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Eporedia futura

Patronale di San Savino e dintorni

Patronale di San Savino e dintorni

Mi hanno particolarmente stupito le parole di Mons. Edoardo, Vescovo di Ivrea, durante la cerimonia dei ceri, nella splendida cornice della chiesa di San Nicola: “San Savino, un vescovo che non ha mai visto Ivrea”. Il pensiero che la devozione popolare abbia portato alla scelta di un patrono che in vita fu lontano dalla Città è straordinario, perché testimonia come un tempo l’affezione alle spoglie mortali del Santo lo rendesse effettivamente presente tra i fedeli.

Da tempo, purtroppo, si assiste a una sempre minore partecipazione alle celebrazioni sacre della Festa Patronale, non sempre a favore della controparte profana. Forse la causa di questo problema risiede nel termine che ho appena utilizzato: controparte.

Da tempo, purtroppo, si assiste a una sempre minore partecipazione alle celebrazioni sacre della Festa Patronale, non sempre a favore della controparte profana..

Siamo sempre più abituati a sentir dividere le nostre due principali ricorrenze, San Savino e il Carnevale, in due “anime”, sacra e profana, battaglia e parte storica, senza capire quanto in entrambi i casi siano indissolubilmente legate.

Da amante delle metafore non posso che pensare a questa “contrapposizione” a livello politico, in relazione alla maggioranza e alla minoranza – al lettore scegliere chi rappresenti il sacro e chi il profano – che, unitamente, compongono il Consiglio Comunale e danno legittimità, forti del consenso popolare espresso con il voto, all’Amministrazione tutta.

Il mancato rispetto degli equilibri istituzionali porta a situazioni di profondo imbarazzo per chiunque segua le vicende politiche, a livello cittadino quanto nazionale, e abbia con esse un minimo di confidenza: è di pochi giorni fa il comunicato ufficiale del Sindaco Chiantore e della sua Giunta in cui si lancia l’appello per il ritiro del “Regolamento a sostegno della produzione di munizioni e missili (ASAP)”, recentemente approvato dall’Europarlamento grazie anche a numerosi esponenti del Partito Socialista, cui teoricamente dovrebbe fare riferimento la forza egemone dell’amministrazione eporediese.

Tante volte, forse troppe, la politica di Ivrea si è illusa di essere un centro di fondamentale rilievo sullo scacchiere geopolitico e che il suo Consiglio Comunale ne fosse il Parlamento ma, questa volta, si è addirittura riusciti a fare di meglio: se diverse associazioni cittadine da tempo impegnate per la pace, espressione dal quantomeno ambiguo significato, hanno proposto all’amministrazione Chiantore di segnare un cambiamento di passo rispetto al periodo buio terminato il 15 maggio scorso, facendo votare al Consiglio un ordine del giorno che esprimesse la posizione dell’istituzione sulla tematica, si sono visti rigettare la domanda e un proclamino, pubblicato quasi in sordina sul sito internet del Comune.

Di certo non si può accusare il Sindaco Chiantore di codardia, dato che fin dai tempi della campagna elettorale si dichiara contrario alle armi e a “tutte le guerre del mondo”, anche se questo modus operandi ricorda un po’ quello di chi, come si suol dire, vuole salvare capra e cavoli.

Ma, ricordiamolo, la nostra Festa Patronale è appena finita e dobbiamo essere tutti più buoni, quindi mettiamo da parte per un secondo le divergenze lontane e occupiamoci unitariamente di quella che è stata una bella edizione e pensiamo a come migliorarla per il futuro!

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