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CASALE MONFERRATO
18 Novembre 2022 - 21:36
Cristian Martinelli, la vittima della brutale aggressione
Le indagini serrate condotte dai carabinieri del Nucleo investigativo di Alessandria e della Compagnia di Casale sembrano avere chiuso il cerchio sul brutale omicidio di Cristian Martinelli, il 34enne, residente a Trino Vercellese, aggredito il 14 ottobre alla stazione per portargli via gli occhiali Versace - che aveva comprato con la madre al centro commerciale la Cittadella e cui teneva molto - morto poi in ospedale due giorni dopo.
Le indagini hanno portato all'arresto dei presunti responsabili: al 20enne moldavo Nicolae Capstrimb, già in carcere dal 18 ottobre, si aggiungono una 21enne italiana, due 18enni e un 16enne marocchini, tra cui 2 fratelli, già finiti nei guai per rissa.
Su disposizione della Procura di Vercelli e di quella per i Minorenni di Torino sono state eseguite le ordinanze di misura cautelare nei confronti degli indagati: due - compreso il minorenne - sono stati condotti in carcere a Vercelli e Torino; la 21enne si trova ai domiciliari; per l'ultimo è previsto l'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Per tutti l'accusa è omicidio preterintenzionale aggravato dai futili motivi e rapina.
L'aggressione, iniziata poco dopo le 12,30, si è consumata tra le banchine dei binari 1 e 2, in un clima di prevaricazione e violenta aggressività che ha caratterizzato i comportamenti di questo gruppo di giovanissimi, accompagnato da insulti, minacce e derisioni e poi finita nei vicini giardini, dove Cristian si era rifugiato dopo le percosse ormai stremato e dove - dopo l'allarme di passanti - è stato soccorso prima del trasferimento in ospedale.
Inutili le suppliche all'unica donna del branco, una 21enne, che invece lo insulta e lo minaccia dando il via alla violenza portata avanti anche con una spranga con cui Cristian è ripetutamente colpito. Spavaldi, un vero e proprio delirio di onnipotenza, duri, ragazzi pericolosissimi che tengono per una mano la vittima per colpirla meglio.
Motivo del loro agire, esercitare l'aggressività del gruppo. Senza pentimento forse pensando che Cristian non morisse. Salvo poi, una volta da soli, cedere e piangere, crollando emotivamente quando i carabinieri notificano le ordinanze di misure cautelari a loro carico. Vengono descritti così dagli investigatori i comportamenti dei cinque membri del gruppo.
"Spiace siano coinvolti in questa triste vicenda ragazzini che, purtroppo, si muovono in un contesto di disagio giovanile importante - commenta il colonnello Massimiliano Rocco, comandante provinciale carabinieri -. Un'azione di quel tipo, fatta più o meno inconsapevolmente, genera conseguenze immani. Quel giorno sono state distrutte più vite". "Autori di una violenza di cui poteva essere vittima chiunque, passando in un giorno qualunque per la stazione di Casale - rimarca il colonnello Giuseppe Di Fonzo, comandante reparto operativo -. Oggi la città è un po' più sicura ma, dopo una giusta pena commisurata alla gravità del fatto, è necessario rieducare questi ragazzi per il reinserimento in società".
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