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Cuorgnè

Le arie del melodramma

All’Unitre di Cuorgnè  docente Alerino Fornengo con la cantante Elisabetta Giannone e il maestro Giovanni Usai al pianoforte

LE ARIE DEL MELODRAMMA

Mercoledì 3 maggio, all’Unitre di Cuorgnè  docente Alerino Fornengo con la cantante Elisabetta Giannone e il maestro Giovanni Usai al pianoforte hanno illustrato l’opera lirica avvicinando i profani al piacere dell’ascolto delle arie,  che siano  gioiose, dolci o drammatiche, sono pezzi che magari abbiamo già sentito ma che non avevamo collegato a quale opera si riferifano. 

L’aria nell’Opera Lirica è la parte completamente cantata, qui da Elisabetta Giannone, che ha richiamato gli applausi anche perché  in essa i personaggi esprimono al meglio i loro sentimenti. Non siamo melomani, amanti con passione della musica dell’Opera Lirica  per tutti noi è stato un vero piacere estetico.

Il docente ha iniziato spiegando il perché si chiama Opera Lirica, nell’antichità, il canto era accompagnato dalla lira. Melodramma perché nell’opera c’è sempre un dramma, sono libretti che raccontano storie complicate  e vanno ascoltate con attenzione ed impegno. Se nel teatro esiste una rappresentazione diversa rispetto alla vita normale, nell’Opera la parola e il linguaggio diventano  musica, ed all’interno  si trovano  brani cantati e recitati che preparano l’aria dell’Opera, e volte ne  diviengono il nucleo del melodramma, che può essere cantata anche separatamente. Gli intermezzi, sono intervalli dell’Opera  con canti buffi a volte. Il docente ha fatto ascoltare “Nemorino dell’Esilir d’Amore” di Gaetano Doninzetti: “ Quanto è bella, quanto è cara”.

Poi l’aria tratta dal Lohengrin di Richard Wagner, con il coro nunziale erroneamente conosciuto come marcia nunziale, dove Elisabetta Giannone prima di cantarla in tedesco ha letto il testo in italiano.  Per passare poi a Mozart nel “Flauto magico”. Qui il canto della cattiveria della regina della notte: “La vendetta dell’inferno ribolle nel mio cuore  morte e disperazione fiammeggiano intorno a me!” Passando dopo alle “Nozze di Figaro”, sempre di Mozart che era stata prima vietata dall’imperatore Giuseppe II, perché fomentava l’odio tra le classi sociali. Mozart convinse l’imperato ad una audizione che permise  il permesso di rappresentare l'opera. Qui è interessante il personaggio di Cherubino che rappresenta  l'amore acerbo, allo stadio iniziale e per questo il personaggio viene interpretatoda una donna che meglio può trasmettere con il canto questa sensazione.

Arriviamo poi in Spagna nel 1875 con l’opera del francese Bizet con la celebre Carmen con la celebre aria detta Toreador ma dal titolo “ Vostre toast, je peux vous le rendre, il vostro  brindisi, lo posso ricambiare. Per poi arrivare ai primi del Novecento con Puccini, Madame Butterflay in Giappone : “ Un bel dì vedremo”, con il coro a bocca chiusa che trasmette l’emozione del momento. Siamo poi passati ad Offebach con l’aria della “Barcarola”.

Questa interessante lezione sull’aria dell’Opera si conclude con il più grande composito di opere italiane,  figura legata al Risorgimento, Giuseppe Verdi.

L’aria  di “Va pensiero” del Nabucco è stata cantato dal coro Unitre di Cuorgnè, una eccellenza culturale dell’Unitre che ha interpretato magnificamente questa famosa aria risorgimentale che trasmette sempre emozioni nell’animo. In conclusione un pomeriggio di storia dell’Opera. Di bel canto un vero piacere dell’animo.

 

 

 

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