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Cronaca
11 Novembre 2025 - 15:29
Stalking al Tgr Piemonte, il pm chiede un anno e mezzo per l’ex caporedattore Mazzeo
Il pubblico ministero Gianfranco Colace ha chiesto una condanna a un anno e sei mesi di reclusione per Tarcisio Mazzeo, ex caporedattore del Tgr Piemonte, accusato di stalking sul luogo di lavoro ai danni del giornalista Michele Ruggiero. È il passaggio chiave di un processo che, negli ultimi mesi, ha fatto emergere tensioni, contrasti e dinamiche interne alla redazione piemontese della Rai.
Secondo la Procura, Mazzeo avrebbe progressivamente emarginato il collega con comportamenti ritorsivi e svilenti, tali da spingerlo a dimettersi. Nel fascicolo sono documentati demansionamenti, esclusioni da incarichi, modifiche di orari e turni, oltre a una serie di procedimenti disciplinari ritenuti pretestuosi. La Procura parla di un uso distorto del potere dirigenziale, un “tiro al bersaglio” professionale che, secondo l’impianto accusatorio, avrebbe inciso sulla serenità e sull’integrità personale del giornalista.
Il caso trae origine dal periodo compreso tra ottobre 2017 e marzo 2021, quando Mazzeo era al vertice della redazione regionale. Le frizioni sarebbero esplose dopo alcune divergenze sul taglio politico di alcuni servizi, considerati troppo sbilanciati verso il centrosinistra e critici nei confronti del Movimento 5 Stelle. Ruggiero aveva denunciato un clima di isolamento e di pressioni, culminato con le sue dimissioni.

Nel corso del processo, il pubblico ministero ha parlato di una strategia di dossieraggio interna, con la raccolta di appunti e segnalazioni su episodi redazionali per documentare presunti errori o inadempienze del collega. Una pratica che, secondo l’accusa, avrebbe avuto l’obiettivo di logorare la posizione professionale di Ruggiero e minarne la credibilità.
L’inchiesta, avviata nel 2021 e conclusa con il rinvio a giudizio nel maggio 2024, ha raccolto numerose testimonianze di giornalisti e dirigenti Rai, alcuni dei quali hanno descritto un ambiente redazionale difficile e segnato da divisioni interne. Il processo, aperto a marzo di quest’anno, è entrato nella fase finale con le richieste di condanna e le repliche delle parti.
La difesa di Mazzeo, rappresentata dagli avvocati Marco Ferrero e Andrea Scaglia, ha chiesto l’assoluzione, sostenendo che l’ex caporedattore abbia sempre agito nell’ambito delle sue funzioni di direzione, nel rispetto del principio di imparzialità editoriale. Secondo la linea difensiva, Ruggiero non sarebbe stato oggetto di vessazioni, ma di decisioni legittime e motivate dal dovere di garantire equilibrio e pluralismo.
Mazzeo, oggi in pensione, è accusato di utilizzo ritorsivo del potere disciplinare e di condotte denigratorie nei confronti del collega. La Procura, al termine della requisitoria, ha ribadito la richiesta di condanna a un anno e mezzo, mentre la difesa ha domandato, in caso di assoluzione, la condanna alle spese legali per la parte civile e un risarcimento di 10 mila euro per danno d’immagine.
Il procedimento è davanti al collegio presieduto dalla giudice Immacolata Iadeluca. La sentenza è attesa per il 25 novembre, quando il tribunale si pronuncerà su uno dei casi più delicati degli ultimi anni nella cronaca giudiziaria legata al mondo dell’informazione pubblica.
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