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19 Novembre 2025 - 19:52
Cure gratuite per i minori disabili: a Casale parte il progetto pilota Asl–Anffas (foto di repertorio)
A Casale Monferrato prende forma un progetto che interviene dove spesso le famiglie restano più sole: l’accesso alle cure specialistiche per i minori con disabilità. Il Comune, l’Asl e l’Anffas hanno definito un programma pilota destinato a partire nel 2026, con l’obiettivo di garantire percorsi educativi e abilitativi completamente gratuiti ai nuclei che oggi faticano a sostenere costi e tempi di attesa.
L’iniziativa coinvolgerà oltre 50 minori del distretto sanitario casalese, già seguiti dai servizi Anffas, e rappresenta la seconda fase di un percorso avviato mesi fa con l’apertura dello sportello dedicato ai caregiver. Un servizio pensato per l’orientamento, la consulenza e la presa in carico, finanziato inizialmente dal Comune e destinato a passare sotto la gestione diretta dell’Asl a partire da gennaio.
Il progetto pilota nasce con una missione chiara: offrire alle famiglie un accesso reale, continuativo e qualificato ai percorsi educativi, riducendo gli ostacoli pratici ed economici che spesso rendono complesso il sostegno ai minori con disabilità. La struttura del programma prevede un modello integrato tra enti pubblici e terzo settore, con interventi mirati sul potenziamento delle autonomie, sulla comunicazione, sulla dimensione educativa e sugli aspetti abilitativi, adattati al profilo di ogni bambino.
A sintetizzare la filosofia dell’intervento è l’assessore regionale alla Sanità, il casalese Federico Riboldi, che ha commentato: «Il progetto rappresenta un esempio concreto di come la sanità territoriale possa dialogare efficacemente con le associazioni del territorio per offrire risposte personalizzate di alta qualità. Favorisce l’accesso gratuito a percorsi educativi e abilitativi e promuove la presa in carico diretta. È attraverso queste sinergie che costruiremo una sanità sempre più vicina alle famiglie e inclusiva, rafforzando modelli innovativi e sostenibili».
Il percorso, nelle intenzioni dei promotori, vuole consolidare un modello che non sia un episodio isolato, ma un punto di partenza per una rete territoriale più solida. L’intervento anticipa infatti l’inserimento strutturale dei servizi in una logica di presa in carico continuativa, con una forte attenzione alla prevenzione, alla stabilità dei percorsi e alla riduzione delle disuguaglianze nell’accesso alle cure.
La collaborazione tra Asl, Anffas e amministrazione comunale punta a costruire una risposta che tenga insieme specializzazione clinica, supporto educativo e accompagnamento familiare. Una scelta che si innesta nella necessità, più volte evidenziata dagli operatori, di garantire percorsi costanti e calibrati, soprattutto nelle fasce più fragili. Il 2026 sarà quindi l’anno decisivo per misurare sul campo l’efficacia di questo modello e per valutarne l’estensione ad altri territori.
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