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Estote Parati

Scout

Scout (foto d'archivio)

Il 22 febbraio ricorre il Thinking Day, la festa mondiale dello scoutismo. È il compleanno del fondatore, Robert Baden Powell (1857-1941), l’ideatore dello movimento Scout, l’ex soldato che fece del gioco, non solo inteso come gara sportiva ma anche come confronto con l’ambiente, l’elemento nodale del suo progetto educativo. Fondato nel Regno Unito nel 1906 e sbarcato in Italia nel 1910, lo scoutismo sfrutta a scopo educativo la naturale tendenza dei ragazzi all’avventura, alle attività pratiche, alla curiosità, tant’è che oggi come allora branchi e reparti sono organizzati in gruppi (sestiglie, squadriglie) spesso in competizione tra loro.

Sorta di don Bosco laico, Baden Powell fu valido comunicatore: scrisse un libro, “Scoutismo per ragazzi”, in cui esponeva gli elementi basilari del nascente movimento. I fascicoli andarono a ruba in breve tempo e si dovette ricorrere a una ristampa. Lo scoutismo pensa come una comunità, si fa forte dell’essere comunità. Promuove un ideale di giovane libero, pacifico, benevolo, forte per definizione nel corpo e nella mente, dai vertici al più piccolo dei lupetti. È un modello di società, di presente, di futuro. 

Il periodo più buio nel ventennio, quando il duce ordinò lo scioglimento dei Reparti. Fu Resistenza, alla moda degli Scout, senza sparare un colpo, aiutando le Resistenza vera, quella armata, e un sacco di gente in pericolo che doveva tagliare la corda. Lo Scout va molto in montagna dove il freddo morde alle caviglie e anche più su, fino al cuore, ma non cede un passo. Passa la gioventù, le nuvole, gli scout non si spaventano se fa troppo caldo o per un po’ di pioggia, mettono su un poncho e via, si va, si canta. Non c’è ostacolo che non sia affrontabile, magari non lo si supera, ma ci si confronta, un po’ come nella vita. Lo Scout è parsimonioso, non spreca, sta attento a cosa e come consuma, consapevole che il mondo dopo il suo passaggio dovrà essere migliore di come lo ha trovato.

A Settimo gli Scout quest’anno ne fanno sessanta. Sessant’anni da quando i fondatori Rodolfo (il mitico Rudolph) e Mirca Crosetto diedero vita al primo nucleo di giovani che poi è diventato il “Settimo 1”, vivo e vegeto ancora oggi.

Estote parati! State pronti!

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