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Malasanità e malgoverno. Ve la raccontiamo noi l'Asl To4, con i sindaci che stanno a guardare. C'è da mettersi a piangere

Una storia di facili concorsi che inizia con Giovanni La Valle, passa per l'oculistica e per la chirurgia e arriva sino ad oggi...

Malasanità e malgoverno. Ve la raccontiamo noi l'Asl To4, con i sindaci che stanno a guardare. C'è da mettersi a piangere

Si pensava fosse solo una questione di malasanità.

I posti letto in più nelle terapie intensive e semi intensive mai attivati nei tre ospedali di Chivasso, Ivrea e Ciriè.

I presidi di Locana, Cuorgnè e Castellamonte ridotti ad uno straccio.

I contratti di locazione prorogati senza alcuna modifica di anno in anno e un bel mucchio di quattrini buttati dalla finestra, compresiquelli per “Gli Artigianelli” a Ivrea, un'edificio che sembra occupato apposta per pagare un canone al Signore (Amen!). 

Il medico oculista (Giovanni Vadalà, ndr) che vince un concorso da primario e si ritrova senza una stanza in cui poter visitare e l’indisponibilità della sala chirurgica tutto l’anno.

Il concorso per un medico chirurgo nel 2017 a cui partecipa un luminare di Napoli (Salvatore Maria Costarella), unanimemente riconosciuto come uno dei migliori sulla piazza ma che arriva secondo, superato da un medico specializzato esclusivamente per la gola. 

Più di recente quell’altro concorso del dicembre 2021 sempre per la chirurgia a cui partecipano in tanti e a Ivrea li bocciano tutti, con tanto di fulmini fuochi e saette dell’assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi.

E c'è ancora chi si ricorda, nel 2016, di quell'altro concorso per “primari” fai-da-te che il direttore sanitario Giovanni La Valle s’era organizzato per sè stesso. Se lo era cucito addosso e, manco a dirlo, lo aveva vinto essendo l’unico partecipante.

Insomma (lo abbiamo sempre scritto e non abbiamo mai rinunciato alle critiche) si pensava fosse solo una questione di passività, di debiti, di un’Asl troppo grande per essere governata come la si dovrebbe governare.  

Da qualche mese a questa parte però a raccontare lo stesso nostro film, tra l'insipienza di sindaci che vanno in conferenza (assemblea dei sindaci) solo a reggere il moccolo della direzione generale dell'azienda, ci si sono messi pure i Magistrati di diverse Procure.

Quella di Torino e di Asti che hanno indagato l’ex direttore Flavio Boraso. Quella di Aosta che stava indagando sull’ex direttore Lorenzo Ardissone e oggi pure quella dei due pm di Ivrea, Valentina Bossi e Alessandro Gallo, con un dossier in cui compaiono ben 25 nominativi. 

Roba seria, roba che scotta. E parliamo di favori a aziende di servizi. E parliamo di concorsi con il trucco e promozioni facili. E parliamo di un andazzo che rende ancora più insaziabile una sete di giustizia per i lunghi tempi di attesa, le mancate cure e se vogliamo anche i morti

Ebbene sì, in questo caso malasanità e malgoverno  facevano e fanno “coppia fissa”.

E il malgoverno lo si vede anche dalle piccole cose, come il bando di concorso per titoli ed esami riservato agli infermieri per la formazione di una graduatoria per incarichi a tempo determinato della durata di 3 anni.

Qui il link

Pubblicato il 15 dicembre scadrà già il 30 di questo stesso mese, alla vigilia di Capodanno.

Quindici giorni di tempo compresi vigilia, Natale e Santo Stefano. La forma non fa una grinza, stando a quel che ci si dice basterebbero 15 giorni di pubblicazione, la sostanza però è di nuovo un pugno nella stomaco. 

Marco Salvagno

Tra le novità dell'inchiesta eporediese, in questi giorni di brindisi con spumante brut, ce n'è una che sta già facendo alzare le orecchie a molti. Sono, infatti, in corso accertamenti riguardo la clinica Mater Olbia Hospital”, partner di Cm Service, il cui dirigente Marco Salvagno (ex ufficiale della Guardia di Finanza in servizio a Torino alcuni anni fa) è sotto inchiesta per turbata libertà degli incanti, cioè per «una condotta finalizzata a ottenere una irregolare aggiudicazione di una gara, mediante l’allontanamento di altri concorrenti e con comportamenti diretti a influenzare la libera concorrenza della gara».

Per l’accusa resta la convinzione che il regista del «sistema» sia Massimo Cassinelli, patron di Cm Service e di altre quattro società.

C'è davvero da mettersi a piangere. E sono lacrime per tutta l'assistenza che non si è fatta e che non si fa, con dirigenti che se le ipotesi giudiziarie dovessero essere confermate, sono stati in tutt'altre faccende affaccendati, a scambiarsi favori, a far vincere un "posto" all'amico, a trattare con le aziende private... La speranza è che il 2023 ci porti una classe dirigente all'altezza, tanto in politica quanto nella sanità.

Massimo Cassinelli della Cm Service

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