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Desertificazione in Stradale Torino: ma dove vanno i chivassesi a comprare?

Si raccolgono le firme nel quartiere, ma il presidente dell'Ascom Campanino si interroga sulle abitudini di chi vive in città: “I negozi chiudono perché i costi fissi e di gestione sono troppo alti rispetto al volume delle vendite”

Chivasso

Una veduta di stradale Torino

Dove vanno a fare acquisti i chivassesi?

Se lo chiede il presidente dell’Ascom Giovanni Campanino commentando la notizia della raccolta firme tra i residenti di Stradale Torino, e in generale di Chivasso Ovest, cioè dall’abitato che da Piazza d’Armi va verso Brandizzo.

Giovanni Campanino, presidente Ascom

Il caso di Stradale Torino

I residenti lamentano la totale mancanza di negozi di alimentari nella loro zona: da quando ha chiuso il centro commerciale Famila, Stradale Torino è infatti come abbandonata.

"Quando riaprirà almeno un negozio di alimentari, un piccolo centro commerciale, qui da noi?"

Per acquistare alimentari bisogna arrivare in Piazza d’Armi. Si dirà che sono pochi metri e pochi minuti. Ma in Stradale Torino e dintorni abitano molti anziani. Alcuni non guidano più. E anche a piedi faticano a raggiungere il centro città.

Una veduta di Stradale Torino

Lo dicono anche i figli degli anziani: debbono già pensare alla salute dei genitori, spendono tempo per curarli e seguirli quotidianamente, e da qualche anno, dalla chiusura del Famila, devono aiutarli anche a fare la spesa quotidiana dei beni di prima necessità. In una parola, per fare pranzo e cena. Fatica per i figli, amarezza e frustrazione per i loro genitori. 

I promotori della raccolta firme sanno bene che la scelta di aprire o chiudere un centro commerciale non dipende dal Comune ma dai privati, cioè dalle società proprietarie dei centri: ma si rivolgono lo stesso all’amministrazione comunale nella speranza che possa fare qualcosa. 

Le firme verranno depositate nei prossimi giorni a Palazzo Santa Chiara.

Il commento di Campanino

In merito, sul punto, è intervenuto con un commento su Facebook anche il presidente dell’Ascom Giovanni Campanino.

Commentando la notizia della scorsa settimana, Campanino si chiede “dove si rechino a fare acquisti i 27 mila abitanti di Chivasso”.

I negozi sono un presidio e una sentinella del territorio - commenta Campanino -. I motivi per cui i negozi chiudono e non riaprono sono svariati e non solo legati a scelte politiche. I negozi chiudono perché i costi fissi e di gestione sono troppo alti rispetto al volume delle vendite”.

Poi - conclude il presidente Ascom - possiamo anche parlare del ruolo sempre meno centrale di Chivasso rispetto al territorio circostante…”.

Il problema dell'incrocio

La carenza di negozi non è il solo ed unico problema del quartiere. Ce n’è anche un altro, ed è la criticità costituita dall’incrocio fra via Berruti e via Foglizzo. Con via Foglizzo intendiamo la rampa del cavalcavia sulla strada per Montanaro.

Gli automobilisti che da via Berruti si immettono in via Foglizzo non hanno sufficiente visibilità, a destra e a sinistra, perché la rampa in quel tratto è in curva. Mettono il muso fuori per vederci meglio, sperando di non venire falciati. Quelli che provengono da Stradale Torino non riescono a vedere le auto che da via Berruti cercano di entrare. Quelli che scendono dal cavalcavia spesso vanno forte. Conclusione: gli automobilisti che arrivano da via Berruti rischiano sempre l’incidente. Ci dicono: “Prima o poi ci scappa il morto”.

L'incrocio tra via Foglizzo e via Montanaro

A loro risulta che un costruttore della zona si era impegnato col Comune, a scomputo degli oneri di urbanizzazione, a realizzare una rotonda. Ma la rotonda non è mai stata fatta. 

Ora, agli amministratori spetta comunicare ai cittadini come stanno le cose e che cosa può fare il Comune.

 

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