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Cronaca

Blitz anarchico nella sede Asl di via San Secondo: scritte, striscioni e tensione dopo la visita istituzionale al Cpr

Una decina di attivisti fa irruzione nei locali, accusa l’Azienda sanitaria di complicità e rilancia la protesta contro il Centro di permanenza per il rimpatrio di corso Brunelleschi: indaga la Digos

Blitz anarchico

Blitz anarchico nella sede Asl di via San Secondo: scritte, striscioni e tensione dopo la visita istituzionale al Cpr

Un’irruzione rapida, organizzata e rivolta a un obiettivo simbolico. Questa mattina, intorno alle 10, una decina di anarchici ha fatto ingresso nella sede dell’Asl Città di Torino in via San Secondo, trasformando un edificio pubblico in teatro di una protesta contro il Cpr di corso Brunelleschi, già al centro di tensioni politiche e istituzionali dopo la visita del sindaco Stefano Lo Russo e della garante comunale Diletta Berardinelli. L’azione è durata pochi minuti ma ha lasciato segni evidenti: muri imbrattati, corridoi attraversati da slogan urlati, striscioni appesi alle finestre e un clima di forte preoccupazione tra i dipendenti che in quel momento stavano iniziando la giornata di lavoro.

Secondo la ricostruzione delle forze dell’ordine, il gruppo è entrato approfittando di un momento di passaggio all’ingresso. Una volta all’interno, gli attivisti hanno tracciato sulle pareti una grande scritta dal contenuto inequivocabile, “Cpr = tortura”, a cui si è aggiunto uno striscione affisso all’esterno con accuse dirette all’Asl, ritenuta dai manifestanti corresponsabile del sistema dei rimpatri. Un terzo telo, calato da una finestra del primo piano, conteneva un messaggio contro quella che definiscono “la violenza” delle procedure sanitarie e amministrative collegate ai trattenimenti.

Non risultano contatti fisici né aggressioni, ma lo spaesamento del personale è stato evidente. Sul posto sono intervenute le volanti della polizia e gli agenti della Digos, che ora stanno acquisendo i filmati della videosorveglianza e raccogliendo testimonianze per identificare i partecipanti, molti dei quali agivano con il volto coperto. L’indagine dovrà chiarire eventuali responsabilità per invasioni di edificio pubblico, imbrattamento e possibili ipotesi di interruzione di pubblico servizio.

Il blitz arriva a poche ore dalla visita istituzionale al Cpr, un sopralluogo che ha riportato alla ribalta la condizione della struttura, da anni al centro di proteste, incendi, denunce e segnalazioni di criticità. Proprio questo clima ha alimentato la protesta anarchica, che da tempo considera i Cpr un simbolo della repressione delle politiche migratorie. Negli ultimi anni, a Torino, non sono mancati cortei improvvisi, assalti notturni, imbrattamenti e proteste analoghe nei pressi delle strutture collegate al sistema dei rimpatri; questa volta la sede dell’Asl è stata scelta come bersaglio per contestare il ruolo sanitario nei procedimenti che precedono il trattenimento.

Nel primo pomeriggio è arrivata la dura condanna dell’assessore regionale alla Sanità Federico Riboldi, che ha definito l’episodio “un gesto inqualificabile”, sottolineando la gravità dell’irruzione avvenuta “in pieno giorno ed in orario di servizio”. L’assessore ha chiesto un intervento rapido delle forze dell’ordine e della magistratura per individuare i responsabili e ha ribadito la solidarietà alla Direzione Generale dell’Asl e ai dipendenti coinvolti, affermando che “non ci si piega alla violenza di chi pensa di essere impunito”. Le sue parole si inseriscono in un quadro già segnato dalle tensioni politiche attorno al Cpr e dalla necessità, più volte richiamata da istituzioni e opposizioni, di affrontare le sue criticità strutturali.

La Digos prosegue le indagini per risalire ai responsabili e verificare eventuali collegamenti con altre azioni riconducibili alla rete anarchica cittadina. Il gesto, pur privo di violenza fisica, riporta al centro una frattura che Torino conosce da anni: quella tra i gruppi che contestano radicalmente il sistema dei rimpatri e le istituzioni coinvolte nella sua gestione. Una frattura che, come dimostra l’irruzione di oggi, continua ad accendersi ogni volta che la città riporta l’attenzione sul Cpr di corso Brunelleschi.

Il blitz in mattinata

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