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Lutto
14 Novembre 2025 - 10:16
Cuorgnè saluta Danilo Varello, l’anima goliardica che ha segnato una generazione di cortei e tradizioni
La notizia si è diffusa in poche ore, colpendo Cuorgnè come un colpo secco, di quelli che mettono in silenzio una città abituata alla festa. Danilo Varello, classe 1961, figura storica del Torneo di Maggio alla Corte di Re Arduino, non c’è più. E con lui se ne va un pezzo di quella identità collettiva che, da decenni, accompagna la rievocazione medievale che più di ogni altra definisce lo spirito del paese.
Varello era stato vicepresidente e consigliere della Pro Loco, a fianco dell’attuale sindaca Giovanna Cresto, ma soprattutto era stato ciò che chiunque, a Cuorgnè, ricorda al di là dei titoli: un animo allegro, una presenza costante, un protagonista naturale della rievocazione storica. Faceva parte della Confraternita dei Beoni di Re Arduino, la componente più goliardica e affezionata del Torneo, quella capace di trasformare ogni corteo in una piccola scena teatrale, ogni attesa in un momento condiviso, ogni aneddoto in memoria.
A ricordarlo con parole dense di emozione è stato il Gran Cerimoniere Marco Schiopetti, che sulla pagina Facebook della Pro Loco ha scritto: «Un altro pezzo di storia che lascia il nostro amato Torneo di maggio alla Corte di Re Arduino. Danilo negli anni è stato socio della Pro Loco e consigliere. Ma per molti, per me, un amico… un Beone». Un affetto semplice ma profondo, costruito negli anni dei cortei, delle prove, degli scherzi dietro le quinte, delle serate che finivano sempre con una risata condivisa.
Schiopetti racconta i momenti trascorsi insieme – e lo fa con una chiarezza che inchioda la memoria: «Come Gran Cerimoniere, tanti sono stati i momenti che con lui e gli altri Confratelli Beoni ho condiviso. Momenti di gioia spensierata e momenti più concitati. Le prime gare del Palio dei Borghi, le olimpiadi del Beone, i giochi svolti per i ragazzi del Torneo, le elezioni delle Damigelle Beone». Ricordi che, messi uno accanto all’altro, compongono una lunga fotografia del Torneo vissuto dall’interno, quello che non si vede dai bordi della piazza ma che da sempre ne alimenta lo spirito.
Il Gran Cerimoniere non dimentica un momento in particolare: «Quando ho vestito i panni di Re Arduino, nel 2017, tu sei stato, con mia grande emozione e stupore, il primo ed unico "Granceribeone" della storia del torneo». Un titolo simbolico ma sentito, che racconta quanto grande fosse la considerazione che la Confraternita aveva per lui.
Negli ultimi anni Danilo aveva smesso di partecipare ai cortei, ma la sua presenza non era mai mancata. Era sempre lì, pronto a osservare, a commentare, a offrire suggerimenti mai banali e una risata che sapeva alleggerire anche i momenti più tesi. «Sempre pronto a una battuta di spirito o a un’osservazione critica e propositiva. La tua risata coinvolgente, spesso accompagnata da una vigorosa pacca sulla spalla, sapeva rallegrare e, quando serviva, anche a rincuorare», scrive ancora Schiopetti.
Il saluto finale è un colpo al cuore, di quelli che chiudono una pagina importante: «Ciao Danilo, grazie per quella sana e generosa dose di goliardia che hai saputo regalare. Un ultimo favore: quando lassù, da qualche parte, vi incontrerete a festeggiare, porta i miei saluti a Mariano e a tutti gli Amici del Torneo che prima di te hanno cominciato un nuovo viaggio».
Alle parole del Gran Cerimoniere si affianca il messaggio ufficiale della Pro Loco di Cuorgnè, che abbraccia la famiglia e gli amici nel dolore, ricordando Varello come una figura centrale, un simbolo di continuità per l’evento più sentito del paese: «Ci facciamo portavoce del sentimento dell’intero popolo del Torneo di Maggio alla Corte di Re Arduino, che oggi saluta Danilo Varello con commozione e gratitudine, custodendo per sempre il sorriso, la passione e la goliardia che ha saputo donare a tutti noi».
La morte di Danilo Varello non è soltanto la scomparsa di un volontario storico o di un appassionato del Torneo. È la perdita di un frammento dell’identità collettiva di Cuorgnè, di una presenza capace di unire, alleggerire, trasmettere entusiasmo anche quando l’organizzazione di una rievocazione così complessa diventava un’impresa.
Per chi partecipa ogni anno alla grande messa in scena del Medioevo cuorgnatese, Danilo resterà una risata familiare, una spalla di amicizia, un volto immancabile tra i colori del Torneo. Resterà la memoria viva di ciò che una comunità riesce a essere quando la tradizione non è soltanto un evento, ma un modo di appartenersi.
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