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Cronaca

Dallo scambio di messaggi su Facebook a una presunta truffa da 56 mila euro: 54enne torinese finisce a processo

L’imputato si dichiara innocente, ma gli inquirenti contestano una gestione ingannevole dei fondi

Dallo scambio di messaggi su Facebook a una presunta truffa da 56 mila euro

Dallo scambio di messaggi su Facebook a una presunta truffa da 56 mila euro: 54enne torinese finisce a processo (foto di repertorio)

Si erano ritrovati su Facebook, quasi per caso. Un contatto riapparso dopo anni, un messaggio, qualche ricordo condiviso, la sensazione di aver recuperato una persona familiare. Quello che sembrava l’inizio di una relazione nata in modo naturale e quasi rassicurante, secondo la ricostruzione della Procura, avrebbe invece aperto la strada a un presunto raggiro da 56 mila euro, finito oggi in aula con un 54enne torinese imputato per truffa.

L’uomo, che in passato aveva già avuto problemi con la giustizia per truffa, estorsione, ricettazione e appropriazione indebita, avrebbe costruito un rapporto di fiducia sufficiente a convincere la donna a far transitare denaro su un conto corrente intestato a lei, sostenendo di non poterne aprire uno proprio a causa di una precedente condanna per evasione fiscale. Da lì, sempre secondo l’accusa, sarebbe iniziata una sequenza di richieste economiche giustificate da affari presentati come occasioni vantaggiose.

La prima richiesta, una somma da 20 mila euro per aprire un locale a Vercelli, non va in porto perché la donna rifiuta. Ma la seconda ha un esito diverso: 12 mila euro per acquistare un’automobile. La fiducia è ormai costruita e il denaro viene versato. Nei mesi successivi il meccanismo si ripete. L’imputato parla di un’opportunità immobiliare: una casa all’asta in Crocetta, per cui assicura di avere già un interessamento. Le somme, ancora una volta, vengono versate. Ma secondo gli investigatori non esiste traccia di alcuna compravendita.

Il quadro emerge in maniera più chiara nel 2019, quando la donna decide di denunciare l’uomo dopo essersi resa conto che nessuno dei soldi prestati le era stato restituito e che gli investimenti non avevano alcun riscontro reale. Le indagini ricostruiscono movimenti bancari, accessi al conto, tempistiche e giustificazioni fornite dall’imputato, definendo un percorso che, secondo la Procura, indica una gestione ingannevole e progressiva del denaro.

Il 54enne, difeso dall’avvocato Andrea Giovetti, si dichiara innocente. La difesa sostiene che non vi sia stata alcuna volontà di truffare la donna e che le somme riguardino vicende economiche che sarebbero degenerate solo successivamente. Sarà l’aula a stabilire se si è trattato di una truffa costruita sfruttando un rapporto sentimentale o di un dissesto finanziario interpretato come inganno.

Il processo, aperto a distanza di anni dalla denuncia, dovrà chiarire il ruolo dell’imputato e verificare la destinazione effettiva dei 56 mila euro che la donna sostiene di aver perso. In dibattimento finiranno operazioni bancarie, scambi di denaro, tempistiche e la struttura stessa della relazione nata sui social, con il compito di capire dove finisca la fiducia e dove, eventualmente, inizi la truffa.

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