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15 Novembre 2025 - 11:42
"L'edificio salterà in aria": allarme bomba a Palazzo Canavese, ma era tutto finto (immagine di repertorio)
«L’edificio salterà in aria». A Palazzo Canavese, la telefonata anonima arrivata ieri ha trasformato una giornata ordinaria in un’emergenza improvvisa, con sirene, evacuazioni e un intero tratto di strada fermato da curiosi e residenti rimasti spiazzati dall’arrivo di vigili del fuoco, carabinieri, unità cinofile e artificieri.
La minaccia indicava un palazzo della statale, un edificio che ospita al piano terra una panetteria e, ai piani superiori, due famiglie. Nel giro di pochi minuti la macchina dei soccorsi si è messa in moto: i carabinieri hanno raggiunto lo stabile, i vigili del fuoco hanno avviato le procedure di evacuazione e la piccola comunità si è ritrovata improvvisamente sulla soglia della propria sicurezza domestica, costretta a lasciare case e attività commerciali.
Per diverse ore, l’area è rimasta isolata. Mentre le forze dell’ordine delimitavano la zona, la strada si è popolata di persone in attesa, qualcuno con il telefono in mano a chiedere aggiornamenti, altri semplicemente fermi a guardare la scena. L’atmosfera era quella della paura trattenuta, la tensione sospesa tipica dei falsi allarmi: nessuno sa se lo sia davvero, finché non arriva una conferma.
Gli artificieri, affiancati dai cani molecolari, hanno perlustrato ogni angolo: locali commerciali, scale, cantine, ambienti tecnici. Gli esperti hanno seguito protocolli rigorosi, aprendo varchi, controllando intercapedini, movendo gli oggetti necessari a escludere ogni possibilità di rischio. Quando il sopralluogo è stato completato, in serata è arrivata la risposta che tutti attendevano: nessun ordigno, nessun pericolo. Un allarme rivelatosi infondato, stavolta davvero.
Una certezza che non attenua però l’eco dell’accaduto. Perché un gesto del genere non è una semplice bravata: significa sottrarre risorse alle emergenze reali, creare panico, mobilitare professionisti che avrebbero potuto essere altrove. Ora resta da capire da dove sia arrivata quella telefonata anonima e con quale intenzione. Le indagini dei carabinieri sono già in corso e la tracciabilità delle chiamate anonime — nonostante i tentativi di mascheramento — permette spesso di arrivare all’autore.
A Palazzo Canavese, dopo lo spavento, la normalità è tornata lentamente. La panetteria ha riaperto le sue porte, le famiglie sono rientrate nelle loro abitazioni, mentre fuori dalla statale restano solo le tracce di un pomeriggio in cui tutto è sembrato sospeso. Un allarme rivelatosi infondato, ma che ha ricordato quanto fragile possa essere il senso di sicurezza anche nei piccoli centri, quelli in cui ogni voce corre in un attimo e ogni emergenza diventa una questione comunitaria.

Immagine di repertorio
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