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Cronaca

Alt ignorato davanti alla scuola di Ciriè: inseguimento in monopattino tra genitori e studenti

Senza casco e con passamontagna, tenta di sfuggire all’alt: bloccato dalla polizia locale davanti alla Beppe Fenoglio

Alt ignorato

Alt ignorato davanti alla scuola di Ciriè, inseguimento in monopattino tra genitori e studenti

Tra il vociare dei genitori, la calca degli studenti appena usciti e la consueta confusione del primo pomeriggio, a Ciriè un semplice controllo della polizia locale si è trasformato in una scena ad alta tensione. Proprio davanti alla scuola Beppe Fenoglio, un 27enne in monopattino – senza casco, con un passamontagna calato sul viso e occhiali da sci a coprire lo sguardo – ha ignorato l’alt degli agenti e ha premuto sull’acceleratore. Una scelta che, in quell’orario, poteva trasformarsi in un rischio concreto per decine di ragazzi e famiglie ammassati sul marciapiede.

Secondo la ricostruzione, il giovane sfrecciava nei pressi dell’istituto quando gli è stato intimato di fermarsi. L’abbigliamento anomalo, in un contesto già sensibile come quello dell’uscita scolastica, ha imposto agli agenti un intervento immediato. L’ignoto sul volto, unito alla velocità, rendeva impossibile lasciare correre: ogni secondo aumentava la possibilità che un pedone venisse sfiorato, urtato o messo in pericolo.

Uno degli agenti si è quindi lanciato all’inseguimento. La fuga è durata poco ma con tratti di forte tensione, perché la corporatura robusta del ragazzo e la sua resistenza hanno reso complicato il fermo. L’agente è riuscito a raggiungerlo, ma l’atteggiamento aggressivo del 27enne ha richiesto l’intervento di un secondo poliziotto. Solo a quel punto l’uomo è stato immobilizzato ed è stato possibile accompagnarlo al comando per gli accertamenti.

Una volta calmato, il giovane ha ammesso di aver sbagliato. Ha spiegato di essersi spaventato, di aver agito d’impulso. Ma la fuga, la resistenza e il mancato rispetto delle norme non si cancellano con una dichiarazione di pentimento. Per lui è scattata la denuncia per resistenza a pubblico ufficiale, a cui si somma la sanzione amministrativa per l’assenza del casco, un obbligo ormai considerato alla stregua delle norme più basilari della sicurezza stradale, al pari della cintura o del divieto di usare il cellulare alla guida.

L’episodio riporta al centro una questione che continua ad attraversare molti comuni: la sicurezza attorno alle scuole e l’uso corretto della micromobilità, sempre più diffusa ma troppo spesso gestita con leggerezza. I monopattini, nati per semplificare gli spostamenti, diventano fonte di rischio quando mancano prudenza e regole. E davanti a un istituto scolastico, dove i flussi di pedoni sono intensi e imprevedibili, ogni irregolarità pesa il doppio.

Alt e controlli, in questi contesti, non sono formalità né intrusioni: sono strumenti per evitare incidenti che in pochi secondi possono trasformarsi in drammi. Per questo il caso di Ciriè non può essere archiviato come una bravata isolata. La sequenza – alt ignorato, fuga, resistenza – mostra con chiarezza la sottile linea che separa un gesto impulsivo da un rischio collettivo.

La lezione, se ce n’è una, è che il rispetto delle regole non è un intralcio, ma un presidio di sicurezza quotidiano. Indossare il casco, fermarsi all’alt, non circolare mascherati in modo anomalo: sono comportamenti minimi, ma decisivi. E davanti a una scuola, vale una regola semplice: proteggere se stessi significa proteggere anche gli altri.

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