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Quel Nientologo di Volpatto
30 Gennaio 2023 - 18:40
Don Bosco
Alzi la mano il settimese che non conosce Don Bosco. Tutti lo abbiamo incrociato o abbiamo letto, sentito, visto qualcosa di lui. Sacerdote, scrittore, artista, costruttore, ma non solo.
All’inizio, il Santo piemontese la cui festa ricorre il 31 gennaio, era un giovane povero, nato in collina a metà fra Torino e Asti, giocherellone, curioso, come tutti alla ricerca di amici. Castelnuovo è terra di mezzo, lontana dalle grandi città, il Giovannino si avvicina a Chieri.
Reduce dalla prematura scomparsa del padre, si appoggia a mamma Margherita che diventerà la mamma di tutti i suoi giovani. Poi si mette in discussione: “Che senso ha la vita?” Quella che gli propone il suo tempo non gli va giù (anni di Risorgimento, i libri Storia sorvolano sulle pene della gente comune). C’è qualcosa di più per Giovanni Bosco, di diverso, ma sta da qualche parte del mondo che ancora non sa. O dentro di lui, tutto sta nello scoprire cos’è.
Frequenta bottega e scuola, studente lavoratore ante-litteram, dice alla madre che le cose del mondo gli interessano poco. Ha a cuore un’esistenza semplice, legata al bene dell’uomo, fatta di attenzione a poveri e umili, in particolare ai giovani, che vede in difficioltà in un secolo in cui chi non è nobile o ricco semplicemente fa la fame, e se si ammala crepa.
Si fa prete, inizia a lavorare a Torino dove da voce e concretezza ai suoi sogni: mette su la prima comunità di ragazzi sotto una tettoia, zona Valdocco. Più avanti getterà le fondamenta dei Salesiani, che oggi sono più di ventimila e stanno in 187 paesi del mondo, più o meno come l’ONU. Don Bosco diventa uno dei santi più importanti della moderna cristianità ed è protagonista di una storia bellissima che grazie ai Salesiani continua oltre lui e a due secoli dalla sua nascita (1815) è più viva che mai.
A Settimo si chiamano Giovanni o Giovanna mille persone, il 2% della popolazione, più o meno come nel resto d’Italia, dove nonostante Maverick e SueEllen rimane uno dei nomi più diffusi. Tolleranza, equilibrio, fede, uguaglianza, integrazione. Questo è stato ed è San Giovanni Bosco, precursore, capace di leggere nel suo cuore e in quello altrui con gentilezza e passione. Aveva ragione lui: il Padreterno ci ha creati uguali. C’è posto per tutti, e se non ce n’è, bisogna farne.
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