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Ivrea

Storia di Luigina stuprata da diversi ufficiali che attendevano il proprio turno in corridoio...

Il convegno "La violenza sessuale nei conflitti bellici" organizzato a conclusione di una mostra dal titolo "Ritratti di coraggio"

Storia di Luigina  stuprata da diversi ufficiali che attendevano il proprio turno in corridoio...

Allo Zac! il convegno

Alla loro prima uscita pubblica le democratiche di Ivrea fanno il “botto”. Tutto pieno allo Zac! sabato 12 novembre per il convegno "La violenza sessuale nei conflitti bellici" organizzato a conclusione di una mostra dal titolo "Ritratti di coraggio".
Presenti  il sindaco di Strambino Sonia Cambursano, il presidente del consorzio In.rete Ellade Peller, il sindaco di Castellamonte Pasquale Mazza, associazioni, segretari di partiti, l'ex parlamentare del Pd Francesca Bonomo, il consigliere regionale del Pd Alberto Avetta e tanta altra gente. Presente anche la vicesindaca Elisabetta Piccoli che ha portato i saluti dell'Amministrazione comunale.

Tantissimia gente allo Zac!

Al tavolo, la moderatrice Elena Apollonio (Presidente Commissione Pari Opportunità del Comune di Torino), l'ex senatrice  PD Valeria Fedeli presentatrice di una mozione (votata all'unanimità) a supporto dell’attività della Corte Penale Internazionale su tutti i casi di violenza sessuale durante i conflitti armati ("perché senza processi internazionali non c’è giustizia") e la coordinatrice di Rape Stop Italia Tibisay Ambrosini pronta a raccontare quanto la sua associazione sti facendo per dare “dignità e riconoscimento” alle donne che vengono violentate e/o stuprate in tempo di guerra. E poi Paola Capra dell’ANPI, Arianna Italiano della Comunità di Sant’Egidio e Lorena Cardone dei "Sentieri di Pace.
Ad aprire la serata, per le Democratiche di Ivrea, la consigliera comunale Gabriella Colosso.


 
La Giornata internazionale contro la violenza sessuale nei conflitti armati è stata introdotta il 19 giugno del 2015 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite tramite la Risoluzione A/69/L.75, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza dell’opinione pubblica ma anche di onorare le vittime di tali crimini.

"Non essendo riuscite ad organizzarlo per quella data - ha sottolineato Colosso  - è stata allacciata ad un’altra importante data, quella della giornata internazionale contro le violenze sulle donne, 25 novembre, giornata in cui si continua a ricordare che in tutto il mondo le donne subiscono violenza nella loro vita quotidiana, e che in alcune parti del mondo tale violenza è accettata semplicemente come “parte della vita” e questo  descrive quanto le disuguaglianze di genere ed i sistemi patriarcali siano presenti ovunque e producano un impatto negativo sulle vite di molte donne...".


Le troppe guerre susseguitesi negli anni e da ultima questa nel cuore dell’Europa ricordano che le donne sono ogni giorno “bottino di guerra”...


"Ci sono volute le lotte di tante organizzazioni, soprattutto di donne, nel richiedere a gran voce che la violenza sessuale connessa ai conflitti venisse riconosciuta come un crimine e quindi contrastata e prevenuta - ha insistito Colosso - Ci sono volute le drammatiche esperienze di migliaia di vittime, dei casi della Liberia, del Ruanda, della Sierra Leone, della Uganda, Bosnia, dell’Iraq del Myanmar, della Siria, della Somalia, dell’Afghanistan (e chissà quante altre ne ho scordate) per far riconoscere la violenza sulle donne come una vera e propria tattica di guerra, di disumanizzazione delle comunità soccombenti. Ci sono voluti migliaia di bambini, nati dagli stupri, vittime innocenti della barbarie degli uomini, spesso rifiutati socialmente, come le madri, posti in drammatiche condizioni di abbandono e di vita, esposti ad effetti a lungo termine di depressione, droghe, alcol, quando non colpiti da malattie come l’AIDS, contratte alla nascita. Bambini “figli del diavolo” che invece avrebbero gli stessi diritti riconosciuti dalla Convenzione sui diritti dell’infanzia...".

Il report presentato da Stop Rape Italia racconta tutto questo in modo dettagliato e con passaggi che hanno davvero scosso l’animo dei presenti. "Lo stupro viene usato perché costa meno di una pallottola... Le prove dimostrano che viene impiegato come arma strategica per distruggere persone, comunità e intere nazioni. La violenza di genere è un'arma tattica usata sia dalle forze di sicurezza dello Stato che dai gruppi armati: comprende stupro, schiavitù sessuale, gravidanza forzata, sterilizzazione, mutilazione e inserimento di oggetti nelle cavità. Nel diritto internazionale, lo stupro e la violenza di genere sono considerati un crimine contro l'umanità, il crimine di guerra e lo stupro possono essere, devono essere, un crimine di genocidio..."

Alcune immagini della Mostra "Ritratti di coraggio"

I motivi degli stupri legati ai conflitti e della violenza di genere sono vari, da quelli tattici a quelli personali. 

Lo stupro è spesso usato per distruggere i legami sociali e culturali delle comunità. Lo stupro di gruppo può essere usato per creare coesione all'interno delle unità dell'esercito, può essere usato per assicurare il terrore tra il nemico o durante i saccheggi.
Lo stupro continua a essere spesso usato come arma dopo che è stata negoziata la pace, poiché varie parti in conflitto lottano per smobilitarsi e riprendere le loro vite l'una accanto all'altra, spesso temendo ancora nuovi scontri.

Lo stupro è spesso usato per distruggere i legami sociali e culturali delle comunità. Lo stupro di gruppo può essere usato per creare coesione all'interno delle unità dell'esercito, può essere usato per assicurare il terrore tra il nemico o durante i saccheggi..


La violenza di genere fa a pezzi il tessuto sociale della società, continuando a lasciare un profondo impatto sui sopravvissuti e sulle comunità negli anni successivi all'attacco e al conflitto. Problemi medici come malattie sessualmente trasmissibili o fistole ginecologiche, aggravano solo il trauma psicologico.

"Perché si stupra? - s'è fatta una domanda è ha dato una risposta Colosso -  Sicuramente lo scopo è quello di umiliare, dominare, impaurire, sancire la debolezza degli uomini non più capaci di proteggere le loro donne. Ma ci sono ragioni anche più terribili. Nei conflitti etnici, ma anche nelle guerre di occupazione, lo stupro di guerra ha l’intento di generare vita, di far nascere figli. Per i nazionalisti le donne sono anzitutto generatrici e riproduttrici, il loro ruolo è quello di essere “madri della nazione”. Farle rimanere incinte significa “contaminare” l’etnia, affermare la supremazia di un popolo su un altro. Vuol dire anche, come dice Flavia Lattanzi, già giudice del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia e di quello per il Ruanda, distruggere una comunità. Spesso, infatti, le donne stuprate sono ripudiare dai loro mariti e allontanate dalle loro famiglie. In alcune culture sono considerate come paria, nessuno le sposerà più. Per questo le violenze rimangono spesso impunite: lo stupro è taciuto affinché la donna sia ancora in grado di trovare un marito. Alcune delle vittime, poi, sono poco più che bambine, adolescenti che si ritrovano a crescere da sole figli non voluti, figli di guerra...".

Al convegno si è parlato anche dell’Ucraina dove le violenze sarebbero state perpetrate anche contro donne anziane, ancora più vulnerabili perché impossibilitate a fuggire. Secondo alcune testimonianze alcune donne, violentate a turno da un gruppo di soldati russi, avrebbero poi deciso di togliersi la vita. Una avrebbe raccontato di essere stata violentata di fronte alla figlia dopo che i soldati russi le avevano ucciso il marito. E va bene che i tribunali abbiano avviato più di duemila indagini a carico dell’esercito di Mosca, ma certo non saran le carte bollate e gli editti a ridare loro un sorriso.

"Anche in Italia e per la precisione in Ciociaria - ha ricordato Colosso -  dopo lo sfondamento del fronte di Cassino ad opera delle truppe coloniali francesi, il dramma dello strupro è stato vissuto duramente. Per tanto, troppo tempo, non se ne è parlato o lo si è fatto poco, a bassa voce, all’inizio per il timore di favorire la propaganda fascista, poi per la vergogna. Non è un fatto passato, ahimè, è un fatto ancora attuale, purtroppo e noi continuiamo a seguirlo perché in tutte le guerre, nelle decine e decine di guerre che sono in corso nel nostro pianeta la violenza non solo fisica ma in particolar modo sessuale, è un elemento caratterizzante di cui si sa molto poco...

Quasi in chiusura Paola Capra dell’Anpi ha raccontato di Luigina gettata in una cella, violentata da Bertozzi e da diversi ufficiali che attendevano il proprio turno in corridoio (Da Tullia De Mayo e Vincenzo Viano, Il prezzo della libertà, Venti mesi di lotta partigiana nel Canavese, Edizione ANPI, Cuorgnè 1977) e infine  Cadigia Perini è tornata a condannare le guerre chiedendo alle democratiche si farsi portavoce all’interno del PD su questa questione ma anche di prendere posizione sulla Libia.

La promessa delle Democratiche. Un impegno concreto alla divulgazione dei dati di Rape Stop Italia in tutte le scuole del Canavese  e un OdG che impegnerà, tra le altre cose l'Amministrazione comunale di Ivrea a sensibilizzare il Governo per un adeguamento dell'ordinamento italiano alle norme della Corte penale internazionale.
 

Qui una poesia letta dall’Anpi

Staffetta partigiana
Lidia non pianse,
oppose il suo silenzio
come sfida all’oltraggio,
mentre corpo e mente
erano tutto un grido
e il cuore invocava
con ansia la morte

Da Tullia De Mayo, Tempo di Resistenza, Edizione ANPI, Cuorgnè, 1981

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