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Cronaca
18 Novembre 2025 - 13:57
Torino, furto al negozio di animali: arrestati in flagranza, i due negano tutto in aula (immagine di repertorio)
Una vetrina sfondata, crocchette e snack per animali sparsi nella fuga, un inseguimento tra le vie di Barriera di Milano e, infine, un’aula di tribunale. È la traiettoria rapida e confusa del furto avvenuto in corso Giulio Cesare 182, episodio che oggi, 18 novembre, si è trasformato in un confronto diretto tra gli indagati e la giudice del Tribunale di Torino. I due uomini — fermati in flagranza dai carabinieri — hanno negato ogni responsabilità, dichiarando di essere scappati perché «in paranoia» dopo aver fumato, e non per sottrarsi a un arresto.
Secondo gli inquirenti, il colpo è avvenuto nelle prime ore della mattina. La vetrina del negozio sarebbe stata infranta con un oggetto contundente e dal punto vendita sarebbero stati portati via prodotti per animali per un valore attorno ai 70 euro. Quando la pattuglia è arrivata, i militari avrebbero trovato i due uomini ancora in possesso della merce. La fuga è durata pochi minuti: uno dei presunti ladri è stato raggiunto in via Sempione, afferrato per i pantaloni mentre tentava di divincolarsi; l’altro è stato bloccato dopo un breve inseguimento lungo le vie laterali. La flagranza di reato ha portato all’arresto immediato.
In aula, però, la ricostruzione cambia radicalmente. Davanti alla giudice, i due indagati hanno sostenuto di non aver rotto alcuna vetrina e di non aver toccato alcun prodotto. «Siamo tossicodipendenti, stavamo solo fumando — hanno spiegato — Non siamo stati noi a rubare. Eravamo alla fermata del bus e ci siamo spaventati quando abbiamo visto i carabinieri, tutto qui». Una difesa che contrasta con le risultanze degli atti, con il materiale sequestrato e con l’intervento dei militari, che li colloca sul posto mentre la merce veniva sottratta dal negozio.
Gli elementi raccolti dagli inquirenti sono stati ritenuti sufficienti per contestare ai due uomini il reato di furto pluriaggravato, fattispecie che pesa sul quadro accusatorio nonostante il valore economico contenuto della refurtiva. La giudice ha disposto una misura cautelare non detentiva: obbligo di firma tre volte a settimana, scelta che tiene insieme la necessità di monitoraggio e il rispetto del principio di presunzione d’innocenza, valido fino a sentenza definitiva.
Il processo dovrà chiarire se la versione fornita dagli indagati potrà reggere di fronte ai riscontri oggettivi raccolti nelle ore immediatamente successive al furto. Per ora resta la fotografia di un episodio minimo nei numeri ma emblematico nelle dinamiche: un negozio danneggiato, un quartiere che conosce bene episodi simili e una giustizia chiamata a sciogliere, ancora una volta, il nodo tra marginalità sociale e criminalità minuta.

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