuola e agli occhi dei giovani, una ripassata con calci, pugni, strattoni, sventole, insulti, tombole e cazzotti. Una cosa signorile insomma, con l’operatore scolastico che vede tutto e non interviene: meglio farmi i cazzi miei, deve aver pensato, e la stessa cosa fa la preside del liceo, che interviene sì, ma soltanto dopo i medici del pronto soccorso e i caramba che nel frattempo hanno denunciato la bastonatrice.

L’edificante episodio fa il paio con le legnate rifilate agli infermieri dei pronti soccorso di mezza Italia, gli insulti e le minacce sul web a professionisti che cercano di fare il proprio lavoro, presi di mira con violenza, sulla base del nulla o di notizie sbagliate. Senza che nessuno intervenga, o se lo fa, con ritardo.

Le stelle stanno a guardare, come in una leggendaria scena della Settimo che fu: un uomo (mingherlino) e una donna (corpulenta) animati da floridi principi ma in disputa per l’accesso a un box auto se le davano di santa ragione. Memorabile il marito della lei, che anziché intervenire a separare i contendenti dal balcone tifava: “Dàghele dàghele!” incitando la sposina da centoventi chili a battere secco sulla capoccia del malcapitato. Non è una scusante, ma quarant’anni fa, in un popolato condominio di periferia di una città di periferia erano cose che succedevano. Fa un po’ specie che accadano in un liceo, classico perdipiù, dove cultura, relazioni e percorsi dovrebbero trovare la loro espressione più alta e nobile. 

Se non avesse ripreso la ragazza, la Prof non sarebbe stata picchiata, la fanciulla avrebbe fatto meno fatica ma sarebbe rimasta a terra, nel suo mondo che a prima vista non è granchè. Abbiamo insegnanti appassionati, innamorati del loro mestiere, uomini e donne credibili perché non nascondono le emozioni e sanno prendersi cura degli studenti, affascinarli alla scuola, al sapere. È un amore tra padre e figlio, madre e figlia. Anzi, di più, perché quel docente prima o poi li lascerà andare per la loro strada. E allora non si nascondano le emozioni, si sia severi alla bisogna, si parli ai giovani delle delusioni, delle fragilità e delle cose belle che la vita può riservare loro se si impegnano seriamente.

E si tengano i genitori lontani dalla scuola.

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