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Cronaca

Pramollo, tre cani abbandonati e legati nel bosco: salvati dalla LAV e dai Carabinieri

Pastore del Caucaso, Maremmano e un terzo meticcio trovati in condizioni critiche: ora sono al sicuro in rifugio e cercano una nuova famiglia

Pramollo, tre cani abbandonati e legati nel bosco: salvati dalla LAV e dai Carabinieri

Pramollo, tre cani abbandonati e legati nel bosco: salvati dalla LAV e dai Carabinieri (immagine di repertorio)

La scena che i volontari della LAV si sono trovati davanti, nei boschi della borgata Pomeano, a Pramollo, non si dimentica facilmente. Tre cani legati agli alberi con catene a strozzo, senza acqua, senza cibo evidente, senza alcuna forma di riparo. Animali che, da settimane, sembravano sopravvivere più per istinto che per cura. Una fotografia che colpisce per la sua crudezza e che rimette al centro il problema mai risolto dei maltrattamenti in zone isolate della montagna.

Secondo quanto riferito dalla LAV, l’intervento è scattato dopo una segnalazione nella zona boschiva sopra Pomeano. Il più grande, un Pastore del Caucaso, era ridotto in condizioni preoccupanti, il pelo infeltrito e sporco, il corpo provato da una debilitazione visibile. Accanto a lui un Maremmano, con profonde lesioni al collo provocate dalla catena, e un terzo cane dall’aspetto emaciato, disidratato e incapace quasi di reggersi. Un quadro compatibile con un periodo prolungato di isolamento e incuria.

I volontari hanno contattato immediatamente i Carabinieri, che sono arrivati sul posto nel giro di poco. Le operazioni di liberazione non sono state semplici, perché gli animali erano impauriti e provati, ma l’intervento è riuscito. I tre cani sono stati trasferiti subito in un rifugio convenzionato, dove hanno ricevuto cure veterinarie, alimentazione adeguata e un ambiente protetto in cui poter finalmente recuperare le forze.

«Non possiamo più tollerare pratiche che negano il rispetto e i bisogni fondamentali degli animali», hanno dichiarato i volontari della LAV, sottolineando che episodi come questo non sono rari quanto si vorrebbe credere. Dietro l’apparente tranquillità dei boschi si nascondono spesso storie di abbandono, cani lasciati soli per giorni, legati per non scappare, dimenticati da chi dovrebbe prendersene cura. Un fenomeno che richiede attenzione costante e una risposta rapida da parte delle forze dell’ordine.

Ora, nel rifugio, il percorso di recupero è iniziato. Sarà graduale, ma per la prima volta dopo settimane — forse mesi — questi animali hanno una cuccia asciutta, acqua, cibo e persone in grado di offrire una presenza stabile. Per animali abituati alla solitudine forzata, il primo passo verso la rinascita è spesso il più semplice: una routine, uno sguardo non ostile, la certezza che non dovranno più difendersi da una catena.

Il caso di Pramollo richiama la comunità a un principio elementare: gli animali sono esseri senzienti, e l’isolamento con catene a strozzo non è forma di custodia ma violenza silenziosa. La LAV invita chiunque sospetti situazioni simili a non voltarsi dall’altra parte e a segnalare. Ogni intervento può cambiare il destino di una vita che non ha voce per chiedere aiuto.

Quando le loro condizioni lo permetteranno, i tre cani potranno essere affidati a famiglie idonee. Chi desidera offrire loro una seconda possibilità può contattare la sede LAV di Torino all’indirizzo lav.torino@lav.it.
Una casa, questa volta, potrebbe trasformare un abbandono in una vera rinascita.

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