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Cronaca
20 Novembre 2025 - 13:28
Ritrovati 39 scooter rubati in dieci garage occupati: scoperto ad Alessandria un deposito della ricettazione (foto di repertorio)
Un semplice scooter sparito a Milano. È da lì che parte la pista che porta i Carabinieri fino ad Alessandria, dentro un cortile privato trasformato in un vero deposito di mezzi rubati. Quando i militari arrivano sul posto, trovano due uomini intenti a scaricare pezzi di ricambio avvolti nel cellophane. Pochi minuti dopo, l’estensione del traffico illecito appare in tutta la sua evidenza: dieci garage occupati abusivamente, 39 motocicli nascosti, decine di componenti smontati e accatastati, un valore stimato che supera 50mila euro.
L’indagine inizia con la denuncia presentata a Milano per il furto di uno scooter. La geolocalizzazione del mezzo permette agli investigatori di seguire una traccia precisa fino ad Alessandria. Il supporto del Comando di Alessandria Cristo consente di organizzare un intervento rapido, in grado di cogliere i due sospetti nel momento in cui movimentavano il materiale.
Il veicolo segnalato viene recuperato subito. La vera sorpresa arriva quando i militari aprono uno a uno i box all’interno della corte. In quello spazio ristretto, che avrebbe dovuto ospitare qualche auto dei residenti, emergono invece motorini smontati, telai, carene, fanali, motori, tutti catalogabili come provento di furto. Un sistema parallelo di smontaggio e redistribuzione di pezzi destinati con ogni probabilità alla rivendita informale, dove i ricambi circolano senza tracciabilità e senza controlli.
I due uomini, identificati durante l’operazione, vengono denunciati per ricettazione e occupazione abusiva di edifici, mentre i box risultano sigillati per completare gli accertamenti sulla provenienza dei mezzi. Si tratta di un’attività che richiederà tempo: i Carabinieri dovranno ora incrociare numeri di telaio, denunce pregresse, dati assicurativi e i registri delle forze dell’ordine per ricostruire la provenienza di ogni motociclo e restituirlo ai legittimi proprietari.
L’operazione, tecnicamente lineare ma investigativamente complessa, conferma un modus operandi ormai consolidato in molte aree urbane: spazi privati o inutilizzati trasformati in punti di raccolta per mezzi rubati, pronti a essere smontati o reimmessi nel mercato dell’usato. È uno dei segmenti più redditizi per le reti della microcriminalità, che sfruttano velocità, anonimato e margini elevati.
Il ritrovamento dei 39 scooter rappresenta quindi non solo un recupero importante sul piano economico, ma anche un tassello significativo nella ricostruzione di una filiera illecita che, partendo da furti singoli, si alimenta attraverso centri clandestini di stoccaggio come quello individuato ad Alessandria. Le indagini proseguono per verificare se i due denunciati facessero parte di un circuito più ampio e se altri garages, in città o fuori provincia, possano essere coinvolti in attività analoghe.
In attesa dei prossimi sviluppi, resta il fatto che un semplice segnale di geolocalizzazione ha permesso di far emergere un deposito occulto che da tempo sfuggiva ai radar, restituendo mezzi rubati e arginando un canale di ricettazione che avrebbe continuato ad alimentare il mercato nero dei ricambi.
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