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La fornace di Giuseppe Data. 1890, conti e spese di un levonese

Un articolo di Pier Luigi Boggetto per la rivista Canavèis

La fornace di  Giuseppe Data. 1890, conti e spese di un levonese

IN FOTO Oggetti della fornace di Giuseppe Data. Piatto decorato.

Sergio Fronetto (Torino, 1926 – Levone, 2003), armato di penna, taccuino e apparecchio fotografico, dedicò gli ultimi 25 anni della sua vita a ricostruire la storia locale che difficilmente si trova negli archivi ufficiali: la storia della vita quotidiana, fatta di lavoro e di tradizioni, laiche e religiose. Memore della mia passione per le ricerche storiche, nel 2009 Maria Tinti, moglie di Sergio, ha voluto donarmi tutto il materiale prodotto dal marito: un regalo tanto inatteso quanto gradito, per il quale non finirò mai di ringraziarla.

Tra le numerose carte di cui sono venuto in possesso, ho trovato la fedele trascrizione delle annotazioni riportate sul calendario dell’anno 1890 da Giuseppe Data, titolare, con la moglie Maria Boggetto, di una delle fornaci di stoviglie più prolifiche di Levone, nonché bisnonno materno di Sergio, il quale ha scritto nella prefazione: “(…) a rileggere tali appunti nella loro semplice maniera forse faranno sorridere, ma bisogna tener presente la forma d’istruzione che la società di quel tempo aveva potuto dare a tale individuo. Dopo questa riflessione, allora il nostro sorriso scompare e subentra un’ammirazione per quest’uomo che nella sua semplicità ha trasmesso a noi un anno della sua quotidiana vita”.

Per questioni di spazio ho riportato, per ogni mese, le annotazioni che ho ritenuto più significative, mantenendone la forma linguistica originale: un italiano incerto, condito spesso con termini derivati dal dialetto locale.

NEL RIQUADRO Calendario  del 1890 sul quale sono riportate annotazioni dell’artigiano levonese

Gennaio

Il giorno di capodanno Giuseppe acquista una vacca, di nome Grigia, contrattandone il prezzo in base allo stato di gravidanza: Comprata la vaca dal Dede. Là Grisa mi costava £ 302 se è prega (pregna), ma se non è pregna il ribasso di 2 marenghi. Il 31 del mese la vacca viene condotta in borgata Cravero (l’attuale borgata Case Viettone, frazione di Levone), dove viene macellata: Menato la vaca al mass al Craver. La Grisa è lon fatta sagnare quella vaca che ò comprato dal Dede.

Nell’arco del mese Giuseppe effettua alcune consegne di stoviglie: Spedito à Bertoldo Domenico caparia (ciapària, ossia vasellame) dosene 50 mesa. Spedito caparia al Rutunno (Giuseppe Locanetto)  dosene 4, mesa. Spedita caparia a Corio dosene 112 Ricevo da Corio denari lire 50 a conto. In tutto le consegne sono cinque, per un totale di 247 dozzine di stoviglie. Da rimarcare, il giorno 27: Una visita il medico Bruno al bailo è a ordinato tre pacetti (pachetti). Giuseppe e la moglie, nonostante la non più giovanissima età (rispettivamente 41 e 40 anni) hanno in affidamento un bimbo di Torino di appena sette mesi di nome Mario, figlio di Gaetano Nardino, falegname, e di Maria Ghiglione, sarta. Il piccolo, presumibilmente, è stato trasferito a Levone affinché la sua salute possa trarre giovamento dall’aria di campagna: i pacetti sono, presumibilmente, relativi a medicinali prescritti per l’infante.

Febbraio

Il giorno 2 Giuseppe riceve da Gaetano Nardino, tra le altre butte (bottiglie), una piena di vermut e una piena di olio di uliva. Il giorno 10 Giuseppe rientra del credito che vanta su suo cugino, il quale paga “in natura” uccidendo un maialino: Masato il porso con il cucino era cito 86 m (miriagrammi) importa là meta £ 45,35. Il porso in tutto inputa la spesa che vanso io dal cucino Giuseppe £ 50. Oltre alle dieci consegne di caparia, per un totale di 343 dozzine di stoviglie, Giuseppe deve pensare agli acquisti di materiale di lavoro Cilo (chili) 8 di piombo pagato il bailo al cilo centesimi 25 importa £ 2. Latto (latta) presso al cilo centesimi 30 importa cilo 28 di peso £ 8,80. Il piombo importa £ 29,55 alle normali spese di casa Spedito danari al cavatino (calzolaio) à conto del travaglio £ 10. Il giorno 15 si reca a Torino per acquistare un utensile: Torino via Principe Amedeo numero 20. Cerutu è figli (nome della ditta). L’instrumento si ciama un pistunett (presumibilmente un pistone da ribattere, utilizzato per pressare le piastrelle di argilla).

IN FOTO Panoramica di Levone in una vecchia cartolina

Marzo

Il giorno 3 Giuseppe ritorna nel capoluogo, portando la figlia con sé, per perfezionare l’acquisto dell’utensile: Sono andato à Torino io meno ance (anche) la figlia. Comprato l’instrumento al figlio sborso io lire 21. Due giorni dopo acquista un’altra vacca gravida: Comprato là vaca à Barbania là Griva da Mico contratata £ 275. Né pago 215 resta ancora da pagare £ 60. Garantito di tutto prega di mesi 8 da oggi.

Nel mese non vengono effettuate consegne di stoviglie, ma viene acquistato altro piombo per la verniciatura del vasellame e la legna per la fornace: Il bosco che o visto nel cross (regione Crosi) tese 2 bondante (pari a circa 8 mc) lo stimato £ 30 sul luogo.

Aprile

Il giorno 4 Giuseppe invia, in prestito, un carico di terra da stoviglie al cugino: Spedito una cara di terra al cucino Giuseppe prestata. Il 24 e il 25 effettua due acquisti di uva: Conperato uva dalla Budina (…) netto mira (miriagrammi) 17. Inporta luva lire 34,80.

Nel mese vengono effettuate cinque consegne per un totale di 233 dozzine e mezza di stoviglie.

Maggio

Il giorno 3 Giuseppe effettua tre fusioni di piombo: ne ò bruciato mira 33. Il giorno 7 riceve il pagamento per il baliatico del piccolo Mario: Li 7 magio ricevo dal bailo denari à conto del bailaggio £ 15. Cinque giorni dopo è segnato l’acquisto di insalata (valerianella) presso la rivendita di Pietro Perona detto Bulogna: Preso del sarset su di Bulogna cilo 7 etto 2 con il sacco. Il 14 e il 15 effettua un doppio prestito di marmo in polvere: Prestato al Contin Comba marmolo pisto un mira. Prestatto al figlio di mio cucino Data Giuseppe marmolo pisto lire 15. Domenica 18 Giuseppe si concede una giornata di libertà recando il piccolo Mario dai genitori, accollandosi le spese di viaggio: Sono andato à Torino con il bailo. O pagato io il viaggio che li tocava lei 6,80. Nove le consegne di vasellame per un totale di 240 dozzine e mezza di pezzi, ma non sempre le stoviglie riescono alla perfezione, tanto che al giorno 19 viene annotato: Ricevuto da Bertoldo Domenico indietro caparia dosene 1 messa. In un momento di impellente necessità Giuseppe ha bisogno di liquidità, e la famiglia viene in aiuto: Li 30 magio ricevuto dalla fomna di Bogetto Giacomo mio cognato lire in prestitto 200 con interesse al 6 per cento al anno.

Giugno

Nel mese di giugno vi sono tre sole consegne per un totale di 45 dozzine e mezza di stoviglie, in quanto la cotta viene effettuata solo il giorno 30, tuttavia Giuseppe incassa oltre 100 lire relative a precedenti consegne. Le annotazioni riguardano perlopiù acquisti personali e per le attività agricole: Conperato della vestimenta dalla Balabina per £ 22,50 ne pago li(re) 15. Ricevuto dal cucino di Corio il Riss butirro (burro) un cilo. Memoria del latte ricevo dalla cucina Mainota dal giurno 22 di giugno ano principiato à pigliare un bucallo (boccale) al giorno. Comperata à Rivara soleforo (zolfo) mira 2 e un cilo di verderame. Pagato alla Catlinassa di Tinanotto lon chè vansava del fieno £ 20 e lire 3 alla suva madre per suvo conto.

Luglio

Il giorno 3 Giuseppe fa scorta di terra per le stoviglie: Memoria di 3 condute di terra menate da Rivara con le mie vache. Sabato 5 si trova a Favria con Pietro Perona per commissioni e pranza nel paese: Li 5 di luglio pagato a Favera per mangare un bucuno (boccone) pago io £ 0 centesimi 20 per Pruna. Giorno di nascite in stalla lunedì 7: Nata la velina che à fatto la Biunda ala matina. Alla sera à fatto la Colomba una vlota. Il giorno 9 Giuseppe estingue il debito di mille lire che ha nei confronti del Dede di Barbania, allevatore: Li ò dato lire ottocento 800 à conto e liguidato interessi a conto della (…) da oggi indietro. Domenica 13 Giuseppe riporta il piccolo Mario a Torino: Restituito il bailo a Torino ai suoi genitori. Liguidato il conto del bailaggio il nostro avere ristretto in lire 70 fuori del viaggio. I giorni 25 e 26 sono dedicati a spese casalinghe: Comprato una mina (emina, pari a 16-19 kg) di riso dal istesso granater (venditore di granaglie): non so il presso. Conperato à Rivarolo un butalino di messa brenta (circa 25 litri) lo pago £ 2,80. Cinque le consegne di stoviglie per un totale di 223 dozzine di pezzi.

Agosto

Giuseppe incassa nel mese circa 200 lire dalla vendita di stoviglie. Le consegne sono otto per 249 dozzine di pezzi. Sabato 23 egli annota una nuova provvista di terra: Fignito di gavare la terra condute 10 con le vacce 9 Pasquale Pasgual. Condute di terra da Rivara condute 4 inporta £ 8. 

Settembre

Tempo di vendemmia. Due sole le consegne di stoviglie, appena 99 dozzine e mezza di pezzi e un prestito di terra al cugino: Prestato al cucino Giuseppe una cara di terra. Il giorno 23 Giuseppe versa la prima rata di restituzione del prestito avuto dalla cognata: Pasato la canbiale al nodar Brun di lire 278 per un anno di interesse al 6 per cento. Domenica 28 è a Torino, presumibilmente per riprendere in affidamento il piccolo Mario. Ne approfitta per acquistare uva: Conprato a Torino Porta Nuova uva napolitana mira 43, cilo 7 pagata al gintale l(ire) 22 inporta l(ire) 95,40. Il giorno dopo inizia la vendemmia nei due vigneti di proprietà: Vendummiato le vige (vigne). La viga della granga (grangia) fatto cavagi (cavagni) di uva 31, quella di Anves (regione Inverso, nella collina di Sepegna) cavagi di uva 6.

Ottobre

Il giorno 4 Giuseppe fa una scorta di generi alimentari: Ricevo carne da Tinanoto cilo 6. Ricevo fritura da Seita Antonio cilo 1, etto 2 presa alla Rocha. Conperato à Rivarolo un cuniglio Bertoldo per me pagato lire 1,40. Il 15 e il 29 due vacche vengono portate alla monta: Menato la vaca al bò su del Bran, la Pastura. Menato la Bionda al bò al Pian di Foi ossia al Craver.

Il mese è però segnato da un tragico avvenimento. La salute del piccolo Mario peggiora e il giorno 22 Giuseppe tenta di salvare la situazione come può, cercando di somministrare al bimbo alimenti più sostanziosi, e avvisa, nel contempo, i genitori a Torino: Ricevo carne da Seita Antonio un cilo per farli del brodo al bailo inporta li(re) 1,50. mandato un dispacio al bailo di Torino li(re) 1.

Purtroppo a nulla valgono gli sforzi di Giuseppe e della moglie Maria: sabato 25 sul calendario è tristemente segnato Morto il nostro Mario il bailo alle ore cinque di matino. Il bimbo aveva sedici mesi appena.

La vita continua. Due le consegne di stoviglie, per un totale di 171 dozzine e mezza di pezzi. Il giorno 27 viene estinto un debito: Restituito alla Tinanota la donna del Dumini Guana (Giuana) l(ire) 100 che mi aveva prestato.

Novembre

Tre consegne di vasellame per un totale di 58 dozzine di pezzi e un prestito di terra al cugino: Prestato al cucino Toni Din terra da gavare metri 4 circa. Giovedì 6 un’altra vacca è condotta alla monta: Menato la Colomba al bò al Craver.

Giuseppe dedica il resto del mese al commercio di legna, effettuando alcune consegne nei giorni 17, 18 e 27: Spedito bosco al figlio del Abate cilo 57. Spedito bosco alla siora del Abate cilo 68. Spedito bosco a figlia del Abate cilo 80. Li 18 novembre spedito bosco al Mini del Pescardino per figlia del Abate mira 6, cilo 8. In tutto il bosco spedito mira 24,8. 

Dicembre

Due sole le consegne di vasellame effettuate, per un totale di 130 dozzine di pezzi, in quanto la cotta del mese viene effettuata solo il 25, giorno di Natale. Diverse le annotazioni relative ad acquisti di prodotti agricoli, bestiame e oggetti per la casa: Ricevuto dal granater di Rivarolo mine di biava 10 e una mina di riso inporta l(ire) 33 la biava e il riso non so il presso. Li resta ancora da pagare l(ire) 5 del conto vechio da pagare al granater. Spedito un vitello à Mini del Dede era cilo 103 insieme a Pauleto e Minicu di Marcelu e ricevo niente. Ricevo dal cucino di Corio patate cilo 42 netto a centesimi al mira cen, 80 inporta l(ire) 3,35. Ricevo da Corio dal cucino un vitello pagato lire 40. Ricevo da Seita Domenico à Torino l(ire) 80 e ne pago per mio conto al cucino di Corio matarasaio l(ire) 40. Liguidato il conto con il cucino à Torino del letto in l(ire) 54, resta ancora da pagare l(ire) 70. 

Facendo il resoconto dell’anno, risulta che Giuseppe Data incassò nel 1890 un totale di 2.258,80 lire, così ripartite: 707,05 ricavate dalla vendita di stoviglie, 465 dal commercio di bestiame, 963 da crediti e prestiti, 85 per baliatico e 38,75 varie per la casa.

Per contro, le uscite ammontarono a 2.618,60 lire, così suddivise: 171,55 per acquisti legati all’attività di stovigliaio, 526,25 per commercio di bestiame, 1.342,55 per estinzione debiti, cambiali e pagamento taglie, 184,40 per acquisti destinati al piccolo Mario e 393,85 varie per la casa. Un disavanzo di 359,80 lire che, tuttavia, non deve essere considerato totalmente negativo. In relazione alla sola attività di stovigliaio, la vendita di ben 2.040 dozzine e mezzo di pezzi produsse un guadagno di 535,50 lire. Certo sul risultato finale influì parecchio il saldo negativo tra crediti e debiti – 679,55 lire – ma già il fatto di avere la liquidità per estinguere tali somme era dimostrazione di una situazione economica, tutto sommato, abbastanza tranquilla. Ad ulteriore testimonianza valga il raffronto con il bilancio dell’intero Comune di Levone che, per lo stesso anno 1890, venne impostato su un pareggio di 8.900 lire: sia pure considerando le differenze sociali ed economiche tra le due epoche, se si prende a paragone l’attuale bilancio del paese, è come se il giro di denaro di Giuseppe Data superasse oggi i 150.000 euro!

Purtroppo, nemmeno un decennio più tardi, la crisi economica travolse ogni cosa e spinse molti levonesi a cercare fortuna in America. Di essi, il 5% circa era rappresentato dalla categoria degli stovigliai: anche la famiglia Data, con Giovanni Battista, Pietro Paolo e Giuseppe, diede il proprio contributo di braccia all’emigrazione.

Tratto dalla  rivista Canavèis

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