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Quel Nientologo di Volpatto

Tomba la bomba

Alberto Tomba, l'eroe delle Olimpiadi invernali di Calgary

Tomba

Tomba in azione sulla 3-Tre di Madonna di Campiglio nel corso della Coppa del Mondo 1997

Trentacinque anni ’anni fa di questi giorni si svolgevano le Olimpiadi invernali di Calgary. Chissenfrega, direte Voi, dimentichi del casino che piantammo su: furono le Olimpadi di Alberto Tomba, l’uomo, anzi, il ragazzo (classe 1966, a Calgary non aveva ancora 22 anni) che ha cambiato, acceso il mondo dello Sport italiano.

Campione travolgente, contagioso, polemico, Tomba debuttò in Coppa del mondo nell’85. Ai mondiali 1987 di Crans Montana, cui la squadra italiana si presentava con grandi ambizioni, l’unica medaglia finì per conquistarla lui, il meno atteso del gruppo, bronzo dietro Zurbriggen e Girardelli, due protagonisti assoluti.

La prima vittoria in Slalom speciale la ottenne superando Ingemar Stenmark nella sola occasione in cui salirono insieme sul podio. Divenne il nuovo fenomeno dello sci italiano e il suo scomodo cognome venne coniugato in una rima perfetta: “Tomba la Bomba”. 

Nel 1988, il capolavoro Olimpico. A Calgary, il 25 febbraio, Tomba disputò una straordinaria prima manche nel Gigante, nella seconda gestì il vantaggio e vinse l’oro. Nello Slalom Speciale, terzo dopo la prima manche, Tomba rimontò e tagliò il traguardo con il miglior tempo, un trionfo seguito da 24 milioni di italiani, mentre Rai Uno interrompeva il Festival di Sanremo per mostrare le fasi decisive della gara. Tomba la Bomba fu costume, socialità, pace, allegria, incontro. Ci ha regalato tempi di sospensione, ne parliamo dopo la gara, ci vediamo dopo lo slalom, aspettami un istante tesoro, facciamo l’amore, certo, prima c’è il Gigante però, metafora perfetta e non solo competizione. Settimo si mise a sciare. Partivamo a centinaia la domenica per buttarci sulle piste, capaci o incapaci, bravi o anche poco. Lo slittino lasciò il posto agli sci, il bob coi freni finì in cantina. Lo sport fu emblematico del mondo di allora, di quella società. C’era ancora il muro di Berlino, gli avversari di Tomba si misuravano tra oltre cortina e di qua della cortina, non la cittadina dolomitica, la cortina vera, che però stava per crollare e ci faceva guardare al domani con ottimismo.

Soltanto Tomba la Bomba non crollava mai.

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