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Cuorgnè
24 Novembre 2022 - 11:14
I codici bianchi dovranno pagare il ticket. Ecco tutto quello che c'è da sapere con il servizio "sostitutivo" al Pronto Soccorso
ll Punto di Primo Intervento, che aprirà a Cuorgnè il prossimo 9 gennaio, è stato presentato ufficialmente ai cittadini e agli operatori sanitari del territorio martedì 22 novembre nell’ex-Chiesa della Trinità. A spiegare di cosa si tratti sono stati la direttrice del Distretto di Cuorgnè Eva Anselmo, il direttore dell’Accettazione ed Urgenza degli Ospedali di Ivrea e Cuorgnè Paolo Baron; Il direttore sanitario dei due ospedali Alessandro Girardi; la dirigente delle Professioni Sanitarie dell’ASL TO4 Clara Occhiena.
“E’ nostro dovere verso i cittadini e i medici di Medicina Generale – hanno detto - fornire le dovute informazioni e questo è il primo di una serie di incontri. Siamo sempre a disposizione di tutti per i chiarimenti richiesti. Essere qui è il miglior segnale di superamento delle barriere fra ospedale e territorio. Grazie all’amministrazione di Cuorgnè per averci accolti in questa bellissima sede”.
La presentazione del Punto di Primo Intervento di Cuorgnè nell'ex Chiesa della Santissima Trinità
Il dottor Girardi ha voluto precisare che “l’Ospedale di Cuorgnè è importante. Ha i Reparti di Medicina Generale e Geriatria, un Dy-hospital Oncologico di tutto rispetto, sale operatorie che lavorano a pieno regime. Molte attività ambulatoriali sono state ripristinate. Ci piace lavorare in un ambiente che dia soddisfazione; un ospedale che funzioni è il nostro obiettivo”.
Hanno spiegato cosa sia e cosa non sia un Punto di Primo Intervento ed hanno chiarito bene che dopo le 20 “non ci dovete andare perché trovereste un portone chiuso”. Importante questa precisazione perché – fermo restando che il presidio di sera e di notte resterà chiuso - la presenza dell’ambulanza poteva ingenerare qualche dubbio sulla possibilità di essere comunque soccorsi. Non è così.
“L’ambulanza si troverà qui invece che a Castellamonte – ha spiegato la dottoressa Occhiena – ma resterà parcheggiata nel cortile, dietro un cancello chiuso perché è quella del 118. Se avete problemi, andate al Pronto Soccorso di Ivrea”. E Baron ha aggiunto: “Proprio perché presta servizio con il 118, potrà esserci o non esserci, a seconda se saranno arrivate delle chiamate”.
Dal canto suo, il sindaco di Cuorgnè Giovanna Cresto ha ringraziato per l’incontro, dopo aver precisato che “l’apertura del PPI è stata decisa a livello regionale; la nostra linea resta quella di chiedere il Pronto Soccorso ma anche l’ASL avrebbe preferito di gran lunga questa soluzione”. Ha poi aggiunto: “Sono contenta della buona partecipazione all’incontro. Quello che vi chiedo è il massimo rispetto per coloro che sono qui a parlarci di questo presidio”.
Il Punto di Primo Intervento di Cuorgnè sarà aperto dalle 8 alle 20 e tratterà i codici Bianchi e Verdi, ovvero le patologie più lievi che tuttavia rappresentano il 78-80% degli accessi ai Pronto Soccorso del territorio.
Nei manifestini messi a disposizione dei partecipanti all’incontro di Cuorgnè sono riassunte le indicazioni fornite anche a voce dai dirigenti ospedalieri presenti.
Questo presidio va bene per le patologie a bassa intensità e per i malesseri non ben definiti; quando vi è necessità di piccoli atti medico-chirurgici e nei casi in cui occorrano strumenti diagnostici semplici (distorsioni, morsi di animale, dolore addominale lieve). Le procedure saranno le medesime dei Pronto Soccorso: triage da parte di un infermiere “appositamente formato” che stabilirà il grado di urgenza e la priorità d’intervento in base a protocolli universalmente riconosciuti. Se l’attesa si prolungasse oltre il previsto e le condizioni del paziente peggiorassero, l’infermiere rivedrà la valutazione sempre in base ai protocolli.
In caso di Codice Bianco verrà fatto pagare il ticket. Non saranno presenti specialisti e solo in caso di emergenza o urgenza il medico del PPI invierà il paziente nei presidi che ne sono dotati. I pazienti lievi o con necessità di interventi terapeutici differibili verranno rimandati a casa ed affidati alle cure del medico di famiglia; quelli che avranno necessità di interventi sanitari immediati e non erogabili in loco verranno trasferiti in un presidio idoneo ad effettuare gli accertamenti; se sarà necessario il ricovero, l’ambulanza provvederà al trasporto in ospedale.
Non ci si dovrebbe recare nel Punto di Primo Intervento nei casi gravi (sospetto di ictus o infarto, complicazioni in gravidanza; amputazioni, ferite penetranti, fratture esposte) ma nemmeno per i malesseri lievi e non urgenti, per anticipare visite ed esami già programmati, per far compilare ricette.
Tutto giusto: troppe persone eccedono nel ricorso alle strutture di pronto soccorso e primo intervento. E’ altrettanto vero però che spesso lo si fa perché non esistono alternative: se i medici di base fossero in numero sufficiente, ben distribuiti in tutte le località anche piccole e presenti quotidianamente per un buon numero di ore verrebbe meno il motivo per farlo! Sopperivano in parte le Guardie Mediche ma sono state ridotte ed accedervi è diventato problematico a causa dei recenti appesantimenti burocratici di cui non si sentiva certo la necessità.
Cosa dire di questo Punto di Primo Intervento ovvero P.P.I.? (Ci dovremo abituare ad utilizzare l’ennesima sigla di difficile pronuncia…).
Se non si vogliono assumere posizioni pregiudiziali né a favore né contro questa scelta non è facile esprimere un giudizio. Da un lato i dirigenti intervenuti hanno fatto il possibile per rassicurare sulla volontà di potenziare i servizi sul territorio, di dare importanza all’ospedale di Cuorgnè (benché i reparti oggi operativi siano una minima parte di quelli presenti in passato), di essere vicini ai cittadini.
L’amministrazione cuorgnatese si è schierata al loro fianco, abbandonando le posizioni critiche che aveva assunto nei mesi scorsi rispetto alle scelte dell’ASL TO4.
Dall’altro lato, i cittadini presenti hanno espresso dubbi e preoccupazioni: sul ticket per i Codici Bianchi; sul cumulo di ore lavorative ammesse per i medici del presidio; su cosa accadrà ai pazienti che arriveranno nelle ultime ore di apertura se non verranno visitati prima delle 20. C’è chi ha chiesto se i medici dipendenti dell’ASL possano anche lavorare per società esterne che forniscono prestazioni all’ASL stessa; chi si è preoccupato della norma che prevede almeno 6.000 passaggi all’anno perché un Punto di Primo Intervento possa continuare ad operare; chi teme che venga localizzato nel seminterrato in cui era stato sistemato provvisoriamente il Pronto Soccorso negli anni della ristrutturazione.
“Su codici e ticket non è l’ASL a decidere, sono norme nazionali” – ha puntualizzato il dottor Girardi. Baron ha smentito che i medici possano lavorare per 72 ore, com’è stato riportato: “I turni sono al massimo di 12 ore”.
Quanto al ricorso al personale esterno ha ripetuto quanto viene sempre affermato da ASL e Regione ovvero che “Non abbiamo medici che vogliano stare al Pronto Soccorso: preferiscono gli ospedali delle grandi città”.
Sempre il dottor Baron ha rassicurato sulla questione dei 6.000 passaggi annui: “Si tratta di una vecchia norma degli Anni ‘70 che non viene applicata e comunque non ci sarebbero problemi visto che il Pronto Soccorso di Cuorgnè di presenze annue ne aveva quasi 20.000”.
Riguardo alla localizzazione del Punto di Primo Intervento, verrà collocato nei locali del Pronto Soccorso. Del resto è il minimo che ci si possa aspettare visto che erano stati ristrutturati da cima a fondo e poi utilizzati per un anno e mezzo!
Quello che è giusto rilevare è la scelta di incontrare pubblicamente amministratori, medici di base e cittadini e di rispondere alle loro domande, così come il fatto di tenere incontri in cinque località strategiche: oltre a questo di Cuorgnè, a Castellamonte, Rivarolo, Pont e Locana.
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