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Cronaca
27 Novembre 2025 - 15:03
Arrestato a Vercelli un 63enne che organizzava incontri con funghi allucinogeni (immagine di repertorio)
L’operazione dei carabinieri di Vercelli si è chiusa con l’arresto di un 63enne originario di Milano, ritenuto responsabile di possesso illegale di 220 compresse contenenti psilocibina, sostanza psichedelica estratta da funghi allucinogeni. Un quantitativo ingente, accompagnato dal sequestro di un intero laboratorio per la coltivazione, l’essiccazione e la lavorazione dei funghi, scoperto nella sua abitazione romana. Un intervento che il Comando provinciale definisce «raro nel nostro Paese e mai verificatosi in provincia».
Le indagini erano scattate dopo il ritrovamento, su una strada del territorio, di una donna in stato confusionale e senza scarpe. Soccorsa dai carabinieri di Livorno Ferraris, la donna ha raccontato di aver partecipato a un incontro durante il quale le sarebbero state somministrate le compresse di psilocibina. Ha aggiunto di essere stata trattenuta contro la sua volontà e privata del cellulare. Le sue dichiarazioni hanno aperto la strada a un’indagine più ampia che ha portato gli investigatori a ricostruire un sistema strutturato di incontri organizzati dall’indagato.
Secondo quanto emerso, l’uomo – noto online per la pubblicazione di volumi, podcast e interventi sui presunti effetti terapeutici di queste sostanze, illegali in Italia – teneva da tempo appuntamenti ai quali partecipavano persone provenienti da diverse regioni. La psilocibina è infatti inserita tra le sostanze stupefacenti per le quali non è consentita né la produzione né la cessione né la vendita.
Durante uno di questi incontri i militari hanno trovato il 63enne in possesso delle compresse illegali, procedendo poi alla perquisizione che ha permesso di scoprire il laboratorio completo nella sua abitazione romana. Il materiale sequestrato includeva funghi allucinogeni, compresse già realizzate e strumenti per l’intero ciclo produttivo.
L’indagine prosegue per chiarire il numero dei partecipanti agli incontri, la provenienza della sostanza e l’eventuale rete di distribuzione. Per ora, i carabinieri sottolineano la portata del sequestro e la pericolosità delle attività svolte, soprattutto per il coinvolgimento di persone vulnerabili come emerso dal racconto della donna soccorsa.

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