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Cronaca

Scritte contro i vigili del nuovo presidio: Mirafiori Sud riparte tra vandalismi e tensione

Notte di insulti contro la polizia locale prima dell’inaugurazione, il Pd condanna: “Violenza simbolica inaccettabile”

Scritte contro i vigili del nuovo presidio: Mirafiori Sud riparte tra vandalismi e tensione

Scritte contro i vigili del nuovo presidio: Mirafiori Sud riparte tra vandalismi e tensione (immagine di repertorio)

L’inaugurazione doveva segnare un nuovo inizio per Mirafiori Sud, un quartiere che per cinque anni è rimasto senza un presidio fisico della polizia locale. Invece, la notte precedente alla cerimonia ha riportato a galla fratture mai del tutto rimarginate. Sui muri esterni della nuova sede dell’aliquota pronto impiego, a pochi metri dall’ingresso, sono comparse scritte contro le forze dell’ordine e lo Stato, con insulti espliciti e la sigla Acab, da tempo simbolo di una contestazione radicale e indiscriminata.

Le scritte sono state scoperte nella mattinata di oggi, a ridosso dell’inaugurazione. Per evitare che rovinassero un momento atteso da tempo dal quartiere, sono state coperte con teli in attesa della rimozione definitiva. Un gesto necessario sul piano pratico, ma che non cancella il significato politico e simbolico dell’accaduto: colpire un presidio pubblico nel momento stesso in cui torna operativo equivale a voler delegittimare l’idea stessa di presenza istituzionale sul territorio.

A intervenire con una presa di posizione netta è stato il Partito Democratico, che in Consiglio comunale ha espresso solidarietà agli agenti della polizia locale e a tutte le forze dell’ordine, condannando senza ambiguità l’episodio. La linea è chiara: la violenza verbale e simbolica non può essere normalizzata né tollerata, soprattutto quando prende di mira lavoratrici e lavoratori impegnati quotidianamente in servizi pubblici essenziali.

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Il capogruppo Pd Claudio Cerrato ha parlato di un gesto “offensivo e inaccettabile”, che colpisce chi opera con professionalità e senso di responsabilità, spesso in contesti difficili e ad alta tensione sociale. Non un attacco astratto, ma un atto diretto contro persone in carne e ossa, contro una funzione pubblica che in quartieri come Mirafiori Sud rappresenta anche un presidio di ascolto e mediazione, non solo di controllo.

Il contesto rende l’episodio ancora più significativo. La riapertura del presidio della polizia locale è stata presentata dall’amministrazione come un segnale concreto di attenzione verso le periferie, un investimento in servizi di prossimità dopo anni di assenza. Proprio per questo, l’imbrattamento notturno appare come una risposta polemica a quella scelta politica: un messaggio che rifiuta qualsiasi forma di istituzione, indipendentemente dal ruolo concreto che svolge.

Sul piano politico, la condanna è stata ribadita anche da Vincenzo Camarda, presidente della Commissione consiliare Sanità e Servizi Sociali, che ha richiamato il tema di una città “più sicura e inclusiva”, costruita a partire dai quartieri e dal rafforzamento dei servizi pubblici. Un concetto che prova a tenere insieme due piani spesso contrapposti nel dibattito torinese: sicurezza e inclusione, presenza delle divise e coesione sociale.

L’episodio delle scritte non è solo un fatto di cronaca minore. È una spia di un clima che resta teso, dove il ritorno dello Stato nei quartieri non è percepito da tutti come una risposta positiva. Ma proprio per questo, la risposta politica e istituzionale punta a non arretrare. La riapertura del presidio non viene messa in discussione, così come non viene accettata l’idea che l’intimidazione simbolica possa dettare l’agenda.

Mirafiori Sud riparte, dunque, in un equilibrio fragile: da un lato la domanda di sicurezza, presenza e servizi; dall’altro una contestazione che sceglie il muro come strumento di comunicazione. In mezzo, una comunità che attende risposte concrete e continuità, non solo inaugurazioni. Le scritte verranno cancellate. Resta la sfida più complessa: trasformare la presenza istituzionale in fiducia quotidiana, senza lasciare spazio a chi tenta di ridurre il confronto a un insulto notturno.

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Claudio Cerrato

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