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12 Febbraio 2023 - 18:25
Costanza Casali, Assessore alla Cultura di Ivrea, e Gaetano di Tondo, Presidente #AASO, poco prima dell'inaugurazione della mostra.
Sabato 11 febbraio, al Museo Garda, è stata inaugurata la penultima mostra del ciclo “Olivetti e la Cultura nell’Impresa responsabile”.
Il percorso espositivo comprende 90 opere e presenta un articolato panorama dei nuovi linguaggi dell’arte emersi in Italia dagli anni cinquanta ai primi anni novanta del Novecento.
Da sinistra, Stefano Sertoli, Sindaco di Ivrea, Costanza Casali, Assessore alla Cultura del Comune di Ivrea e Gaetano di Tondo, Presidente #AASO, inaugurano la 5a mostra del ciclo dedicato alla Collezione Olivetti
“La mostra mette in relazione le opere d’arte legate all’astrattismo e all’informale presenti nelle Collezione Olivetti e nella Collezione Civica del Museo Garda...- ha commentato l’Assessore alla Cultura Costanza Casali - La sensibilità e l’attenzione dell’Olivetti a percepire i cambiamenti che avvenivano nella società e nelle esperienze artistiche è stata fondamentale affinché vi fossero acquisizioni di opere che esulavano dalla rappresentazione reale degli oggetti traendo spunto dalla scienza, tecnologia e filosofia, riflettendo anche le ansie della società. La Collezione di opere d’arte Olivetti si è potuta così arricchire di numerosi pezzi unici con artisti della portata di Balla, i cui quadri oggi possono essere ammirati in questa meravigliosa esposizione. Invito tutti a venire a visitarla...”.
Entusiasta anche Gaetano di Tondo, Presidente Associazione Archivio Sorico Olivetti e VP, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne Olivetti aggiunge “Dopo il grande successo delle quattro precedenti - ha sottolineato - siamo arrivati alla penultima esposizione del percorso nato nel 2021 dal lavoro congiunto e proficuo tra TIM, Olivetti, Comune di Ivrea, Associazione Archivio Storico Olivetti e Museo Garda, che permette alla popolazione di Ivrea e a tutti gli amanti dell’arte e della cultura di poter ammirare un’altra parte rilevante della collezione Olivetti. Al centro del percorso narrativo le opere di arte astratta e informale, italiane e internazionali, altro tassello di questo lungo racconto che ribadisce il valore della cultura come strumento strategico dell’impresa e come fattore di crescita culturale della società. Le mostre precedenti hanno confermato anche la capacità di essere un volano di attrazione ulteriore, un’ottima occasione per un turismo non solo di prossimità per il territorio canavesano”.
Maria Francesca Moreni, al centro, con Gaetano di Tondo, Presidente #AASO, e Costanza Casali, Assessore alla Cultura del Comune di Ivrea. Condividere l'inaugurazione della mostra, che tra le opere conteneva uno stupendo dipinto di Mattia Moreni.
La mostra trae avvio da opere di Picabia, Balla e Kandiskij e Mirò, con rimandi al futurismo e alle radici variegate dell’astrattismo.
Il percorso espositivo non ha la presunzione di poter illustrare l’evoluzione sfaccettata e variegata dei vari movimenti e gruppi che si sviluppano a partire dal dopoguerra e sino alla soglia degli anni novanta del Novecento, semmai di portare alla luce e mettere in evidenza le scelte consapevoli o talvolta la casualità che ha determinato l’acquisto o la donazione di alcune opere significative.
Sono oltre 90 le opere che impreziosiscono l'esposizione "Astrattismo e Informale nella Collezione Olivetti e nella collezione civica"
Negli anni del dopoguerra mette a fuoco la figura di Spazzapan a Torino: nelle sue “composizioni geometriche” prevale l’elemento iconico (gatti, cavalli, santoni o meccanismi di ruote e di raggi).
La collezione Olivetti dà molta importanza ad una mostra tenutasi a Prato nel 1955. Organizzata da Carlo Ludovico Ragghianti, vi esposero artisti come Redento Bontadi, Enzo Brunori, Piero Dorazio, Mario Lattes, Alvaro Monnini, Mattia Moreni, Emilio Scanavino e Sergio Vacchi
Alla seconda metà degli anni cinquanta risalgono anche le opere di Eva Fischer, Ennio Morlotti e Tancredi Parmeggiani.
Sui movimenti torinesi, in mostra si trovano opere di Annibale Biglione e Filippo Scroppo che furono tra i fondatori del Movimento Arte Concreta a Torino.
Gli anni sessanta trovano rappresentazione con Ettore Fico, Piero Ruggeri e Giorgio Ramella.
Non mancano collegamenti più internazionale attraverso le personalità di Pierre Alechinsky e Hans Hartung. E poi gli l’artista piemontese Mauro Maulini e artisti internazionali come Walter Ballmer, Gabino Amadeo e Pedro Coronel.
Un nucleo di opere di Tony Arch conducono il visitatore alla soglia degli anni duemila.
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