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Cronaca
25 Novembre 2025 - 22:18
Polizia Penitenziaria
È successo in pochi secondi, nel corridoio delle consegne e dei prelievi, nel punto più delicato di un trasferimento tra istituti. Nel pomeriggio di oggi, all’interno del carcere di Brissogne, un agente della polizia penitenziaria è stato colpito da un pugno violento al volto sferrato da un detenuto durante le procedure per il trasferimento verso Torino. Un’aggressione definita “gravissima” dal sindacato Osapp, che ha denunciato l’episodio attraverso una nota dai toni durissimi.
Il gesto, spiegano, è stato improvviso e privo di qualunque preavviso o motivazione apparente. L’agente stava seguendo la procedura ordinaria quando il detenuto si è scagliato contro di lui colpendolo con “estrema brutalità”, causando un trauma che ha reso necessario il trasporto immediato al Pronto soccorso dell’ospedale di Aosta. È qui che il poliziotto risulta tuttora ricoverato, secondo il sindacato “senza alcun supporto e vicinanza da parte della struttura penitenziaria”, una mancanza che aggiunge ulteriore amarezza a un episodio già di per sé drammatico.
Nel comunicato, il segretario generale Osapp Leo Beneduci ricorda che il carcere di Aosta non è nuovo a episodi di violenza. Lo definisce un contesto complesso, segnato da dinamiche difficili e da una popolazione detenuta che, a suo dire, mostra un’aggressività crescente. Beneduci cita la testimonianza recente di un agente che aveva parlato di “lavoro tossico” per descrivere la quotidianità all’interno dell’istituto, un’immagine forte ma che, aggiunge, “i fatti continuano a confermare”.

Leo Beneduci, segretario generale Osapp
Le parole del segretario aprono uno squarcio sulla situazione organizzativa del sistema penitenziario. “I poliziotti sono ormai bersaglio di una popolazione detenuta sempre più violenta e aggressiva”, afferma, rimarcando come le aggressioni, verbali e fisiche, non rappresentino più un’eccezione ma un rischio quotidiano. È un grido d’allarme che l’Osapp sostiene di aver rivolto più volte alle più alte cariche dello Stato, senza ottenere risposte sufficienti a invertire una tendenza che appare consolidata.
Nel comunicato, Beneduci torna infatti a puntare il dito contro l’assenza di interventi strutturali. Sottolinea che l’organizzazione interna degli istituti penitenziari, in particolare quello di Aosta, risente ormai di una mancanza di correttivi che avrebbe dovuto arrivare da tempo. Cita gli appelli rivolti al presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rimasti a detta dell’Osapp senza esiti concreti. “Confidiamo che intervengano presso le autorità penitenziarie”, dichiara, ribadendo che la situazione attuale rischia di trasformare il carcere in “un marasma senza organizzazione né finalità”.
Il caso dell’agente colpito nel pomeriggio si inserisce così in un quadro più ampio, fatto di emergenze riconosciute e rimedi che tardano ad arrivare. Il sindacato denuncia organici insufficienti, condizioni operative al limite e una gestione che non garantisce né la sicurezza del personale né la finalità rieducativa della pena. È un equilibrio fragile che, secondo l’Osapp, non reggerà ancora a lungo senza interventi radicali.
Nel frattempo, all’ospedale di Aosta l’agente ferito resta sotto osservazione, mentre la ricostruzione dell’aggressione è affidata alle relazioni interne e alle procedure previste in casi di violenza verso il personale. Un’altra giornata difficile per la polizia penitenziaria, un altro episodio che riaccende il dibattito su un sistema che molti operatori descrivono da tempo come allo stremo.
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